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Al Festival del Cinema di Sitges 2017 si è tenuta una tavola rotonda sui 50 anni del cinema horror italiano alla presenza di tre grandi maestri quali Dario Argento, Sergio Martino e Lamberto Bava, che ha visto tra l'altro come ospite d'onore il regista messicano Guillermo del Toro, grande ammiratore dei loro film. A moderare l'incontro con il pubblico c'era Manlio Gomarasca, fondatore di Nocturno Cinema.

Al via dal 22 al 26 novembre la 37^ edizione del FANTAFESTIVAL (Mostra Internazionale del Film di Fantascienza e del Fantastico), diretta da Alberto Ravaglioli. Un appuntamento ricco di anteprime esclusive, eventi speciali, incontri, retrospettive, dibattiti e sezioni competitive.
 
 
Tra gli incontri attesi Luigi Cozzi, regista di Star Crash – Scontri Stellari Oltre la Terza Dimensione e protagonista del documentario a lui dedicato Fantasticozzi, diretto da Felice M. Guerra, e l’effettista e regista Sergio Stivaletti, che presenterà in anteprima una clip tratta dalla sua ultima fatica dietro la macchina da presa: Rabbia Furiosa, liberamente ispirato al terribile fatto di cronaca riguardante il cosiddetto “Canaro della Magliana”.
 
Il 23 novembre si terrà un appuntamento dedicato al fantastico televisivo, volto a riportare alla luce l’unico esempio di serie televisiva fantascientifica realizzata per il circuito delle emittenti locali. Alla presenza degli autori e del cast artistico e tecnico, infatti, verranno proiettati tre episodi di un piccolo tesoro perduto della storia della TV italiana: la sconosciuta Ora Zero e dintorni, realizzata nel 1979 e di stampo antologico con ambientazione post-atomica. 
 
Venerdì 24 novembre sarà dedicato, invece, ad un grande del piccolo schermo fantastico (e non solo) tricolore: Biagio Proietti. Per l’occasione verranno proiettati il rarissimo Storia senza parole, appassionante giallo senza dialoghi, e La casa della follia, uno dei migliori episodi della serie Il fascino dell’insolito, tratto da un racconto del grande Richard Matheson. Alla serata parteciperà lo stesso Proietti, pronto a rispondere alle domande del pubblico e a raccontare la sua vita e la sua carriera.
 
Sabato 25 novembre, il Fantafestival dedicherà la serata al rapporto tra Cinema e Fumetto di genere fantastico: oltre alla presentazione dei progetti editoriali di Bugs Comics il ricco programma di proiezioni prevede, tra l’altro, il documentario Splatter – La rivista proibita e il primo cortometraggio da regista di Claudio Chiaverotti, sceneggiatore Sergio Bonelli Editore di Dylan Dog, Brendon e Morgan Lost: l’horror I vampiri sognano le fate d’inverno?
 
Domenica 26 novembre in chiusura, invece, sarà la volta di un omaggio al recentemente scomparso maestro del cinema horror George A. Romero: la proiezione su grande schermo della versione restaurata del cult Zombi. Il film sarà proiettato nella versione europea della pellicola, con il montaggio di Dario Argento e le musiche originali dei Goblin e sarà introdotto proprio dallo stesso Argento, che con il padre degli zombi ha condiviso lavoro e amicizia. Un omaggio oltretutto preceduto da un’intervista esclusiva allo stesso Romero realizzata da Leopoldo Santovincenzo e Carlo Modesti Pauer. 
 
Anche quest’anno la sezione Panoramica Italia si propone come vetrina privilegiata del lavoro dei giovani autori italiani di cinema fantastico e ospiterà, tra gli altri: il misterico fanta-horror The Antithesis con Crisula Stafida (Tulpa – Perdizioni mortali) e Marina Loi (Zombi 3); The Wicked Gift, opera prima di Roberto D’Antona, giovane attore/regista indipendente che ha già all’attivo diversi cortometraggi e webserie di genere e Almost Dead, thriller-horror di Giorgio Bruno, premiato a Miami al MiSciFi 2017 come “Miglior Thriller”.
 
