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Napoli Film Festival. Al via la 18esima edizione

Sabato 24 Settembre 2016 09:44 Pubblicato in News
I registi Manetti Bros., Giuseppe Piccioni e Claudio Giovannesi saranno tra i protagonisti della 18esima edizione del Napoli Film Festival, diretto da Mario Violini, che dal 26 settembre al 2 ottobre assegnerà i Vesuvio Awards e “invaderà” molti spazi cittadini, Cinema Metropolitan, PAN | Palazzo delle Arti, Institut Français, Instituto Cervantes, con 'incontri ravvicinati',  cinque concorsi, sei rassegne e la sezione “Extra” con tanti appuntamenti tra cui l’anteprima campana di Sweet Democracy con Dario Fo e Renato Scarpa, un film sulla libertà di espressione diretto da Michele Diomà (29 settembre ore 19:45 - Institut français). Sarà l’incontro con il regista Mario Balsamo a inaugurare il festival lunedì 26 settembre alle 21:00 al Cinema Metropolitan (Posto unico € 5,00 - ridotto € 4,00) con la presentazione del film Mia madre fa l’attrice, una divertente docu-fiction autobiografica. Seguiranno gli incontri con i Manetti Bros. martedì 27 settembre, Giuseppe Piccioni giovedì 29 settembre, Claudio Giovannesi venerdì 30 settembre e tanti altri ospiti a sorpresa. Numerosi anche gli incontri e le proiezioni mattutine con gli studenti, “Parole di Cinema”, condotti dal Prof. Augusto Sainati e organizzati in collaborazione con l'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e Mobydick Scuola. Protagonisti al Cinema Metropolitan (ingresso libero) la costumista Nanà Cecchi, candidata all'Oscar e Globo d'Oro, con Ladyhawke di Richard Donner (27 settembre), il regista Ferdinando Cito di Filomarino con il film Antonia (28 settembre), l’attore Renato Scarpa con Habemus Papam di Nanni Moretti (29 settembre), il regista Gianfranco Pannone con L’esercito più piccolo del mondo (30 settembre) e Claudio Giovannesi con Fiore (1 ottobre).
 
 
 
EXTRA 
La nuova sezione Extra vedrà proiettate, oltre l’anteprima Sweet Democracy, altre quattro opere alla presenza degli autori: Suncity di Cecilia Donadio e Felice Iovino; Sonderkommando di Nicola Ragone; A qualcuno piacerà – Storia e storie di Elio Pandolfi di Caterina Taricano e Claudio De Pasqualis; La buona uscita di Enrico Iannaccone. 
 
LE SEI RASSEGNE
Sei le rassegne di questa 18esima edizione, dai “Percorsi d’autore” dedicati a William Shakespeare e Sylvain Chomet, all’omaggio “I volti del cinema Italiano” a Chiara Mastroianni e al compianto padre Marcello e la retrospettiva su Claudio Giovannesi “Autore emergente 2016”. Dedicata a Montgomery Clift la sezione 41° Parallelo con “Un Posto al sole” e “L’albero della vita”. (Institut Français – ingresso libero). In collaborazione con l'ICAIC - Instituto Cubano del Arte e Industria Cinemàtograficos di Cuba, presso l'Instituto Cervantes, sarà possibile assistere a Cinema Havana, una selezione di otto lungometraggi cubani di finzione dal 2002 al 2015.
 
