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Visualizza articoli per tag: virna castiglioni

Thelma

Mercoledì 18 Settembre 2024 17:38

"Thelma" è una dolce nonna di 93 primavere rimasta vedova ma ancora in grado di badare a sé stessa, nonostante le riserve dei familiari che la vorrebbero controllare anche a distanza attraverso l' utilizzo di un dispositivo elettronico. Un giorno, sola in casa, riceve la telefonata di due truffatori che si fingono prima il nipote vero artefice di un incidente stradale che ha causato il ferimento di una donna incinta e poi del complice che gli intima di depositare in una casella postale ben 10.000 dollari per poter pagare la cauzione e permettere il rilascio del giovane accusato di aver provocato il sinistro. Questo evento vile scatena in un attimo la confusione di Thlema che si precipita in preda ad una forte agitazione all'ufficio postale per inviare il denaro quanto prima e cercare di dare una mano, per quanto è in suo potere. Nel frattempo allerta i familiari che, in breve tempo, si accorgono del raggiro e, pur cercando di rassicurarla, si convincono che la loro parente non può più rimanere in balia di sé stessa senza rischi. Un film che prende spunto da fatti di cronaca sempre più frequenti che interessano persone fragili e vulnerabili e su questi avvenimenti costruisce una brillante commedia sul senso della vita. "Thelma" parla del tempo che scorre inesorabile erodendo affetti che se ne vanno, di malattie che subentrano minando autonomia e indipendenza ma soprattutto rammenta che il vero dramma del secolo nel quale viviamo è rappresentato dalla solitudine che può diventare prigione per chi non può contare su una rete familiare di supporto che possa accompagnare nel difficile passaggio dalla vita attiva a un' esistenza che necessita di sempre maggiore e costante assistenza.

Il film alterna, mantenendo un buon equilibrio fra le parti, momenti esilaranti e situazioni paradossali al limite del credibile con altre decisamente di tono più intimistico e riflessivo. Questa alternanza fra il registro più comico e quello più serio e compìto funziona molto bene nell'economia della pellicola.
La vera nota debole dell' impianto narrativo è la deriva action che dirotta il film su un road movie un po' troppo eccentrico e, per certi versi, fin troppo banale. Le avventure divertenti di Thelma all'inseguimento dei malviventi sono divertenti ma, alla lunga, stancanti.  Nel complesso "Thelma" rimane un film gradevole, spassoso, che diverte ma fa anche riflettere sul senso ultimo della vita, sulla preziosa amicizia di chi sta passando le stesse problematiche e può capire fino in fondo quello che si prova, fornendo un aiuto concreto e non solo di facciata. Il film che pone l' accento sulla condizione degli anziani che spesso costituiscono un peso per la società, un problema da gestire per i figli che non trovano il tempo e le forze sufficienti da dedicare loro. Molto coinvolgente anche la scelta di esplorare il legame speciale che si instaura con il nipote adolescente che si affaccia alla vita con i problemi di una generazione confusa e depauperata del futuro e si relaziona con la senilità profonda e saggia che avrebbe ancora molto da dire e da fare se non si pensasse sempre molto più frequentemente a relegare le persone anziane nelle strutture protette per non avere inutili preoccupazioni. Un film che stilla dolcezza, tenero che ha nella protagonista uno dei suoi maggiori punti di forza. June Squibb è un' attrice formidabile che regge in modo superlativo i bellissimi primi piani che catturano le sue espressioni mettendo in evidenza quel meraviglioso reticolo di rughe che testimoniano il trascorrere di una vita piena che ha elargito gioie, dolori, dispiaceri ma anche tanto stupore e divertimento perché contro il tempo che passa inesorabile si può solo cercare di impiegarlo proficuamente per diventare persone migliori offrendo qualche esempio da condividere per sentirci meno inutili e andarcene con l'animo in pace. Il ritmo del film è ben scandito da un montaggio serrato che mantiene desta l' attenzione insieme ad una colonna sonora che sottolinea con efficacia i momenti più poetici e conferisce risalto alle scene più adrenaliniche. Il cast è ben amalgamato e restituisce sulla scena affiatamento e complicità. Un film riuscito che fa sorridere ma anche riflettere.  
 
