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The Conjuring - Per ordine del diavolo

Giovedì 03 Giugno 2021 21:38 Pubblicato in Recensioni

Quando è stato annunciato che James Wan avrebbe passato il timone di The Conjuring al regista Michael Chaves (La Llorona), sono state molte le reazioni perplesse e non propriamente entusiaste. Forse perché quei due primi capitoli avevano quel qualcosa che li rendeva nettamente diversi dalla maggior parte degli horror contemporanei godendo del tratto inconfondibile di Wan. A distanza di due anni dalla fine di una lunga post produzione, tra un lockdown e l’altro, l’attesa è finita e Per ordine del Diavolo è approdato nelle sale italiane.  Questo terzo capitolo vede i Warren coinvolti in un caso assai complesso e di natura piuttosto diversa dal precedente Caso Enfield. A seguito della violenta uccisione del suo datore di lavoro, Arne  Johnson viene arrestato, ma a dispetto delle ipotesi più prevedibili, il ragazzo durante l’interrogatorio si dichiara non responsabile dell’omicidio avvenuto, affermando di essere stato posseduto da una forza demoniaca e di essere stato obbligato ad uccidere per Ordine del Diavolo. Da qui inizia per Ed e Lorraine una lunga e insidiosa indagine sull’identità di questa pericolosa forza che minaccia l’esistenza di Arne. Una ricerca costellata da sinistre scoperte che hanno come principio la scomparsa di due ragazze avvenuta qualche tempo prima dell’omicidio e che portano alla macabra pista dell’occultismo e dell’adorazione del maligno. Ispirato al caso Demon Murder Trial, ribattezzato dalla stampa americana “processo al demonio assassino”, tra le pagine più controverse della storia giudiziaria americana, il film ripercorre gli eventi realmente accaduti nel 1981 ad Arne Cheyenne Johnson, il quale a seguito dell’omicidio del suo datore di lavoro, fu condannato alla pena di soli 5 anni di prigione, poiché ritenuto psicologicamente influenzato da una possessione demoniaca al momento dell’assassinio (pertanto responsabile di omicidio colposo e non intenzionale). Il caso di Arne Johnson fu ampiamente influenzato dalle indagini effettuate da parte dei coniugi Warren, i quali si impegnarono ad investigare sulle forze occulte che dimoravano nel corpo del giovane, arrivando a dimostrare l’effettiva possessione demoniaca al momento dell’omicidio. Se dovessimo fare un bilancio di ciò che funziona nel film e ciò che invece non convince appieno, la stima è piuttosto deludente. Iniziando dagli aspetti positivi, possiamo sicuramente elencare la volontà di spostare l’attenzione su un caso di natura diversa dai precedenti, tentando di percorrere la strada dell’indagine investigativa. La scelta di focalizzare su alcuni elementi non propriamente horror, piuttosto lontani dalle atmosfere sovrannaturali, restituisce un ritratto dal respiro più thriller. Tuttavia è qui che risiede il limite più evidente di questo lavoro e cioè quella voglia di fondere storie, di allacciarsi ad altri racconti (sempre dell’universo della saga), di inglobare più elementi possibili ed espedienti che poco hanno a che fare con la vera identità di The Conjuring. La tendenziosa smania di originare nuove saghe, di sviluppare nuovi plot porta alla realizzazione di film sempre più simili tra loro. Operare solo di moltiplicazione non porta il più delle volte a risultati stimolanti e davvero degni d’esser raccontati. E’ seccante ammetterlo, ma sono numerose le scene nel film che soffrono di una certa mancanza di coerenza con il tessuto narrativo e che introducono elementi (del tutto fuori luogo) collocati al solo scopo di incrementare una tensione che purtroppo è parecchio debole per poter spaventare sul serio (es. quel cadavere opulento che si dà all’inseguimento dei Warren è qualcosa di inaccettabile per una storia incentrata sul demonio).  Detto questo, mettiamo un bel punto sulle cose che non riescono a far decollare questo capitolo, concludendo invece con una delle poche cose che funzionano come quell’abilità nel ricostruire vicende tratte dal passato attraverso montaggi alternati e paralleli capaci di far rizzare i peli.  Menzione speciale va anche ai titoli di coda, i più belli di sempre. 

