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I simpaticissimi siparietti di Marco Giallini che ci parla di Rocco Schiavone dalla conferenza stampa di presentazione della seconda stagione 12.10.2018

Stefano Sollima ci parla di Soldado

Giovedì 18 Ottobre 2018 20:40 Pubblicato in Full Screen

Stefano Sollima risponde ad una domanda sulla particolarità del finale di Soldado, la sua ultima produzione Hollywoodiana. Scopriamo che sono stati tagliati dal finale 10 minuti di scene, alla domanda ci puoi dire cosa non si vede nel finale? Sollima risponde... 

7 sconosciuti a El Royale

Giovedì 25 Ottobre 2018 14:38 Pubblicato in Recensioni
El Royale sorge esattamente a cavallo tra lo stato della California e quello del Nevada. Un tempo lussuoso albergo noto per le prestigiose presenze al suo interno (attori del calibro di Marilyn Monroe e personalità di spicco come il presidente Bob Kennedy), ora vive degli antichi albori, ospitando in modo sporadico qualche banale viandante in breve permanenza prima di oltrepassare il confine. Durante una turbolenta notte, giungono presso il famoso albergo quattro ambigui individui, ognuno dei quali si dimostra fin da subito piuttosto distaccato e circospetto. Tra loro vi è un prete dall’apparenza inusuale (interpretato da Jeff Bridges), una donna afroamericana contornata da un’aria alquanto avvilita (Cynthia Eviro), e un  loquace rappresentante di elettrodomestici (John Hamn). Ai tre si aggiungerà ben presto un’altra promiscua presenza, ossia quella di una donna (Dakota Johnson) che non tarda a dimostrarsi da subito un tipo scontroso e ribelle, e che immediatamente si isola dal gruppo. La notte al El Royale rappresenta per questi quattro personaggi un momento cruciale, svelando per gradi quali siano le loro reali intenzioni, e cosa si celi davvero dietro quelle impenetrabili facciate. Un labirintico gioco di svelamento accompagna lo spettatore dalla prima metà del film fino al suo termine. La sensazione che si ha di fronte ad un tale flusso di eventi è simile a quella che si prova durante lo sviluppo di una foto all’interno di una camera oscura, dove in primo luogo ogni cosa risulta nebulosa e ignota, per poi assumere un contorno più chiaro e definitivo alla fine del processo. Il film diretto da Drew Goddard, ha il lodevole pregio di intrattenere lo spettatore senza cadere preda di un match che fa della complessità il proprio motivo portante, ma edifica un momento di cinema puro, imperniato su una caratterizzazione quasi impeccabile dei personaggi che scorrono sullo schermo. Ognuno di essi ha infatti alle sue spalle una pagina critica del proprio passato, che in qualche modo ha contribuito a condurlo nella situazione attuale, un contesto che a poco a poco cresce di intensità fino a raggiungere verso la fine un climax narrativo e visivo.  A rendere ancora più policroma questa coinvolgente storia, è un’ambientazione curata nei massimi dettagli, popolata dalla più calda atmosfera anni 70 (siamo infatti nel 1970 per la precisione), dove la magnetica musica di un jukebox scandisce gli avvenimenti più accesi. Degni di nota sono inoltre i frequenti virtuosismi di ripresa ad opera del regista, il quale cerca di immergere lo spettatore nei grigio e silenzioso corridoio dietro gli specchi di ciascuna camera dell’albergo. La macchina da presa si muove in modo felino, fluido, mostrando progressivamente  cosa accade nelle quattro stanze. 7 sconosciuti al El Royale, in concorso alla Tredicesima Festa del Cinema di Roma, è un lavoro che scorre benissimo, animato da un vertiginoso dinamismo, che non manca di tenere ben sveglio lo spettatore. Un film che si regge essenzialmente su personaggi attraenti e a volte grotteschi, il cui sviluppo vanta di una sfaccettatura complessa e imprevedibile. Il cast scelto è di tutto spicco, vantando nomi come Jeff Bridges, Cynthia Eviro e un sorprendente (e camaleontico) Chris Hemsworth, in un ruolo che evoca la figura di Charles Manson. Un lavoro coinvolgente, che punge nell’intento di ispirarsi, anche se in modo indiretto, ad alcuni dei tanti segreti e colpi di scena appartenenti alla controversa e “ingenua” storia americana. 
 
Giada Farrace

Halloween

Giovedì 25 Ottobre 2018 14:16 Pubblicato in Recensioni
A distanza di molti anni dalla brutale uccisione di Annie, Laurie non ha mai dimenticato quel folle omicida che pose fine in modo così violento alla vita della sorella. Micheael Myers, da tempo rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Smith’s Grove, a seguito di un trasferimento presso un’altra struttura evade assieme ad altri detenuti affetti da insanità mentale, arrivando ad uccidere ferocemente l’autista del trasporto, e tutte le guardie in servizio. Per Laurie è finalmente giunto il momento di combattere e vendicare il terribile delitto della sorella, poichè Myers è oramai a piede libero. Lo scontro tra Laurie e Micheal è più vicino di quanto essi immaginino. Uno dei più affascinanti e brutali assassini della storia del cinema horror torna per regalare al pubblico ancora una volta quella tensione e quel mix di intrattenimento che soltanto un personaggio simile può restituire. Ad affiancare Myers nella storia vi è la figura di Laurie Straude che soprattutto in questo capitolo, riveste un ruolo di innegabile importanza sia sul piano narrativo, che su quello emotivo. Jamie Lee Curtis è in perfetta forma, e il suo personaggio non perde mai credibilità nel corso della vicenda, alternando l’impronta forte e impavida  a quella più protettiva e ironica. 
Il film diretto da David Gordon Green, si concentra molto su quel clima di terrore che precede ogni forma di azione compiuta da Myers, il quale si muove, dalla prima metà del film in poi, in piena libertà, uccidendo brutalmente chiunque capiti sulla sua strada. Analizzando un film come Halloween, non si può evitare pertanto di fare cenno ad un montaggio sonoro la cui struttura solida, trova piena espressione soprattutto nella parte conclusiva del film, donando un ritmo ad alta tensione denso di angoscia.  Nel complesso si può affermare con un certo grado di soddisfazione che l’ultimo film dedicato a questa spaventosa saga sia un mix riuscito di scene ad alto contenuto splatter, incentrate sulle terribili uccisioni ad opera di Myers.  In un contesto di continuo abuso di jumpscare da parte del più contemporaneo cinema horror, il film di Green si fa spazio nel gioco di suspense e sangue senza eccedere nell’utilizzo di tali espedienti, creando un’atmosfera angosciante imperniata sul personaggio di Micheal, sui suoi movimenti, persino sul suo modo di respirare. Merito di Myers o della costruzione del film, di fatto l’ultimo Halloween convince, e lo fa dimostrando di offrire molto di più di una prevedibile carneficina di innocenti. In uscita nelle sale italiane dal 25 ottobre e contemporaneamente in concorso alla tredicesima Festa del Cinema di Roma, il film sazierà indubbiamente la fame degli appassionati della saga, regalando un ottimo momento di intrattenimento horror anche a chi si avvicina per la prima volta al personaggio di Micheal Myers. 
 
Giada Farrace