Il 37° Fantafestival dedica due proiezioni notturne agli Z-Movies e a due registi che sono riusciti ad entrare nella storia del cinema orgogliosamente dalla porta sul retro.
Andrea Marfori, regista del cult-trash horror Il Bosco 1, presenterà Zombie Soviet Invasion, episodio pilota di quella che è stata definita la risposta russa a The Walking Dead e il mediometraggio The Unfortunate Life of Georgina Spelvin Chained to a Radiator.
Protagonista della seconda serata Z-Movies sarà Marco Antonio Andolfi, regista e protagonista del film La Croce delle Sette Pietre. In occasione del trentennale di quello che è conosciuto anche come Il lupo mannaro contro la Camorra, sarà proiettato anche il mediometraggio sequel del film del 1987: Riecco Aborym!
 

Bia di Valerio Nicolosi, presentazione ufficiale

Mercoledì 25 Ottobre 2017 10:25 Pubblicato in News
Dopo i riconoscimenti nazionali e internazionali di “Bar(n)Out duepuntoniente”, primo cortometraggio della trilogia sulle periferie di Valerio Nicolosi, 
esce il secondo episodio: "Bia" venerdì 27 ottobre, ore 18.30, presso Dolce Vita Gallery in via Palermo 41 a  Roma.
 
“Bia” racconta la storia della periferia romana a cavallo tra gli anni '90 e i primi 2000. La crudezza delle scene di vita quotidiana rappresentate nel corto sono le stesse vissute dal il regista e da coloro che nei sobborghi imparano a sopravvivere perché spesso non c’è una facile via d’uscita.
Un’amicizia profonda, l’amore che innalza e distrugge, la solitudine di un brivido che rompe il fiato.
“Bia” racconta la storia di cinque personaggi che si intrecciano a doppia mandata tra loro in un contesto arido e feroce, dove la vita chiede sempre il conto. Dove non piange quasi nessuno e la speranza è soltanto un piccolo mucchio di polvere scura tenuta tra le bollette da pagare.  
 
 
 
 
Bia, la protagonista del cortometraggio, non è nata nella periferia romana ma vi si è dovuta adattare. E’ stata costretta a trovare un modo per viverci al meglio perché racchiudeva tutto il suo mondo quando è rimasta orfana. È tenace e innamorata, ma si ritroverà a fare i conti con un degrado che non le appartiene, che la fagocita e che lei fa suo. Arriverà addirittura a sentirsi in colpa per il disagio che la circonda e intraprenderà strade impervie e pericolose per trovare una soluzione che possa salvare più esistenze. La dipendenza dall'eroina di Mel, suo compagno di vita, le bollette da pagare, il rischio di sfratto e la luce in fondo al tunnel che si spegne come una candela sfiatata. Bia cercherà e troverà la forza di combattere e reagire, ma la vita spesso presenta un colto più salato di ciò che ci aspettiamo.
“Bia” è il secondo cortometraggio di Valerio Nicolosi, tratto dal libro “Bar(n)Out” di Paolo Verticchio e Valerio Nicolosi, entrambi nati e cresciuti nella periferia raccontata nelle pagine e nelle immagini dei corti.
La presentazione di “Bia” si terrà venerdì 27 ottobre alle ore 18.30 presso la Dolce Vita Gallery, via Palermo 41, Roma.
“Bar(n)Out duepuntoniente”, opera prima di Valerio Nicolosi, ha vinto il Feel the Reel IFF nella categoria “Miglior Film” e “Miglior Attrice”, nomination per la Regia e per la Colonna >Sonora nello stesso festival, nomination per il Montaggio al Bucharest ShortCut CineFest, Menzione Speciale al Canada's Yes! Let's Make a Movie Film Festival e finalista allo SHORT to the Point, Bucharest Film Awards, StoneFair IFF e al The Mediterranean Film Festival, Roma Cinema Doc, Social World Film Festival, New York Short Film Tuesday.
Valerio Nicolosi, Filmmaker e fotoreporter nato a Roma nel 1984. Diplomato nel 2008 con il massimo dei voti presso il Centro Sperimentale Televisivo di Roma ha vinto il Roma Videoclip 2016 con il video della canzone “A un passo da qui” di Marco Ro’ e è stato finalista al “Nazra Film Festival 2017” con il videoclip “My Extraordinary Homeland” di MC Gaza, girato nella Striscia di Gaza nel gennaio 2015.
Ha realizzato numerosi documentari a sfondo sociale in Palestina, al confine siriano, in America Latina e durante l'operazione umanitaria “Mare Nostrum”. Ha pubblicato due libri di racconti e fotografie, “Bar(n)Out” e “Be Filmaker a Gaza” con il quale ha vinto il Premio Montesacro per il miglior libro del 2015. 
Collabora come docente occasionale nel corso di “Giornalismo audiovisivo” presso l'università La Sapienza e con le università palestinesi Al-Aqsa e Deir El-Balah, entrambe nella Striscia di Gaza.
Vive a Bruxelles dove collabora con i maggiori network italiani e internazionali e ha seguito gli attentati di Parigi e Bruxelles. Ha realizzato reportage per le ultime elezioni in USA, Francia e Olanda.

