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Quando hai 17 anni

Sabato 20 Febbraio 2016 14:21 Pubblicato in Recensioni
L’adolescenza, si sa, è uno dei momenti della vita in cui si cresce a braccetto con la confusione. Esplodono sentimenti sconosciuti e si vive una libertà selvaggia. Una Babele di stati d’animo disordinati, che ci portano a godere di qualcosa di non maturo, ma per questo non necessariamente aspro o sbagliato. Anzi, in quel vivere con spavaldo coraggio si impara a conoscere se stessi con sempre meno vincoli. Ecco, il film di Téchiné (L’Età acerba e La mia stagione preferita tra i suoi lavori più rappresentativi) riesce nell’intento di spezzare quei nodi psicologici, proponendoci una parabola autentica, dove anche la lotta ed un pugno in faccia sembrano essere qualcosa di logico e necessario.
 
Queste turbolenze sono al centro del rapporto tra Damien (Kacey Mottet Klein) e Tom (Corentin Fila). Entrambe vivono in un paese ai piedi dei Pirenei: il primo con la madre Marianne (Sandrine Kiberlain, vista nel sorprendente Polisse), che cerca di sopperire alle mancanze del padre, militare in perenne trasferta; il secondo è figlio adottivo di contadini che non abitano in città. La casa di Tom è sperduta tra le montagne, dove i genitori gestiscono una florida fattoria. Ogni giorno il ragazzo deve fare molta strada per recarsi a scuola. Quando la madre rimane incinta la soluzione più plausibile è quella di alloggiare, fino al termine dell’anno scolastico, con Marianne e Damien. I due diciassettenni sotto lo stesso tetto non si sopportano più di tanto, le scintille erano già partite a scuola e continuano con vigore a casa. Potrebbe essere un problema razziale, dato che Tom ha la pelle mulatta, ma sotto la cenere brucia qualcos’altro: un sentimento innominabile, che fa paura e spaventa i due adolescenti.
 
Quand on a 17 ans vive sulla forza bruta ed allo stesso tempo libera della narrazione di Téchiné e Céline Sciamma. Qui non si fa moralismo, ma si indaga con realismo ed autenticità nel nucleo dei sentimenti più reconditi dei ragazzi d’oggi. Usando l’anno scolastico come strada maestra del film possiamo scoprire, insieme ai due giovani, la loro tendenza sessuale con la rispettiva esplorazione, resa intima da una regia presente, ma non soffocante. Una storia che al suo interno ci mostra personaggi genuini, che vivono in simbiosi con la natura che li circonda e ne influenza i comportamenti. Tom e Damien assorbono quel senso di grezzo e di incolto e lo portano nel loro rapporto. Bravura del settantaduenne Téchité nel confezionare un opera semplice, che si fa notare per la sua legittima naturalità. L’unica nota stonata, che gli si può imputare, è che non cambia mai registro. Perdura nelle sue intenzioni lasciando un po’ indietro l’aspetto emozionale e di pathos, che passa di fianco allo spettatore, ma non lo tocca completamente nel vivo. Appiattimento temporaneo che non fa sorgere a sole caldo il film.
 
Di Quand on a 17 ans si ricorderà di come sia estremamente affascinate scoprire se stessi. Un amore sordo, che finalmente sente qualcosa, anche se solo un leggero soffio di vento sussurrato tra le montagne. Consigliato a chi sa che da sotto alla neve prima o poi apparirà un prato verde. L’autore francese qui mette le basi per coltivarlo e mantenerlo forte, parlando senza barriere e con sincerità ad ognuno degli spettatori in sala. 
 
David Siena
 

Animali fantastici e dove trovarli

Giovedì 17 Novembre 2016 14:24 Pubblicato in Recensioni
Svampito e  anticonvenzionale anche per il mondo magico, Newt Scamander (il premio oscar Eddie Redmayne) è un “magizoologo” esperto di creature fantastiche. Vuole scrivere un saggio“Animali Fantastici e Dove trovarli” che sarà nel futuro un libro di testo per la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts dove studierà il famoso Harry Potter.  J.K. Rowling la celebre scrittrice che con i suoi otto romanzi ha incantato due generazioni (dal 1997) firma una sceneggiatura del tutto inedita, per un progetto che farà da base ad una serie di 5 film. Approdato a New York nel 1926 Scamander, porta con sé una strana valigetta di pelle, all’interno le sue creature bussano, scalciano, fanno versi, smaniano dalla voglia di uscire. Lo Snaso, una sorta di morbido ornitorinco cicciotto, attratto come le gazze da tutto ciò che luccica riesce nella fuga e trascina dietro di sé una serie di mirabolanti conseguenze. Scamander attira l’attenzione del M.A.C.U.S.A. (il Magico Congresso  degli Stati Uniti D’America) e finisce sotto accusa, Tina (Katherine Waterston)  ex Auror (gli incaricati contro le Arti Oscure) vede nel seguire il caso una nuova occasione per riscattarsi e tornare nell’ordine. Intanto Percival Graves (Colin Farrell) spietato investigatore del mondo magico, trama nell’ombra per evitare una guerra tra umani e Babbani, ignari che esista la magia ma sempre più consapevoli che  possa esistere una qualche forza soprannaturale e maligna. Quello che manca alla pellicola diretta da David Yates, regista degli ultimi quattro film di Harry Potter, è la novità. Tutto sembra attingere dal calderone delle idee passate, il senso di déjà vu potrebbe essere voluto perché il mondo della Rowling si deve distinguere da quello degli altri film di genere. L’incredibile e appassionante varietà di creature, realizzate grazie all’aiuto della CGi mischia la giusta dose di tenerezza ad una sottotrama più cupa e, come sempre è accaduto nella saga, più matura e adulta. Al centro il tema della diversità, le inclinazioni non rispettare, le passioni represse e le attitudini castrate che generano mostri. Deliziosamente british, ricrea le atmosfere fumose degli anni ‘20, costumi e scenografie da teatro rendono qualsiasi  elemento di fantasia assolutamente credibile e fruibile per chi conosce bene questo mondo e chi invece ci si affaccia per la prima volta. 
 