Giada Farrace

Stop! con Anna Ferzetti: il consenso inarrestabile

Giovedì 03 Giugno 2021 23:06 Pubblicato in News
Molti sono i consensi che sta raccogliendo Stop!, cortometraggio diretto dall’esordiente Salvatore Fazio e co-prodotto da Alfonso Maria Chiarenza e Massimiliano Bruno.
Interpretato da Anna Ferzetti, candidata ai David di Donatello 2020 e recentemente vista nella serie televisiva Curon e in Tutti per 1 – 1 per tutti di Giovanni Veronesi, Stop! Include nel cast Andrea Venditti, Giancarlo Porcari, Chiara Tron, Marco Landola, Federico Maria Galante, Silvia Maria Vitale, David Marzullo, Andrea Galasso e Daniele Blando. 
 
 
Ambientato nel 2050 su un pianeta Terra ridotto allo stremo dal surriscaldamento globale e in cui, mentre una ragazza si trova a dover affrontare il proprio passato, una donna, a quanto pare, può rappresentare la salvezza, Stop! racconta un futuro distopico. Una società in cui, appunto, il surriscaldamento globale sta arrivando al punto di non ritorno.
 
Si può quindi parlare di un’opera fanta-ecologica, di un corto che mira a far riflettere gli spettatori su un tema molto attuale, ma che viene ancora sottovalutato, e su come l’avvenire del nostro pianeta possa essere strettamente intrecciato alla nostre vicende personali.
 
Un’opera che, selezionata presso non pochi concorsi dedicati alla Settima arte, tra cui il Beyond Earth Film Festival 2021 e il Vision Film Festival 2021, si è aggiudicata il premio per il miglior cortometraggio nella categoria ECOrti al CortiSonantiAward 2020 e il Best Short Female Theme al Mirabilia International Film Award.
 
Due prestigiosi riconoscimenti che non possono che testimoniare il grande valore di Stop!, distribuito da Prem1ere Film e sceneggiato da Bruno stesso insieme al regista.
 
E si tratta soltanto dei primi ottimi risultati nati dalla collaborazione tra Chiarenza e Bruno, già all’attivo su nuovi appassionanti progetti che vedranno la luce nei prossimi mesi.
Da giovedì 19 a sabato 21 agosto 2021 si terrà la Prima Edizione del Falvaterra Film Festival dedicato ai cortometraggi nazionali ed internazionali d’autore e d’autrice. 
La manifestazione, organizzata dell’Associazione Culturale Women Art Future, si svolgerà in presenza, in una delle piazze principali del borgo di Falvaterra, in provincia di Frosinone, in collaborazione con il Sindaco Francesco Piccirilli, la Giunta Comunale di Falvaterra e l’Associazione Culturale Fabrateria, molto attiva sul territorio. Falvaterra è uno dei più bei borghi antichi nella terra della Ciociaria, a solo un’ora di macchina da Roma.  
 
