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Ted Bundy. Fascino Criminale

Giovedì 09 Maggio 2019 22:45 Pubblicato in Recensioni
Fascino criminale è il sottotitolo italiano del film che pone subito all’attenzione dello spettatore il primo elemento che contraddistingue il protagonista della pellicola: l’attrazione irresistibile che un uomo bello e carismatico esercita sulle masse, attraverso il veicolo dei mass media, reso celebre da un dubbio sinistro che nelle menti di un pubblico, soprattutto femminile, lo rende ancora più magnetico. Ted Bundi è innocente come si professa o è colpevole come tutti gli indizi sembrerebbero provare? Il biopic risponde a questa domanda e nutre la curiosità dello spettatore con fremente suspense fino all’ultima scena. E’ questa la qualità maggiore dell’opera di Joe Berlinger, regista appassionato di crimine e cronaca nera, che aveva già diretto una docu-serie Netflix proprio sulla vicenda Bundy.
Ma la storia di questo film è anche e soprattutto una storia d’amore. E’ il punto di vista della moglie di Ted: Elizabeth, interpretata da Lily Collins, che ci descrive subito la figura del protagonista. 
Bello, affascinante, buono e gentile senza riserve. L’uomo perfetto che si prende cura di una ragazza madre e di sua figlia come se fosse sua. C’è però, nel fascino di questo aspirante avvocato dagli occhi di ghiaccio, un barlume di follia. Zac Efron, che è Bundy, ormai lontano dai primi ruoli da teen idol, riesce ad essere credibile e a regalare allo spettatore un’interpretazione dai toni drammatici e dai colori torbidi, portando sullo schermo tutta l’ambiguità di una narrazione sapida e intrigante.
La trama è già scritta dalla cronaca, come evidenziano alcune scene riprese pedissequamente da episodi realmente accaduti di quello che è stato il primo processo mediatico al mondo. C’è in questa definizione un significato che spiega la natura stessa del film: la ricerca della verità oltre le apparenze. La dualità che abita il protagonista e che fino alla fine lo spettatore, insieme ad Elizabeth, cerca di dipanare, è un’ambiguità che è strumento narrativo e allo stesso tempo la caratteristica che permette al film di considerarsi un’opera riuscita, seppure con qualche inciampo, nell’approfondimento della psicologia del personaggio e nella lealtà dei riferimenti, soprattutto per quanto riguarda il ruolo di Elizabeth, che la cronaca ci suggerisce essere stata il deus ex machina nella cattura del marito, con più coerenza e maggiore decisione rispetto alla trama cinematografica. 
Il vero intento del regista non è quello di mostrare agli spettatori la crudezza degli omicidi compiuti da Bundy, o almeno non subito. La spettacolarità dell’efferatezza e della violenza non è un escamotage narrativo, il vero plot si esplica nel sentimento ambivalente che provano i due protagonisti. Così come Elizabeth si chiederà fino all’ultimo se il suo amato è davvero innocente come professa, anche lo spettatore con lei, è ammaliato dal carisma e dall’arte affabulatoria di quello che già sa essere un serial killer dai tratti psicotici, eppure così docile quando si rapporta alla donna amata. 
“Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile” come suggerisce il titolo originale del film che il regista ha scelto ricalcando le parole usate dal giudice (qui interpretato da John Malkovich) per descrivere, condannandolo, Ted Bundy, il più spettacolare protagonista della storia dei processi penali americana.
 
