"Chi non conosce la storia è destinata a ripeterla" diceva il politico e filosofo britannico Edmund Burke, già nella seconda metà del '700. Una frase che, incisa in trenta lingue diverse, campeggia su un monumento nel campo di sterminio di Dachau perché faccia da monito.
Ari Folman, regista e sceneggiatore israeliano con un personale passato legato alla Shoah (i nonni furono deportati ad Auschwitz la stessa settimana in cui la famiglia Frank entrò nel campo di Bergen-Belsen) dopo "Valzer con Bashir" del 2008 sulla guerra in Libano degli anni ottanta si cimenta nuovamente con il genere di animazione e propone la sua personale versione del celeberrimo diario di Anna Frank.
A parlarci è Kitty, l'amica immaginaria destinataria del diario che Anna scrisse mentre si trovava nascosta in una soffitta insieme alla sua famiglia per sfuggire alla deportazione nazista.
Tutto il film è giocato su due piani temporali differenti che si alternano con grande equilibrio: il passato vissuto da Anna che torna in vita grazie alle pagine del diario lette da Kitty e i nostri giorni che la vedono muoversi nella Amsterdam odierna alla ricerca della sua amica perduta che scoprirà essere morta proprio in un campo di concentramento.
Il film risulta molto delicato nonostante il tema cupo trattato e si conclude con una bella azione che lascia intravedere una speranza legata soprattutto alle nuove generazioni che sono abituate a vivere in un mondo multietnico e che trovano normale confrontarsi con popolazioni dalle provenienze più disparate. Nella pellicola sono presenti molte suggestioni e una su tutte potrebbe essere considerata la vera posizione espressa dal cineasta. Anna ama il cinema e, prigioniera nel sottotetto, conserva i poster dei suoi attori preferiti che nei suoi sogni diventano gli eroi e le eroine che possono cambiare in meglio il destino delle persone, proprio perché il cinema è una forma di espressione potente che raggiunge chiunque senza distinzione alcuna e ha la forza di formare le coscienze, di influenzare i comportamenti, di imprimere con forza messaggi positivi. Questo film dai manifesti intenti pedagogici ha tutte le caratteristiche per diventare un valido supporto didattico per le scuole di ogni ordine e grado perché attraverso la magia del cinema di animazione si possa far conoscere questa storia dolorosa e buia anche ai bambini e si imprima il prima possibile in loro il dovere di impegnarsi perché non possa mai più accadere una tale atrocità.
Non a caso questa pellicola è la prima ad essere sostenuta dall'Anne Frank Fonds di Basilea e in partnership con l'UNESCO, dalla Claims Conference e dalla Fondazione della Memoria della Shoah.
Virna Castiglioni