Una mujer fantastica

Sabato 18 Febbraio 2017 13:14 Pubblicato in Recensioni
Tirando le conclusioni dell’edizione 67 del Festival di Berlino, possiamo fin da subito affermare che il concorso ha proposto una line up non troppo soddisfacente, visto anche il blasone della manifestazione, sempre attenta a titoli stuzzicanti ed allo stesso tempo impegnati. E’ anche vero che uno standard qualitativo di alto livello non è sempre facilmente riconfermabile, ma una flessione c’è stata e rischia di declassare un evento rinomato e di grande prestigio. Tra i titoli del concorso che si salvano, troviamo questa produzione cilena targata Pablo Larrain, che si porta a casa (meritatamente) l’Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura. Una Mujer Fantastica è un film con una grande anima, che attinge da molteplici influenze artistiche. Una pellicola che urla fortemente la propria identità contro i feroci accanimenti all’individuo etichettato come diverso. In particolare verso la protagonista Marina (Daniela Vega), giovane cameriera trans, vittima di soprusi e violenze. 
 
In un luccicante locale che trasuda anni 80’ e di balera, Orlando (Francisco Reyes) assiste estasiato alla performance canora di Marina. I due hanno una relazione consolidata e profonda. Marina ha 20 anni in meno di Orlando, ma questo non è un ostacolo al loro amore. E’ una sera speciale, è il compleanno di Marina e per festeggiare si regalano una notte di passione. Occasione perfetta per regalare alla donna due biglietti per le cascate Ignazù in Brasile. Purtroppo Orlando ha un malore durante la notte e con concitata frenesia Marina trasporta il compagno in ospedale. Di lì a poco l’uomo muore. Subito vengono aperte delle indagini per verificare se la donna è coinvolta con il decesso. La famiglia di Orlando, che non vede di buon occhio Marina, spalleggia vigorosamente gli investigatori. Lei, a priori, è il problema. Questo impiccio deve essere eliminato e i membri della famiglia del defunto fanno di tutto per farla uscire definitivamente dalle loro vite. Le viene anche proibito di partecipare al funerale. Marina è una donna fiera delle sue scelte, che va a testa alta come un bulldozer contro chi la vuole ghettizzare e denigrare. E’ diventata quello che desiderava e nessuno ora glielo può togliere.
 
In mondo fortemente moralista e quindi non lontano dalla realtà, il regista e sceneggiatore Sebastian Lelio inserisce un personaggio credibile che esige di essere se stesso. La sua è una regia pulita che combina verismo, crudezza ed immaginazione. Mix inusuale che destabilizza (in positivo) il pubblico in sala, che è in grado di provare emozioni rabbiose, coinvolgenti e disperatamente amorevoli.  
Ben scritto e con poche pause, Una Mujer Fantastica è un film che non si nasconde, come il suo regista, figlio della corrente post-dittatura cilena. Il suo furore artistico illuminò la Berlinale 2013 con Gloria (che portò la protagonista Paulina Garcia a vincere il premio come migliore attrice). I due film sono similari nel sotto testo: le donne (con le quali dimostra di lavorare egregiamente) che vincono sulle ingiustizie al maschile. Meno commedia e di conseguenza diventa l’alter ego drammatico di Gloria, ma la voce femminile si sente lo stesso forte e tuonante.
 
Una Mujer Fantastica rappresenterà il Cile ai prossimi premi Oscar. La pellicola sudamericana, che nelle sue pieghe ha chiare influenze del cinema di Almodovar e anche del grande David Linch, è l’esempio lampante di come si possa parlare di diversità senza ricadere nella retorica. Lelio costruisce una storia forte, proponendoci una narrazione che si trasforma in una caccia al tesoro sia materiale che spirituale.
 
David Siena