I CINQUE CONCORSI
Europa & Mediterraneo
Il tema del confine, tra fuga dalla guerra ed emigrazione, è il tema del concorso internazionale Europa & Mediterraneo che presenta cinque film europei provenienti per lo più da nazioni cinematograficamente 'poco visibili' in Italia, storie appassionanti sulle difficoltà di vivere nelle zone che sono state teatro di guerra ma anche di integrazione e di emarginazione. Dalla Serbia Enclave di Goran Radovanovic dove un ragazzo serbo deve attraversare una zona di confine per arrivare a scuola e ci va tutti i giorni in un carro armato, accompagnato dall'esercito dell'ONU. Un bambino kossovaro che odia in particolare i serbi lo incolperà della morte di suo padre. Da Malta Simshar di Rebecca Cremona, una storia di una famiglia di pescatori con sullo sfondo il dramma dei migranti in cui si troveranno coinvolti tra Malta e Lampedusa. Dalla Turchia Dust Cloth di Ahu Ozturk: due donne curde fanno le pulizie nei quartieri bene di Istanbul, vivono una vita difficile, ma non priva di sogni. Dalla Grecia Riverbanks di Panos Karkanevatos che narra l'incontro al confine tra Grecia e Turchia tra uno sminatore e una donna che aiuta i clandestini ad attraversare il confine, due persone disperate e sole che rischiano la vita in ogni momento. Our Mother di Fejria Deliba è invece la storia di un’anziana donna immigrata in Francia dall'Algeria e che vive un'esistenza isolata al servizio dei suoi 11 figli. Un giorno scompare per recuperare un'eredità ed è l'occasione per i ragazzi, sconvolti, di accorgersi della madre e della vita ben più gratificante che viveva al suo paese e che ha lasciato per il loro bene.
La giuria è composta da studenti selezionati dalle scuole di cinema della Campania ABAN –  Accademia di Belle Arti di Nola, ASCI Scuola di Cinema a Napoli, CinemaFiction, FILMaP, La ribalta, Scuola di Cinema di Napoli, Scuola di Cinema Méliès, Scuola di Cinema Pigrecoemme.
Nuovo Cinema Italia
Ritorna, giungendo alla sua quarta edizione, la sezione Nuovo Cinema Italia, che presenta al cinema Metropolitan (Posto unico € 5,00 - ridotto € 4,00) cinque lungometraggi selezionati quest’anno dalla redazione di CinemaItaliano.info con l'obiettivo di proporre interessanti titoli non distribuiti nel circuito commerciale o circolati solo in poche copie. Tre i documentari scelti, Wide Blue Delivery di Alessandro Cattaneo, realizzato a bordo di un mercantile in giro per il mondo, L'ombelico magico di Laura Cini, che mostra il rapporto insolito tra un'anziana curatrice e una sua potenziale giovane erede e Non voltarti indietro di Francesco del Grosso, un intreccio di storie di vite travolte dalla giustizia che sbaglia, dalle manette e dal carcere ingiusto. Due invece i lunghi di fiction, Al di là del risultato di Emanuele Gaetano Forte, ritratto ironico e malinconico di un gruppo di giovani universitari di Formia e Montedoro di Antonello Faretta, racconto elegiaco in una Lucania meravigliosa. La giuria è composta da studenti selezionati dalle scuole di cinema della Campania.
SchermoNapoli
Per la 13esima edizione di SchermoNapoli Corti si presentano 43 titoli. Il teatro e il suo mondo sono protagonisti di molti come Stanza 52 di Maurizio Braucci, già in Concorso a Venezia in Orizzonti; Misteriosofica fine di discesa agli inferi di Giuseppe Bucci riduzione dello spettacolo Scannasurice di Carlo Cerciello con Imma Villa e Black comedy, di Luigi Pane, in cui Fortunato Cerlino interpreta un rude e navigato commediografo e Antonia Liskova la giornalista che l'intervista. In concorso anche la prima prova da regista di Rosalia Porcaro con Mamma e di Peppe Lanzetta, in collaborazione con Francesco Velonà, con Le stravaganze del conte. La giuria sarà composta dalla giornalista Natascia Festa, dal Presidente Associazione Culturale Mitreo Film Festival Paola Mattucci e dall’attrice Adele Pandolfi.
SchermoNapoli Doc (PAN ingresso libero) propone 17 titoli in una sezione variegata che spazia dalle opere sperimentali alle inchieste giornalistiche. Da segnalare il documentario su Francesco Cito, A Wide Gaze di Guido Pappadà, Arte in campo di Angelo Paino sul  laboratorio femminile di pittura al Rom di Secondigliano a Napoli tenuto da Bruno Fermariello; Flat Tyre – An American Music Dream di Ugo Di Fenza, il viaggio in van da New York a Houston della band napoletana folk e bluegrass "La Terza Classe" alla ricerca delle origini della musica che interpretano; Mirabiles - I custodi del mito di Alessandro Chetta e Marco Perillo, inchiesta sui beni culturali nei Campi Flegrei e le mitiche figure degli 'assuntori di custodia'. Chetta concorre anche con Instabile su Michele Del Grosso vecchio impresario teatrale che gestisce un teatro sotterraneo, il Tin, in vico Fico al Purgatorio. A giudicare i doc saranno il giornalista Stefano Amadio, l’organizzatore culturale Armando Andria e il produttore Gianluca Loffredo.
Completa la panoramica dei concorsi SchermoNapoli Scuole con 24 titoli provenienti non solo dalle scuole della Campania, ma anche da enti che lavorano con l'infanzia. In giuria la giornalista Carmen Credendino, la docente Anna Merinio, il produttore teatrale Giovanni Petrone.
 
