Fuoritraccia

Newsletter

Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Home » News » Info
A+ R A-
Info

Info

E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Nocturnal Animals

Sabato 10 Settembre 2016 14:03 Pubblicato in Recensioni
Nocturnal Animals è il titolo del manoscritto che Edward (Jake Gyllenhaal, Prisoners e Nightcrawler tra i suoi ultimi lavori) fa recapitare all’ex compagna Susan (Amy Adams, qui a Venezia anche con Arrival di Denis Villeneuve). Regalo dovuto in memoria dei bei tempi passati insieme o un mezzo per dimostrargli che il momento delle debolezze è finito? Mistero e una dose massiccia di tensione invade lo schermo nell’attesa che la giovane gallerista termini la lettura del libro. 
Lei stessa animale notturno, che durante la notte fatica a prender sonno, in preda ad ansie ed insicurezze. Violenti stati di instabilità che sono figli di un mondo assurdo, esagerato e troppo nutrito. 
Allora usiamolo questo grasso. Tom Ford ce lo sbatte davanti nei titoli di testa, per ricordarci, con stile, come è facile cadere nella trappola che giornalmente il mondo ci tende, dove tutto è più importante tranne noi.
 
Nocturnal Animals si porta a casa il Gran premio della Giuria da Venezia 73. Il film è tratto dal romanzo “Tony & Susan” di Austin Wright e sancisce la bravura registica e di adattamento di Tom Ford, esattamente sette anni dopo il suo primo ed unico film: “A single man”, portato anch’esso a Venezia nel 2009.
 
Anche se dal titolo potrebbe sembrare un'opera dai risvolti solamente oscuri e cupi, questi animali notturni ci aggrediscono con colore, che è il giusto attributo per una sceneggiatura ricca e diversificata, suddivisa in tre strati ben amalgamati e coesi: thriller violento all’interno del libro, elegante e triste nella vita reale e storia d’amore combattuta nel passato. Tom Ford dimostra di avere talento anche per il cinema (famoso ai più per essere un acclamato stilista), la sua direzione non è solo tendenza, ma ha anche forma e sostanza, senza tralasciare la propria cifra di espressione. Viaggiando sempre in un climax high profile ci si addentra nelle paure, nei rimorsi e negli scheletri dei protagonisti. Inquadrature così intime e vicine ai volti da farci sentire le urla della psiche. Una vera metafora di dolore sullo sfondo della quotidianità. 
Tom Ford ha dichiarato che la sua pellicola racconta una storia di vita senza vincitori né vinti. Per noi è un revenge movie, neanche troppo velato, dalle sfumature fashion che sublimano in un certo tipo di western contemporaneo. Non può passare inosservato, ad un occhio attento, anche un certo minimalismo nelle scene più brutali. Arte pura nella messa in scena della morte. Qui, il punto più alto dove si demoliscono le convenzionalità.
Ottime le interpretazioni dei personaggi principali: Amy Adams è magistrale nell’essere vittima della sua cultura insicura, Jake Gyllenhaal convincente nel suo trasudare di sofferta rivalsa e Michael Shannon (Take Shelter – 2011) texano doc, ruvido fino al midollo. 
Bisognerà aspettare il mese di Novembre per vedere nei nostri cinema Nocturnal Animals, opera che dal titolo potrebbe allinearsi con la cinematografia di Michael Mann (Collateral – 2004), ma questa è decisamente un'altra storia. Vicenda che ci fa assaporare un reale senso di giustizia. I licantropi in cerca di carne da assaporare nella notte più scura servono per scaricare la rabbia. Si diventa il peggio del peggio, ma a volte è necessario per legittimare la propria crescita, che diventa sostanza adulta ed autocosciente. Così Edward solleva la propria vita da quella debolezza affibbiatagli forse senza un vero motivo. Faraway but so close: anche nella distanza è tutto strettamente legato e Susan quando se ne accorge è ormai troppo tardi, svalutandosi a tal punto da non servire più neanche a se stessa.
 