Valeria Volpini

Il traditore

Giovedì 23 Maggio 2019 17:21 Pubblicato in Recensioni
Santa Rosalia, Luglio 1980. In uno sfarzoso e dispersivo salotto le più importanti famiglie di Cosa Nostra stipulano un accordo delicato, nuove direzioni da seguire nel vasto business della droga. Tensioni latenti e finti consensi fanno da contorno ad un’intesa la cui pace vacillerà in più occasioni portando inevitabilmente a spargimenti di sangue. Tra gli astanti c’è anche Tommaso Buscetta, circondato dalla sua numerosa famiglia. Buscetta sa bene che questa pace siglata dai Clan avrà vita breve e che recherà con sè delle aspre conseguenze per molti individui. Il temuto conflitto tra i boss non si fa attendere, e così pochi anni dopo quella riunione, scoppia una vera e propria contesa per ottenere pieno controllo sul traffico della droga. Il boss dei due mondi, Buscetta, è oramai costretto a fuggire in Brasile per tutalare la sua nuova famiglia, lontano dalla sua amata Sicilia, e dal suo originario nido familiare. Dal Brasile è costretto ad assistere impotente all’uccisione di alcuni suoi cari. Lo scontro tra clan è infatti divenuto più sanguinoso che mai, arrivando a colpire anche vite di innocenti, i quali hanno la sola colpa di portare un nome scomodo. Dopo essere stato arrestato ed estradato in Italia dalla polizia brasiliana, Buscetta incontra il giudice Falcone e pertanto decide di iniziare a collaborare con la giustizia, dando origine ad un processo di smantellamento che cambiò radicalmente le sorti di Cosa Nostra. Il traditore è un film che non si limita soltanto a narrare quel momento di svolta nella lotta alla mafia, ma scandaglia ogni tassello, ponendo in analisi molti elementi di differente natura a partire dal delineamento del complesso profilo di Tommaso Buscetta. Bellocchio ricostruisce l’immagine di un personaggio controverso e umano allo stesso modo e lo fa senza erigere altarini di stampo incriminatorio, ma tentando di avvicinare Buscetta ad una comprensione più profonda dello spettatore. E’ lui il traditore, anche se non ha mai smesso di affermare il contrario, rimarcando la sua estrema lontananza da quella che è divenuta con il tempo Cosa Nostra, estranea a tutti i principi da lui condivisi. La sua presa di posizione lo porta ad una vita da esule, lontano dalla sua terra natia e dall’amata Mondello. Ciò che più colpisce di questo coraggioso ed ambizioso film, è la capacità di condensare un materiale vastissimo in un racconto sul quale non grava  alcuni tipo di pesantezza. Il tessuto intrecciato da Bellocchio ha la virtù di procedere per salti coerenti, senza lasciare nulla nel limbo della sollecitudine. Il suo è un film diretto, frontale come quelle inquadrature sintetiche e dense di senso, che costellano tutta la storia. Privilegiando il contrasto, si fa leva sul carattere più pittorico della scena e della composizione dell’immagine, donando più profondità a molte sequenze. Esemplare è inoltre il lavoro sulla lingua, alla ricerca di quell’idioma originale della Sicilia, di quella cadenza ritmata ed espressiva. Pierfrancesco Favino è il fulcro della scena, perfetto in ogni angolatura, dimostrando ancora una volta di essere un interprete capace di rapire. Plauso speciale va a Luigi Lo Cascio, che restituisce un personaggio dinamico e intenso, abile nell’alternare con disinvoltura diversi registri, come solo pochi sanno fare. 
Il Traditore di Bellocchio, tra i film in concorso a Cannes quest’anno, è pertanto un film personalissimo e di rara bellezza, un racconto puro e analitico, che necessita di essere visto.  
 
Giada Farrace
Questa sera presso il MAXXI si terrà la cerimonia delle nomination dei Nastri d'Argento 2019, il premio del sindacato critici giornalisti al cinema italiano.
La cerimonia di assegnazione del premio si svolgerà a Taormina il prossimo 29 Giugno.
Il traditore è il più candidato con Il primo Re, La paranza dei bambini, Euforia e Suspiria. Nastro speciale 2019 a Sulla mia pelle di Alessio Cremonini.
 
Saranno Chiara Martegiani per il film Ride, Pietro Castellitto per La Profezia dell’Armadillo, Giampiero de Concilio per Un Giorno all’Improvviso e Benedetta Porcaroli per Tutte le mie notti a ricevere  il Premio Gugliemo Biraghi per le più giovani rivelazioni dell’anno.
Un premio speciale va a Dafne di Federico Bondi.
Novità di quest’edizione il ritorno di un premio per la tradizione italiana del doppiaggio. I Nastri premiano anche i migliori doppiatori con il premio Nuovo Imaie Nastri per il doppiaggio che andrà ad Angelo Maggi (John C. Reilly) e a Simone Mori (Steve Coogan) nel film Stanlio e Ollio di Jon S. 
 
 
 
Di seguito l'elenco completo delle cinquine annunciate
 
Nomination Attenzione al Sociale Doc:
Be Kind
Questo è Mio Fratello
Up&Down - Un Film Normale
 
Nomination Cinema del Reale:
1938 Diversi (Le Leggi Razziali del Fascismo)
Arrivederci Saigon
Camorra
La Strada dei Samouni
What You Gonna Do When the World's on Fire?
 