I PREMI
Tutti i concorsi vedono in palio il Vesuvio Award, scultura di bronzo realizzata da Lello Esposito, e una serie di premi volti a garantire una distribuzione alle opere. Il Premio Avanti! offrirà la possibilità alla miglior opera, selezionata nei vari concorsi, d’essere distribuita dalla LAB 80 film nei cinema italiani. Sia per il concorso Nuovo Cinema Italia sia per Europa & Mediterraneo, poi, è in palio il premio Augustus Color che consiste nella stampa di 5 copie in formato DCP per ciascun vincitore, per favorirne l'acquisizione da parte della distribuzione italiana. Anche la XIII edizione di SchermoNapoli, nelle sue sezioni DOC, Corti e Scuola, assicurerà ai selezionati visibilità riproponendoli nelle rassegne itineranti organizzate dall'Associazione NapoliCinema (41. Parallelo presso la Casa Italiana Zerilli-Marimò, New York University Department of Italian Studies, SchermoNapoli Rewind, presso il TAN e Cinema al Castello a Morra de Sanctis). Inoltre il quotidiano on-line Cinemaitaliano.info , garantirà al documentario selezionato dalla redazione la realizzazione di un dvd e la sua distribuzione nell’home video, mentre Diregiovani in collaborazione con l'Agenzia di stampa Dire assegnerà il Premio Giovani Visioni all'opera scolastica che si è distinta per un'idea originale che coniuga informazione, linguaggio narrativo ed efficacia del messaggio trasmesso.
 
Rinnovati gli appuntamenti con Ciak sul lungomare, la passeggiata sui set più famosi del cinema napoletano in collaborazione con Campania Movietour e Sire Coop, sabato 1 ottobre alle ore 10:00, e la cena di Cinegustologia, il progetto di Marco Lombardi che unisce cinema ed enogastronomia (sabato 1 ottobre). A questi si aggiunge la mostra “Il Manifesto cinematografico: a ciascuno il suo”, a cura della Galleria Guildenstern di Vico Equense, all’Institut Français, dal 26 settembre al 7 ottobre. Un’ampia selezione di poster e locandine di film provenienti da tutto il mondo è esposta alla scopo di confrontare i diversi formati, i diversi stili grafici, e le diverse culture delle nazioni di provenienza. Le case di distribuzione internazionali erano solite diversificare stile e tipo di immagine del materiale pubblicitario destinato ai vari paesi, ricorrendo in molti casi a disegnatori locali capaci di tradurre graficamente l’immaginario dei luoghi nei quali il film sarebbe stato proiettato. Compito di un bravo cartellonista doveva quindi essere quello di fare da ponte fra le esigenze della produzione e il linguaggio del pubblico di riferimento, illustrando e sintetizzando, in uno spazio limitato e bidimensionale, le vicende, il tono, le emozioni e i volti di un film.
 
Il Napoli Film Festival è organizzato dall'Associazione Napolicinema con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Direzione Generale per il Cinema e il patrocinio Ambassade de France en Italie, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Regione Campania - Assessorato allo Sviluppo e Promozione del Turismo, Comune di Napoli - Assessorato alla Cultura e al Turismo, Ente Provinciale per il Turismo Napoli, EUNIC (European Union National Institutes for Culture).
 