 
La direttrice generale del Festival, Debora Molinaro, e la direttrice artistica Flavia Coffari hanno a cuore la diffusione dell’arte e della cultura, soprattutto in questo periodo di difficoltà che sta vivendo questo settore, dando importanza all’opportunità di poter svolgere la manifestazione in presenza, rispettando le normative anti-covid,  e non on-line, come sta accadendo a molti premi importanti per dare visibilità ad opere, come i cortometraggi, che purtroppo non hanno un reale mercato nel settore del cinema. 
I migliori dieci cortometraggi pervenuti entro il 30 giugno 2021, saranno selezionati da una giuria di qualità ed avranno diritto alla proiezione pubblica in una delle piazze più belle del borgo. 
Sono aperte le iscrizioni dei cortometraggi sul sito www.falvaterrafilmfestival.it attraverso la piattaforma www.filmfreeway.com .
I premi Miglior Cortometraggio del Festival, Miglior Attore e Migliore Attrice saranno offerti dall’Associazione Culturale Fabrateria, nella persona del Presidente Adriano Piccirilli e della Vice Presidente Elisa Ceccarelli. 
Quest’anno il Falvaterra Film Festival ospiterà inoltre la Prima Edizione del “Premio Cinema d’Autrice”, in collaborazione con la direttrice Elena Tenga. Il premio sarà appositamente realizzato a cura dell’artista locale Fabiana Tanzi in arte Fabienne del Fabulous Flamingo Tattoos di San Giovanni Incarico (Fr). 
 

Abisso Nero l'1 giugno al Cinema Aquila

Giovedì 20 Maggio 2021 21:52 Pubblicato in News
Prodotto dalla ZTV Production di Sergio Romoli, con la partecipazione di Corrado Lannaioli per Mola Film International e il produttore esecutivo Massimo Paolucci, Abisso nero è il nuovo horror diretto da Ronald Russo, che vanta una lunga filmografia d’attore al servizio di veri e propri maestri del cinema di genere, da Umberto Lenzi (Roma a mano armata) a Richard Donner (Ladyhawke), fino a Bruno Mattei (L’isola dei morti viventi).
 
Dedicato ai medici e agli infermieri che hanno perso la vita e a quelli che hanno lottato e che lottano ancora per combattere il Coronavirus e permettere un graduale ritorno alla normalità, Abisso nero è stato scritto e girato prima del’emergenza legata al Covid-19. 
 
 
Il pianeta è al collasso! Alcuni studiosi, soprattutto biologi e ambientalisti, sostengono che la popolazione attuale abbia già superato i limiti naturali della Terra, quindi i potenti del mondo hanno preso la decisione di eliminare almeno la metà della popolazione diffondendo un virus letale che non uccide, ma trasforma le persone in esseri aggressivi e mostruosi in modo da propagare a macchia d’olio il contagio. Il virus viene iniettato a cominciare dai dissidenti politici, da chi è nelle carceri e negli ospedali. Con i contagiati in seguito annientati e dati alle fiamme e il morbo che ha decimato più della metà del genere umano, chi è rimasto è felice di essere sopravvissuto a tanto dolore e atrocità. Ma, nella soffitta di una villa fuori città, Sonia (Ydalia Suarez), o, meglio, ciò che resta della bellissima donna che era, viene tenuta prigioniera dall’uomo che l’ha follemente amata, Marco (Robert Madison), medico in cerca di una cura per guarirla. Letteralmente impazzito in seguito alla morte della figlia Angie (Angelica Cheyenne), inoltre, Marco si è trasformato in una sorta di serial killer che vaga di notte alla ricerca di vittime sacrificali da offrire alla ferocia della sua compagna, scegliendole tra coloro che, tra teppisti, magnaccia e politici corrotti, secondo lui meritano una punizione.
 
Insieme a Robert Madison, recentemente visto nella serie tv Leonardo, la Ydalia Suarez di Nella terra dei cannibali e la esordiente Angelica Cheyenne, fanno parte del cast di Abisso nero Francesco Maria Dominedò, Walter Toschi, Gianluca Testa, Costantino Comito, Veronica Urban, Melina Arena, Roberto Conte, Sandro De Luca, Maria Sofia Palmieri, Dafne Barbieri, Pierfrancesco Ceccanei, Nicolas Russo e Lilith Primavera.
 
Presentato in streaming nell’edizione 2020 del Fantafestival, Abisso nero aprirà il 1 Giugno 2021 presso il Nuovo Cinema Aquila, alle ore 19.