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Martin Eden

Mercoledì 04 Settembre 2019 10:38 Pubblicato in Recensioni

Lo smarrimento del senso della propria arte ha condotto Jack London ad un periodo di stasi profonda, di brusca interruzione nell’intimo processo comunicativo con il mondo. Qualche anno più tardi, lo scrittore statunitense scolpisce il suo Martin Eden ispirandosi a questo punto di arresto, a quel suo autoritratto di individuo in conflitto con alcune zone d’ombra della società a cui appartiene. Pietro Marcello decide di ispirarsi liberamente a questo vivace e profondo romanzo, facendo propria la parabola dell’antieroe. La vicenda narrata dal film, parte proprio nel momento in cui la vita del giovane Martin Eden subisce un totale cambiamento. Egli, audace marinaio alla continua ricerca di nuove avventure e curioso esploratore di luoghi estranei, si ritrova a dover salvare da un pestaggio Arturo, un ragazzo appartenente all’alta borghesia industriale. Martin viene così ricevuto in casa della famiglia del ragazzo, ed è qui che tra i numerosi convenevoli per il miracoloso salvataggio, il giovane si ritrova a stretto contatto con Elena, l’incantevole e colta sorella di Arturo, di cui egli si invaghisce da subito. Un’immagine quasi eterea e inarrivabile quella di Elena, che oltre a rappresentare un’ossessione amorosa, esprime indirettamente quel desiderio di riscatto sociale a cui Martin ambisce da sempre. Tra numerosi ostacoli e limiti che inizialmente appaiono insormontabili, Martin riesce a superare lo scoglio della sua umile origine, coltivando autonomamente la passione per lo studio e per la lettura. La tenace aspirazione ad elevarsi, un po’ per la voglia di migliorarsi e un po’ per amore di Elena, lo porta a realizzare quel sogno a tratti inaccessibile di diventare uno scrittore. Ma lo scotto da pagare è amaro, l’emancipazione della cultura può portare a stretto contatto con circoli borghesi di un certo stampo, un mondo asfissiante e fittizio, troppo lontano dal pensiero sincero di Martin. Il film diretto da Pietro Marcello, seconda opera italiana in concorso quest’anno alla 76esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, è una libera trasposizione del romanzo forse più intimo e autobiografico di Jack London. Il Martin Eden di Marcello, è un affresco sincero e appassionato sui grandi cambiamenti avvenuti nel corso del Novecento e soprattutto sulle aspre difficoltà da parte di un giovane di umili origini nel rapportarsi alla società Borghese, emancipandosi solo attraverso la cultura e le proprie capacità. Libero da ogni forma di limite temporale, questo ambizioso lavoro, è ambientato simbolicamente in una Napoli colorata e consumata dalla società industriale, come avvenne per molte altre città in quel periodo. Al flusso narrativo del film, Pietro Marcello decide di alternare delle suggestive immagini di repertorio donando al racconto un respiro ancor più vivido. Il regista entra quasi in punta di piedi in questa vicenda, lasciando parlare il protagonista e il paesaggio, incontrastato fulcro dell’immagine in molte sequenze. Dietro questo giovane ed audace antieroe c’è Luca Marinelli, qui intenso come non si vedeva da tempo e aderente in massimo grado al ruolo. Attraverso i suoi occhi percepiamo molte sfumature dell’ambiente circostante ed è come se vivessimo in prima persona le situazioni a cui prende parte. Purtroppo l’unica debolezza del film, risiede nella parte finale, dove il quadro diviene più denso e artificioso. Si cede un po’ troppo al manierismo e questo rende molti passaggi forzati, generando una stonatura anche sul piano interpretativo. Un finale più sentito e meno conformato avrebbe chiuso il cerchio in modo più coerente. Nelle sale a partire da martedì 4 Settembre. 

Giada Farrace

La SIC a Venezia 76

Venerdì 19 Luglio 2019 13:35 Pubblicato in News
E’ stata presentata questa mattina la 34esima selezione della Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (28 agosto – 7 settembre 2019).
La sezione, composta da sette opere prime in concorso e due eventi speciali tutti in anteprima mondiale, è curata dal Delegato Generale della SIC Giona A. Nazzaro affiancato da Paola Casella, Simone Emiliani, Beatrice Fiorentino e Roberto Manassero.
I sette lungometraggi concorrono a due premi principali: Premio del pubblico, realizzato grazie al sostegno del Comune di Taranto; Gran Premio Settimana Internazionale della Critica, realizzato grazie al sostegno di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori e assegnato da una giuria internazionale al miglior film in concorso. Inoltre, i film della sezione concorrono all’assegnazione dei seguenti riconoscimenti: Premio Circolo del Cinema di Verona, assegnato da una giuria composta da soci under 35 del Circolo di Verona e destinato al film più innovativo della sezione; Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico, sponsorizzato dall’Hotel Saturnia di Venezia e assegnato da un’apposita commissione di esperti.
 