David Siena
 

Nuovi Autori in Primo Piano a CinecittA'

Martedì 15 Novembre 2016 23:48 Pubblicato in News
Grande successo a Cinecittà Studios per la 35esima edizione di “Primo Piano sull’Autore – Rassegna del Cinema Italiano” che si sta svolgendo tra Roma e Spoleto, di cui è direttore artistico Franco Mariotti e che quest’anno è dedicata a Pasquale Squitieri, presente in sala insieme con Claudia Cardinale, Ottavia Fusco Squitieri, la figlia Claudia Squitieri e tutto il resto della sua famiglia. Squitieri e la Cardinale hanno ricevuto, inoltre, la targa onorifica della città di Spoleto consegnatagli dall’Assessore alla Cultura e al Turismo di Spoleto, Camilla Laureti. Molti gli amici del regista che hanno partecipato al convegno coordinato da Valerio Caprara: Enrico Lo Verso, Lino Capolicchio, Elisabetta Pellini, Adriana Russo, Olga Bisera, Gianni Garko, Leopoldo Mastelloni, Lilia Ricci.
Durante la giornata si è tenuto anche l’interessante incontro “Tradizione e modernità: 8½ incontra i protagonisti del nuovo cinema italiano, la rivista di cinema diretta da Giancarlo Di Gregorio. Il convegno, curato da Marco Spagnoli e coordinato da Francesca Piggianelli, ha visto la presenza di numerosi giovani autori del nostro cinema che ci hanno raccontato cosa significa veramente approcciarsi alla settima arte, tutte le contraddizioni, le difficoltà e le speranze che si trova davanti chi lavora in questo settore. Tra i numerosi partecipanti: Toni Trupia, Lorenzo Corvino, Ilaria Borrelli, Marco Danieli, Piero Messina, Kassim Yassin Saleh, Massimo Righetti di Mariposa, Adriano Valerio, Alessio Di Cosimo, Alberto Caviglia, Enrico Maria Artale, Valentina Petrella, Antonio Manca, Elena Tenga, Mario Lucarelli, Marie Loche, Francesca Amitrano. Al termine della serata è avvenuta la consegna dei riconoscimenti della XXV edizione del Premio Domenico Meccoli ScriverediCinema dedicato ai giornalisti che si sono distinti maggiormente nell’arco dell’anno.
 
 
 
I premiati di questa edizione:
Premio alla Carriera: Giorgio Gosetti; 
Premio speciale alla carriera per i 70 anni del SNGCI: Mario Di Francesco
Critico cinematografico: Paolo Mereghetti
Giornalista cinematografico per la televisione: Daniela Bisogni;
Giornalista cinematografico: Stefano Stefanutto Rosa;
Giornalista cinematografico Radio Pubblica: Franco Dassisti;
Giornalista cinematografico Radio Privata: Luca Pellegrini;
Periodico Specializzato: Mario Mazzetti per Vivilcinema;
Magazine on-line: Paolo Micalizzi per Carte di Cinema;
Libro sul Cinema di Autore Italiano: “Attraverso lo schermo - Film visti e film fatti”, di Corrado Farina;
Opera prima:”Ho amici in paradiso” di Fabrizio Maria Cortese
Giornalista o testata emergente, in ricordo di Luca Svizzeretto (in collaborazione col SNGCI): Quinlan.it
Opera prima di contenuto civile o sociale, in ricordo di Carlo Tagliabue (assegnato dal CSC): “La pelle dell’orso” di Marco Segato
Inoltre sono stati insigniti di menzione speciale le seguenti monografie sui più grandi rappresentanti del cinema italiano: “Lo specchio dipinto - Ettore Scola e dintorni” a cura di Paola Dei, “I film di Aldo Fabrizi” di Enrico Lancia e Fabio Melelli, “Gabriele Ferzetti” di Massimo Giraldi.
 