Virna Castiglioni

Anora

Giovedì 07 Novembre 2024 17:45
Anora” mostra la disintegrazione di un sogno, il fallimento di un desiderio di riscatto sociale quando lo si fa dipendere esclusivamente da un incontro con l’uomo propizio delegando solo all’esterno qualcosa che può essere solo autonomo per funzionare e rimanere duraturo. La felicità e la realizzazione personali completamente delegate ad un uomo poteva accadere nelle pellicole americane degli anni ottanta che riflettevano un retaggio culturale ancora oggi duro a morire in alcuni frangenti ma non può più essere il modello di rappresentazione ancora in auge alle soglie del terzo millennio.   La prima parte del film è una sporca, livida rivisitazione di un film cult del passato perché Anora detta Ani come la Pretty Woman Vivian di un tempo fa lo stesso duro lavoro che è poi anche il più vecchio del mondo.  Vende il suo bellissimo corpo a facoltosi uomini. Non lo fa più per strada ma all’interno di un night club per stimati professionisti in cerca di facili avventure senza inutili complicazioni sentimentali. Il vero motore dei cambiamenti però può essere solo l’amore, quello vero, un sentimento sincero e disinteressato ma in questo caso non si ravvede nessun innamoramento ma un banale e triviale scambio di favori. Anora è in cerca di un miglioramento (come tutti del resto) e se all’inizio è scettica della fortuna che inaspettatamente le corre incontro poi un po' ci crede di avere trovato l’occasione giusta per svoltare. Purtroppo sul suo cammino trova Vanja. E’ solo un ricco rampollo viziato che gioca a fare l’uomo vissuto ma rimane un moccioso che ama starsene inchiodato davanti ai videogiochi e cerca di stupire con i mezzi importanti che derivano solo dall’essere discendente di un oligarca russo potente e sfacciatamente ricco. Ad un certo punto questo impianto viene letteralmente sconvolto dalla volontà dei genitori di riportare tutto all’origine per non destare scandali e vedere la casata cui appartengono infangata e messa alla berlina sulla stampa nazionale dalle intemperanze di un figlio viziato e ingrato.
 
Un film che si prende gioco del sogno romantico e lo fa a pezzi divorandolo in un sol boccone per vomitarlo in faccia allo spettatore. Niente di puro e importante può nascere da pessime intenzioni e l’unico modo per non farsi male è quello di stare con i piedi per terra senza credere che ad un certo punto possa arrivare qualcosa o qualcuno dall’esterno a salvarci senza che noi facciamo nulla per costruire la nostra personale felicità. Anora è una giovane ragazza misteriosa dal passato indefinito che non vorrebbe nulla dagli altri fino a quando una prospettiva diversa le si palesa davanti e sembra facile da raggiungere, senza particolari sforzi. Quando Vanya le fa credere di essere interessato a lei non solo dal punto di vista fisico ma le propone addirittura il matrimonio anche le fantasie più sfrenate sembrano trovare terreno fertile sul quale correre. Il film ha un buon ritmo narrativo e si avvale di un montaggio efficace. La scrittura dei personaggi è ben delineata e l’interpretazione degli stessi, anche dei ruoli minoritari, appaiono impeccabili. Tutto sembra girare alla perfezione fino all’entrata in scena della famiglia del giovane rampollo che viene preceduta dall’irruenza degli scagnozzi e guardaspalle che cercano di riportare con le buone ma anche con le cattive la pecorella smarrita all’ovile e porre fine al matrimonio contratto un po' per gioco e un po' per sfida a Las Vegas ma che avrebbe comunque conseguenze legali oltre a imbarazzanti strascichi di immagine.
 
A questo punto della messa in scena qualcosa si inceppa, il film annaspa, si allunga stiracchiato e diventa ripetitivo, stancante nella dinamica di inseguimenti al giovane fuggitivo che impaurito dall’incombere dei genitori furiosi, come un coniglio braccato, cerca di allontanarsi e far perdere le sue tracce, almeno per qualche tempo sufficiente a far calmare le acque agitate dopo l’ennesimo colpo di testa.
 
Interessanti i punti di vista dei personaggi che mettono in scena uno psicodramma collettivo con le proprie ragioni e le proprie scelte comportamentali, i propri ideali e i propri valori e si ritrovano a gestire situazioni che li fanno riflettere sulla propria misera condizione umana che non può ambire ad un riscatto senza porre in essere anche un ravvedimento operoso interiore.
 
Anora” è in sintesi una favola al contrario o il dissacrante smontaggio della favola per eccellenza quella gran fortunata di “Cenerentola” che al ballo incontra il suo principe azzurro per vivere tutti felici e contenti che ha fatto da sfondo a notti serene prima di addormentarsi per miliardi di bambine in tutto il mondo convincendole, a torto, che bastava essere dotate di una innata elegante bellezza ed essere gentili ed accondiscendenti nei confronti di chi ci porgeva il braccio, se costui fosse stato facoltoso e si sarebbe avverato ogni desiderio.
 
Il denaro però non può comprare tutto e non serve a nulla quando l’obiettivo è la felicità. Per essere felici serve solo l’amore prima di tutto verso se stessi, senza compromessi. Tutto il resto è una scorciatoia che ci fa precipitare nel vuoto.
 
Virna Castiglioni
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