Nomination Cinema e Spettacolo:
"Sono Gassman!" Vittorio Re della Commedia
Friedkin Uncut
Friedkin Uncut
Il Teatro al Lavoro
Sembravano Applausi
 
Nomination Migliore Attore Commedia:
Fabio De Luigi (in 10 Giorni senza Mamma)
Guglielmo Poggi (in Bentornato Presidente)
Paolo Calabresi (in Bentornato Presidente)
Stefano Fresi (in C'e' Tempo)
Fabrizio Bentivoglio (in Croce e Delizia)
Alessandro Gassmann (in Croce e Delizia)
Stefano Fresi (in L'Uomo che Compro' la Luna)
Corrado Guzzanti (in La Prima Pietra)
Stefano Fresi (in Ma Cosa Ci Dice Il Cervello)
Fabio De Luigi (in Ti Presento Sofia)
 
Nomination Migliore Attore Non Protagonista:
Stefano Accorsi (in Il Campione)
Alessio Lapice (in Il Primo Re)
Luigi Lo Cascio (in Il Traditore)
Fabrizio Ferracane (in Il Traditore)
Benito Urgu (in L'Uomo che Compro' la Luna)
Edoardo Pesce (in Non sono un Assassino)
 
Nomination Migliore Attore Protagonista:
Marco Giallini (in Domani e' un Altro Giorno)
Valerio Mastandrea (in Domani e' un Altro Giorno)
Riccardo Scamarcio (in Euforia)
Andrea Carpenzano (in Il Campione)
Alessandro Borghi (in Il Primo Re)
Riccardo Scamarcio (in Il Testimone Invisibile)
Pierfrancesco Favino (in Il Traditore)
Riccardo Scamarcio (in Lo Spietato)
 
Nomination Migliore Attrice Commedia:
Lucia Mascino (in Favola)
Lucia Mascino (in La Prima Pietra)
Carla Signoris (in Ma Cosa Ci Dice Il Cervello)
Paola Minaccioni (in Ma Cosa Ci Dice Il Cervello)
Paola Cortellesi (in Ma Cosa Ci Dice Il Cervello)
Margherita Buy (in Moschettieri del Re)
Alice Rohrwacher (in Troppa Grazia)
 
Nomination Migliore Attrice Non Protagonista:
Anna Ferzetti (in Domani e' un Altro Giorno)
Isabella Ferrari (in Euforia)
Maria Paiato (in Il Testimone Invisibile)
Marina Confalone (in Il Vizio della Speranza)
Valeria Golino (in Les Estivants - I Villeggianti)
 
Nomination Migliore Attrice Protagonista:
Marianna Fontana (in Capri - Revolution)
Pina Turco (in Il Vizio della Speranza)
Federica Victoria "Thony" Caiozzo (in Momenti di Trascurabile Felicita')
Anna Foglietta (in Un Giorno all'Improvviso)
Micaela Ramazzotti (in Una Storia Senza Nome)
 
Nomination Migliore Colonna Sonora:
Danilo Rea (in C'e' Tempo)
Andrea Farri (in Il Primo Re)
Nicola Piovani (in Il Traditore)
Enzo Avitabile (in Il Vizio della Speranza)
Gratis Dinner (in Moschettieri del Re)
 
Nomination Migliore Commedia:
Bangla
Bentornato Presidente
Croce e Delizia
Dolceroma
Troppa Grazia
 
Nomination Migliore Documentario Eventi d'Arte:
Caravaggio - L'Anima e il Sangue
Hitler contro Picasso e gli Altri. L'Ossessione Nazista per l'Arte
Le Ninfee di Monet. Un Incantesimo di Acqua e di Luce
Michelangelo Infinito
Van Gogh. Tra il Grano e il Cielo
 
Nomination Migliore Film:
Euforia
Il Primo Re
Il Traditore
La Paranza dei Bambini
Suspiria
 
Nomination Migliore Fotografia:
Michele D'Attanasio (in Capri - Revolution)
Daniele Ciprì (in Il Primo Re)
Vladan Radovic (in Il Traditore)
Daniele Ciprì (in La Paranza dei Bambini)
Alberto Fasulo (in Menocchio)
Daria D'Antonio (in Ricordi?)
 