I film della SIC, come tutte le opere prime di lungometraggio presentate nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione Ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele), concorrono all’assegnazione del Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”. Una Giuria Internazionale assegnerà senza possibilità di ex-aequo un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore.
I membri della commissione selezionatrice tengono a precisare il carattere “politico” delle opere presentate, a passo con I tempi e con le tematiche al momento scottanti, si parlerà infatti di frontiere, integrazione, multiculturalità anche se non mancheranno accenni surreali tipici di un cinema che ha fatto scuola e soprattutto la delicatezza di uno sguardo femminile che si stacca da un coro di modi convenzionali di gestire il racconto. Giona A. Nazzaro ci tiene a sottolineare quanto questa selezione, ma in generale l’intero lavoro della SIC, occupi un posto ben preciso nel dibattito politico attuale con alcuni film che sicuramente poco piaceranno “a Trump o Salvini”. Il compito di seleizione è durato mesi e sono state visionate circa 400 opere da tutto il mondo, per arrivare alla scrematura definitiva che verrà presentata al Festival. Ci si augura che tutti questi lavori, che da uno sguardo iniziale sembrano decisamente molto convincenti, possano trovare una distribuzione anche nei circuiti tradizionali, perchè come sottolinea Paola Casella, si è cercato di badare non solo all’importanza e alla bellezza oggettiva dei lavori ma anche sulla fruibilità da parte degli spettatori non addetti ai lavori.
 
Di seguito la selezione del concorso:
    • Jeedar El Sot / All This Victory di Ahmad Ghossein (Libano, Francia, Qatar)
    • Partenonas / Parthenon di Mantas Kvedaravičius (Lituania, Ucraina, Francia)
    • El Principe / The Prince di Sebastian Muñoz (Cile, Argentina, Belgio)
    • Psykosia / Psychosia di Marie Grahtø (Danimarca, Finlandia)
    • Rare Beasts di Billie Piper (Regno Unito)
    • Sayidat Al Bahr / Scales di Shahad Ameen (Emirati Arabi Uniti, Iraq, Arabia Saudita)
    • Tony Driver di Ascanio Petrini (Italia, Messico)

Evento speciale fuori concorso – Film d’apertura
    • Bombay Rose di Gitanjali Rao (Regno Unito, India, Francia)
    •
Evento speciale fuori concorso – Film di chiusura
    • Sanctorum di Joshua Gil (Messico, Qatar, Repubblica Dominicana)

Chiara Nucera

 

BowLand al Roma Summer Fest

Venerdì 19 Luglio 2019 12:51 Pubblicato in News

Dopo aver ipnotizzato il pubblico di X Factor 2018, dove si sono classificati al quarto posto con il loro trip hop iran-italiano e il loro stile ricercato, i Bowland arrivano all’Auditorium Parco della Musica il 19 luglio 2019 in occasione del Roma Summer Fest per incantare il pubblico capitolino.

 

BowLand è un progetto musicale nato a Firenze da tre amici che si sono incontrati a Teheran, che trova le sue radici in uno spazio in cui atmosfere fluttuanti e suoni insoliti si fondono con voci eteree e ritmi groovy. è un'ascesi, una terra sognata e sognante dove i tre ragazzi sono arrivati senza pianificarlo.
Nel 2017 esce Floating Trip, primo album della band, una somma delle influenze artistiche del loro percorso maturato negli anni - dai Gorillaz ai Portishead, passando per le Cocorosie e Nicolas Jaar. Tracce in cui le cui parole sono diretta conseguenza della musica, origine primaria; pezzi che portano dentro un'innata radice mediorientale ma che di stereotipo o di definizioni forzate non hanno nessuna parvenza.
Nel 2018 sconvolgono e rapiscono il pubblico Italiano arrivando, con la stessa personalità e con i propri colori, fino alla finale del programma televisivo XFactor Italia presso il Mediolanum Forum di Milano. A dicembre pubblicano l’EP Bubble Of Dreams, anticipato dal singolo Don’t Stop Me, brano inedito dei BowLand, prodotto da Pino “Pinaxa” Pischetola, che ha già superato 1 milione di stream su Spotify.
Con un tour di successo e un sold out dietro l’altro, il viaggio dei BowLand nel 2019 è iniziato nel modo giusto e continuerà con un nuovo album e tanto altro da ascoltare e scoprire.
YAMAHA MUSIC è partner tecnico del tour dei BowLand.

Kore-eda apre la Mostra del Cinema

Giovedì 18 Luglio 2019 22:38 Pubblicato in News
La Vérité di Kore-eda Hirokazu sarà il film di apertura della 76esima Mostra del Cinema di Venezia
che inaugura il Concorso ufficiale.
 
 
La vérité (The Truth), diretto da Kore-eda Hirokazu (Un affare di famiglia; The Third Murder; Like Father, Like Son), si fregia di un cast importante con star internazionali del calibro di Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ethan Hawke.
Il regista, dimostratosi onorato di aprire la kermesse con il suo lavoro, spiega come le riprese si siano svolte lo scorso autunno a Parigi in dieci settimane. La storia, sviluppata quasi interamente all’interno di una piccola casa, narra le vicissitudini di una famiglia che si agita in un microcosmo  di menzogne, orgogli, rimpianti, tristezze, gioie e riconciliazioni.
Stando alle parole di Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema,  “Kore-eda per il primo film realizzato al di fuori del suo Paese ha avuto il privilegio di poter lavorare con due grandi star del cinema francese. L’incontro fra l’universo personale dell’autore giapponese più significativo del momento, e due attrici tanto amate come Catherine Deneuve e Juliette Binoche, ha dato vita a una  poetica riflessione sul rapporto madre-figlia e il complesso mestiere d’attrice, che sarà un piacere presentare in apertura alla prossima edizione della Mostra del Cinema di Venezia”.
La vérité sarà proiettato in prima mondiale mercoledì 28 agosto nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia.
 
 
Chiara Nucera