Francesca Tulli

Premiere di Bar(n)Out alla Dolce Vita Gallery

Giovedì 24 Novembre 2016 11:24 Pubblicato in News
Venerdì 25 novembre, alle 18.30, la primiere del corto verrà ospitata dalla Dolce Vita Gallery, in via Palermo 41, a Roma, luogo dedicato all’arte e alla fotografia di Marcello Geppetti, grande fotoreporter italiano che ha raccontato gli anni della Dolce Vita come nessun altro. 
 
 
Scardinare la narrazione romanzata della periferia romana, in controtendenza con gli ultimi anni di film e serie tv.  Vivere ai margini è difficile, ma non è la criminalità a vari livelli la soluzione. 
 
Da qui l’idea di Bar(n)Out duepuntoniente: 4 storie e 4 personaggi, tra cui una prostituta, un pappone/spacciatore, un impiegato e un normalissimo ragazzo dell’hinterland della Capitale. Tutti diversi ma tutti spinti da una misteriosa forza di gravità che ha come centro la periferia romana con le sue contraddizioni, le sue regole e la sua schiettezza.
 
La Roma di periferia è ancora protagonista grazie al primo cortometraggio di Valerio Nicolosi, regista e co-sceneggiatore insieme a Paolo Verticchio di  Bar(n)Out duepuntoniente, tratto dall’omonimo libro di racconti e foto, edito da Nuova Cultura e pubblicato qualche anno fa dagli stessi autori. 
 
Valerio e Paolo conoscono molto bene la periferia della Capitale: sono infatti entrambi nati e cresciuti al Tufello, quartiere popolare e proletario situato a Nord Est,  e attraverso le immagini e le parole cercano di raccontare quella parte di mondo in cui vivono o hanno vissuto e che amano, nel bene e nel male. 
 
La serata, moderata dal "padrone di casa" Marco Geppetti, figlio di Marcello Geppetti, saranno presenti il regista e co-sceneggiatore Valerio Nicolosi e lo sceneggiatore Paolo Verticchio.
 
Oltre alla proiezione,  verrà inaugurata anche l’omonima mostra fotografica di Valerio Nicolosi tratta dal libro che dà il titolo al cortometraggio. 
 
 
Bar(n)Out duepuntoniente nei giorni scorsi è stato premiato come “miglior opera” e “miglior attrice” protagonista al Festival Internazionale Feel the Reel di Glasgow ed è in finale al Festival Short to the Point di Bucarest. 
La realizzazione del cortometraggio è stata possibile grazie al supporto tecnico dell'Associazione Nazionale Filmaker e Videomaker Italiani di cui sono membri quasi tutti i componenti della troupe. 
Le spese sono state affrontate grazie ad un crowdfunding lanciato in rete.  
 
 
 
Il teaser del cortometraggio https://vimeo.com/181514205
Il backstage del cortometraggio https://vimeo.com/183285745
 
A Roma, martedì 29 novembre, appuntamento con
Gli esordi difficili che conquistano il mondo: incontro lezione con Laura Bispuri
 
Martedì 29 novembre, a Roma, dalle 21.00 alle 22.30, nell’Aula Magna – Sala Celimontano, in via Bezzecca 10, ultimo appuntamento del ciclo di incontri lezione, organizzato nel 2016 dall’Associazione inSei.
Gli esordi difficili che conquistano il mondo  sono il tema attorno al quale sviluppa la sua riflessione Laura Bispuri, autrice di Vergine giurata, sorprendente esordio nel lungometraggio della giovane regista romana.
Quanto contano i fortunati incontri e quanto talento e passione personali? Laura Bispuri racconta la propria esperienza e il percorso professionale, da autrice di cortometraggi, premiati con un David di Donatello e un Nastro d’argento, alla regia di Vergine giurata, opera prima selezionata nel 2015 a Berlino tra i titoli in corsa per l’Orso d’oro e poi premiata con il Globo d’oro e con altri prestigiosi riconoscimenti nei tanti festival internazionali, incluso il Tribeca di Robert De Niro, che l’hanno voluta in competizione.
 
 
Con Bispuri si conclude la prima serie di appuntamenti organizzata dall’Associazione inSei e ospitata nella Residenza Celimontano della Fondazione Rui, che ha portato direttori di festival, autori di animazione, giornalisti, sceneggiatori e registi a rivelare a un pubblico di studenti e apprendisti, appassionato e attento, tecniche e segreti, gioie e dolori delle professioni del Cinema.
La partecipazione agli incontri è riservata ai soci dell’Associazione.
Per i possessori di Bibliocard, riduzione del 50 per cento sulla quota associativa.
 
Sito internet associazioneinsei.eu