- Il programma in dettaglio dei concorsi sul sito www.napolifilmfestival.it
 

One More Time With Feeling

Venerdì 23 Settembre 2016 11:14 Pubblicato in Recensioni
Il 9 settembre è uscito Skeleton Tree, ultimo album di Nick Cave & The Bad Seeds. A distanza di tre anni da Push the sky away, l'artista realizza un disco che ha tutte le carte in regola per suggestionare e imprimersi nella memoria di chi lo ascolta. Otto tracce danno forma ad un’opera visionaria, oscura, che contiene pezzi tanto potenti quanto spettrali come I need you o Jesus Alone, canzoni intense e cupe come la voce baritonale di Cave. Skeleton Tree è un lavoro profondo e intimo, capace di rispecchiare il riflesso interiore di un’artista scosso e afflitto dalla tragica morte del figlio, da poco scomparso a soli 16 anni. Questo luttuoso evento è presente in ogni suo pezzo sottoforma di una maggiore coscienza del finito, dei limiti dell'essere umano, ma anche di una penetrante riflessione sulla vita e su come essa arrivi a scuotere con i propri eventi la nostra vacillante condizione di stabilità. Il regista Andrew Dominik, persona molto vicina allo stesso Cave e con la quale l'artista ha già collaborato in svariate occasioni (tra cui il film L’assassionio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford- 2007), dirige un documentario che rivela l’impronta dell’abum, mostrando cosa si cela dietro Skeleton Tree . L'idea originale prevedeva solamente una breve introduzione al nuovo lavoro di Cave, di cui Dominik avrebbe curato la regia. Ma in seguito l'esplorazione di un territorio complesso e affascinante come quello dei testi di Skeleton Tree, ha portato il regista ad abbandonare l'idea di un video di presentazione, scegliendo così di realizzare un vero e proprio lungometraggio. Il risultato è un documentario in bianco e nero dall'impronta fotografica, dove lo spettatore è immerso in uno stato di suggestiva impressione sensoriale. Le parole di Cave scorrono come un fiume impervio fino a raggiungere l'anima di chi le ascolta e decide di esser trascinato dalla loro corrente. Perché sappiamo bene che la sua opera non è mai stata alla portata di tutti, ma solo di chi avesse saputo ascoltare scavando la superficie. Il lutto si percepisce in ogni angolo dell'album, nell'atmosfera che permea il documentario, un'atmosfera priva di sfumature, dove regnano buio e mestizia, come nelle immagini che scorrono sullo schermo. Il film di Dominik è come un requiem che scava nella parte oscura di Cave, qualcosa che va ben oltre il puro cinema. Un atto di confessione dove Cave come ogni essere umano, come ogni padre di fronte alla morte del figlio, non può far altro che continuare a vivere, andare avanti. Un film che destabilizza per l’esclusiva profondità e per l'intensa commozione che accompagna ogni singolo istante. One more time with feeling è la struggente e prodigiosa fusione di musica, immagini e parole, in grado di generare un nuovo tessuto, una nuova sostanza che incanta, e lascia senza respiro. Presentato in anteprima alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia, il film uscirà nelle sale il 27 e il 28 settembre, due appuntamenti da non perdere per poter godere di questa magnifica opera d’arte. 
 