David Bowie e Masayoshi Sukita: HEROES in Mostra a Roma

Martedì 15 Novembre 2016 17:01 Pubblicato in News
Masayoshi Sukita, fotografo giapponese di fama internazionale, si ritrovò un giorno del 1972 a fotografare le allora star di Londra (Marc Bolan e i T Rex) e venne presentato in quel frangente  a David Bowie da una sua conoscente la Stylist Yusuku Takahashi. Desideroso di fare bella figura, abbagliato dalla sua personalità, Sukita trovò  in Bowie “qualcosa di diverso dalle altre star del Rock and Roll, qualcosa di speciale che doveva fotografare.” La collaborazione che presto diventò una storica amicizia progredì negli anni, Bowie diceva di lui: “Forse lui potrà scattare foto per l’eternità” a Sukita dobbiamo la celebre copertina di ‘Heroes’ del 1977 (l’anno prossimo la canzone omonima dell’album compirà 40 anni). Il fotografo ha permesso tramite una rara collaborazione con l’ ‘Ono Arte di Bologna” che 40 scatti dedicati all’artista siano esposti nella galleria THESIGN a  Roma dal 24 Ottobre al 19 Novembre 2016. Le foto sono valorizzate da una cornice di gusto fine e ricercato, l’ingresso ci accoglie con il video di “Life On Mars, e ci introduce nell’elegante salotto dei sogni, ogni pezzo dell’esposizione può essere acquistato come un’opera d’arte e gli appassionati possono comprare il catalogo che le racchiude tutte e un esclusivo poster con i famosi  “provini” per il cd della trilogia Berlinese. Immancabile per ogni appassionato che ne abbia l’occasione, l’ingresso gratuito permette a qualsiasi visitatore di affacciarsi a questa dedicata selezione di scatti, proiettando Ziggy Stardust e l’Esile Duca Bianco nell’eternità. 
 
Alcune opere che potrete trovare in galleria
 
Evento inserito nella RAW Rome Art Week
 
INGRESSO LIBERO 
Lun --> Sab 10.00 / 19.00
THESIGN GALLERY ®
Via Piemonte 125/A - Roma 
 
 
Articolo a cura di Francesca Tulli

Fai bei sogni

Martedì 15 Novembre 2016 16:21 Pubblicato in Recensioni
Il giornalista e scrittore Massimo Gramellini, pubblica nel 2012 il romanzo Fai bei sogni, edito Longanesi. Un libro autobiografico, il primo in cui Gramellini si mette a nudo, raccontandoci qualcosa di molto intimo e doloroso che appartiene al suo passato: la morte di sua madre. Egli affronta nel libro questo lutto, avvenuto quando aveva solo 9 anni,  dispiegando così il velo su un evento che ha indelebilmente perturbato la sua vita. La perdita precoce di una madre dolce e rassicurante, è stata per anni edulcorata da una falsa verità, gravando a lungo come un masso sulle sue spalle. Un dolore sordo e silenzioso che accompagna quel bimbo triste e improvvisamente spaesato fino all'età adulta. Momento in cui Massimo farà luce su un'amara realtà, qualcosa che il suo istinto da tempo intuiva. Bellocchio dirige l'adattamento di un libro perfetto, ben scritto, scorrevole e diretto, mai banale ed estraneo alle retoriche. Un compito complesso quello di trasporre su grande schermo una storia sincera e delicata come quella narrata da Gramellini. Parlare  allo spettatore senza ricorrere a svenevolezze, senza urlare lo strazio profondo e viscerale di chi ha perso la propria madre. Il regista di Bella Addormentata e Vincere, riesce come pochi del mestiere, a dare forma a film ricchi di sfumature emotive, gioielli di purezza ed eleganza, escludendo orpelli e sentimentalismi ostentati.  Restando fedele al libro, Bellocchio tocca tanti temi cari al suo cinema, quali la famiglia, il dolore della perdita, e il senso della rinascita. Il personaggio di Massimo, interpretato da un intenso Valerio Mastandrea, è lacerato dalla sofferenza che non ha mai smesso di segnarlo, e di forgiargli un potente scudo di indifferenza affettiva nei confronti del mondo esterno. Un confine invalicabile che lo rende freddo e distante da tutto e tutti. La tragedia dell'oscurità nel film trova perfetta espressione in una fotografia molto cupa, capace di rispecchiare il grigiore spirituale che permea l'animo del protagonista. Uno stato emotivo soffocante, che per Massimo avrà termine solo grazie alla potenza della verità, e all'amore sincero di una donna. Fai bei sogni è un’opera toccante, tanto drammatica quanto amara, che ci fa riscoprire la bellezza del cinema, quello migliore. 
 
Giada Farrace