Nomination Migliore Produzione:
Capri - Revolution
Euforia
Il Campione
Il Primo Re
Il Traditore
La Paranza dei Bambini
Lo Spietato
Ricordi?
Una Storia Senza Nome
 
Nomination Migliore Regia:
Mario Martone (in Capri - Revolution)
Valeria Golino (in Euforia)
Matteo Rovere (in Il Primo Re)
Marco Bellocchio (in Il Traditore)
Edoardo De Angelis (in Il Vizio della Speranza)
Claudio Giovannesi (in La Paranza dei Bambini)
Luca Guadagnino (in Suspiria)
 
Nomination Migliore Regista Esordiente:
Leonardo D'Agostini (in Il Campione)
Michela Occhipinti (in Il Corpo della Sposa (Flesh Out))
Valerio Mastandrea (in Ride)
Ciro D'Emilio (in Un Giorno all'Improvviso)
Margherita Ferri (in ZEN sul Ghiaccio Sottile)
 
Nomination Migliore Regista Soggetto:
Sergio Rubini (in Il Grande Spirito)
Angelo Pasquini (in Il Grande Spirito)
Diego De Silva (in Il Grande Spirito)
Carla Cavalluzzi (in Il Grande Spirito)
Stefano Massini (in La Prima Pietra)
Nicola Guaglianone (in Non ci Resta che il Crimine)
Andrea Bassi (in Non ci Resta che il Crimine)
Roberto Marchionni "Menotti" (in Non ci Resta che il Crimine)
Bonifacio Angius (in Ovunque Proteggimi)
Paola Livia Randi (in Tito e gli Alieni)
 
Nomination Migliore Sceneggiatura:
Valeria Golino (in Euforia)
Walter Siti (in Euforia)
Valia Santella (in Euforia)
Francesca Marciano (in Euforia)
Ludovica Rampoldi (in Il Traditore)
Valia Santella (in Il Traditore)
Francesco La Licata (in Il Traditore)
Maria Luisa Bellocchio (in Il Traditore)
Francesco Piccolo (in Il Traditore)
Edoardo De Angelis (in Il Vizio della Speranza)
Umberto Contarello (in Il Vizio della Speranza)
Roberto Saviano (in La Paranza dei Bambini)
Claudio Giovannesi (in La Paranza dei Bambini)
Maurizio Braucci (in La Paranza dei Bambini)
Giacomo Bendotti (in Una Storia Senza Nome)
Angelo Pasquini (in Una Storia Senza Nome)
Roberto Andò (in Una Storia Senza Nome)
 
Nomination Migliore Scenografia:
Giancarlo Muselli (in Capri - Revolution)
Dimitri Capuani (in Favola)
Carmine Guarino (in Il Vizio della Speranza)
Daniele Frabetti (in La Paranza dei Bambini)
Tonino Zera (in Moschettieri del Re)

La Llorona

Mercoledì 17 Aprile 2019 21:12 Pubblicato in Recensioni
Da Michael Chaves, stesso regista di The Conjuring 3, arriva in tutte le sale italiane un nuovo horror basato sulla leggenda della Llorona, spettro appartenente al folklore dell’America Latina. La leggenda trae le sue origini dalla mitologia aborigena delle popolazioni preispaniche nella quale si narra di una donna, in particolare una madre, che avrebbe annegato suo figlio per vendicarsi del marito adultero. Realizzato il grave errore, ella vagherebbe, senza una meta, alla ricerca di un bambino che possa sostituire il suo, annunciando la sua presenza con un caratteristico pianto disperato. Ambientato nella Los Angeles degli anni ‘70, il film segue le vicende di un’assistente sociale che, a causa del proprio lavoro, si trova a contatto con una delle madri vittime della Llorona che, invano, sta tentando di proteggere i suoi figli segregandoli in casa. Tutti i rituali salvifici della donna vengono interrotti “in favore” del recupero dei bambini che, non più protetti, muoiono affogati per mano dello spettro. Sin dall’incipit tutto pare poco coinvolgente, in una narrazione che si sviluppa a poco a poco in un banale groviglio di cliché, cambiando solo la natura della minaccia che incombe sui protagonisti, ma non lo svolgimento dei fatti. L’assenza di elementi capaci di dare colore finirà con l’appiattire il tutto confinando il film tra quei poco riusciti thriller degli ultimi anni. Ogni cosa è già vista a tal punto che il pensiero che ci assale alla fine è che si potrebbe risparmiare tranquillamente il costo del biglietto, preferendo qualcosa di meglio. Sono effettivamente presenti tutti quegli elementi comuni alla maggior parte dei classici horror così eccessivamente mainstream da non far divertire più lo spettatore: jump scare poco studiati, propaganda religiosa che finisce con l’annoiare e personaggi dalle reazioni, spesso e volentieri, del tutto innaturali. Probabilmente un pubblico di appassionati dell’universo The Conjuring, con il quale La Llorona condivide parecchie somiglianze, troverà ciò che sperava di vedere, per tutti gli altri, il pericolo del “già visto” spaventerà e non poco.
 
Valeria Marra