Giada Farrace

Bridget Jones's Baby

Martedì 20 Settembre 2016 11:20 Pubblicato in Recensioni
Bridget Jones è tornata, e (non) è pronta a diventare mamma. Al compimento del suo quarantaduesimo compleanno, la single in carriera più sfortunata d’Inghilterra, messa sotto pressione dalla madre e vessata dai consigli “troppo moderni” delle amiche si ritrova  nell’imbarazzante situazione di essere incinta senza sapere chi sarà il padre del nascituro. Jack Qwant (Patrick Dempsey) il matematico dell’amore, l’americano di “una sola notte” e Mark Darcy (Colin Firth) suo ex ‘Mr. Right’ compagno di una vita lasciato da lei stessa anni prima, sono due potenziali padri e mariti perfetti. Chi dei due conquisterà il cuore della maldestra protagonista è un dilemma che ha consumato migliaia di donne appassionate della serie, diversi gossip hanno accompagnato la vicenda per mesi, come si trattasse di una storia vera. Uno vorrebbe che Hugh Grant co-star per eccellenza di Renée Zellweger negli altri due film, scontento per la sceneggiatura abbia abbandonato la nave prima che salpasse, altri sparsero la notizia, confermata da prove fotografiche che la regista Sharon Maguire, abbia girato tre  finali diversi per lasciare spazio alle speculazioni. Nonostante i dubbi “presunti” del divo Grant, il film regge su una base solida di leggerezza, british humor e autoironia. Helen Fielding la “vera” madre di Bridget, autrice del “Diario” che l’ha resa celebre consacrandola come autrice del genere letterario chick lit (letteratura per ragazze) produttrice e co-sceneggiatrice dell’intera trilogia, per la prima volta ha messo in scena una storia nuova che non compare nei suoi romanzi, alimentando la suspance dichiarando fin da principio che non avrebbe avuto a che fare con il già conosciuto terzo libro firmato da lei ‘Bridget Jones, che amore di ragazzo’  . Il film ha avuto una gestazione lunghissima: sarebbe dovuto uscire nel 2010 ma ci sono voluti altri sei anni per  portarlo a compimento. Esilarante, se si si ha bisogno di frivolezza, con un tenero finale a sorpresa. 
 
Francesca Tulli

Trafficanti

Mercoledì 14 Settembre 2016 10:54 Pubblicato in Recensioni
Anche prima che Donald Trump spingesse i cittadini Americani ad armarsi, gli Stati Uniti sono sempre stati i signori della guerra. L'economia del paese poggia sulle costose transazioni che occorrono per equipaggiare anche un solo singolo soldato. Ispirato ai fatti realmente accaduti raccontati nell’articolo scritto dal giornalista Guy Lawson sulla rivista ‘Rolling Stone’ e successivamente riportati nel libro ‘Arms and the Dudes’ il regista Todd Phillips sceglie di scrivere un film coraggioso e per certi versi controverso. Lo sfigato David Packouz (Miles Teller), dopo aver subito una serie di licenziamenti, lavora come 'massaggiatore' presso un resort per vecchi ricconi. Ha una figlia in arrivo e una ragazza carina, ma i soldi non gli bastano. Al contrario, il suo compagno di scuola Efraim Diveroli (Jonah Hill) ha trovato un modo legale e facile di fare i soldi. rivedere le armi comprate all'asta all'esercito Americano. Non potendo resistere davanti alla prospettiva di guadagnare miliardi all'ombra del suo migliore amico, l’eroe che lo difendeva dai bulletti in gioventù, David decide di accettare la sua offerta di fondare insieme una società ed entra nel business del malaffare. Inizialmente controllato e regolare, improvvisamente dopo una serie di sfiorati fallimenti e bugie si ritrova in mezzo al deserto dell'Iraq con il suo socio, con i terroristi alle costole. Questo è solo l'inizio del gioco! Perché di un gioco si tratta. I protagonisti sono così imbranati da risultare simpatici, come non era il Di Caprio affarista di ‘The Wolf of Wall Street’ che ha molto da spartire con questo film che inconsapevolmente ne è una cupa parodia. Storciamo il naso a sentire un arabo urlare 'Allahu Akbar' da un camion di contrabbando, non sorridiamo al conoscere il finale di questa epopea perché i fatti della cronaca ci fanno infuriare. Eppure sotto l'intrattenimento, in stile ‘Una notte da leoni’ c'è un amara verità, una forte critica alla normale amministrazione USA. Per molti versi la limitazione del film è proprio questa, non esce dai confini americani e fa la morale allo Zio Sam, ma ci rende voyer di un goliardico circo di luoghi comuni sul fare soldi facili in cui possiamo comunque immedesimarci. Diverte ma non dovrebbe farlo, provoca ma non risolve la situazione, ci fa riflettere con la giusta dose di indignazione e leggerezza. Da vedere in campagna elettorale.
 
Francesca Tulli