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Arrivederci Berlinguer

Lunedì 10 Giugno 2024 09:38 Pubblicato in Recensioni
Che non ci sia bisogno di raccontare chi è stato Enrico Berlinguer e che cosa abbia rappresentato nella storia recente del nostro Paese è subito evidente dalla scelta di non parlare di fatti e avvenimenti precisi che lo abbiano riguardato nella sua fulgida carriera. Le tante battaglie, le lotte, le conquiste di un leader carismatico e capace non sono richiamate alla memoria ma lasciate intendere o ricordare per chi ha vissuto in prima linea quegli anni e si è speso per gli stessi ideali. Il documentario è un omaggio all’uomo dietro al personaggio politico arcinoto di cui quest’anno si celebra il centenario dalla nascita in quella meravigliosa terra di Sardegna e già 40 anni dalla prematura scomparsa che ha lasciato orfani un’intera generazione e addolorati e spaesati una moltitudine di compagni e compagne al suo fianco per la difesa di diritti fondamentali. Focus del racconto sono i suoi funerali che videro una partecipazione di pubblico straordinaria e lasciarono un’eco di sincero dolore. Questo politico illuminato aveva davvero anteposto il bene pubblico della Nazione all’interesse personale. Significativa la scelta della colonna sonora che parla al posto del silenzio che, per buona parte del documentario, si sceglie di tenere. “Dirti grazie”, ultima canzone di Massimo Zamboni che congeda lo spettatore è anche il saluto finale dei tanti lavoratori che hanno visto nel compagno Enrico un esempio, una guida, un faro, una luce.
 
Le poche voci presenti sono sempre quelle della gente comune che ha visto in questo uomo colui che poteva prenderli per mano e permettere loro di farsi sentire per ottenere un cambiamento migliorativo della loro condizione. Enrico statista era ed superfluo da raccontare per le sue gesta politiche. Si sceglie di rappresentarlo principalmente come amico al pari di chi si riconosceva negli ideali portati avanti con passione e grande slancio. Questo documentario ha decisamente un’anima rock. Anche il commiato a questo leader politico per tanti aspetti può essere accostato per dimensioni ad un concerto di una band planetaria. Il pugno chiuso, le rose rosse, le bandiere a formare un fiume sono i simboli di chi rimarrà a imperitura memoria e testimonianza di un passato che non si scorge minimamente la possibilità che possa tornare in auge eppure il titolo è un saluto che è anche un augurio come tutte le volte che siamo costretti a separaci da chi amiamo, stimiamo e ammiriamo e quell’arrivederci è anche un ponte che si spera di poter ripercorrere per incontrarsi di nuovo a metà strada con qualcuno che ha preso il testimone e lo porta avanti con fierezza e determinazione.
 
 
Virna Castiglioni  
 
Si è svolta il 27 maggio, al Multisala LUX di Roma l'anteprima di "Colpevole", il nuovo thriller psicologico diretto da Gianni Leacche e prodotto da Mauro Norcia per Welcome Film. Il film, tratto dal libro di Gabriella Grieco, vincitore della seconda edizione del Premio Letterario "Una Storia per il Cinema", ha riscosso grande successo, catturando l'attenzione del pubblico e della critica. La proiezione, che ha visto la partecipazione del cast al completo – Monica Carpanese, Federico Tocci, Benedicta Boccoli, Pietro Rebora, Gianni Rosato e Claudio Botosso – ha lasciato gli spettatori con il fiato sospeso dall'inizio alla fine.
 

Monica Carpanese, che oltre a interpretare il ruolo principale ha curato il soggetto e la sceneggiatura, ha dimostrato ancora una volta la sua poliedricità artistica unita ad un'innata e affascinante classe recitativa. La trama avvincente vede Isabella, risvegliatasi da un coma profondo in una clinica a lunga degenza, sequestrare due anni dopo tre persone in un commissariato, minacciandole con cinture esplosive comandate da un dispositivo a cessazione di pressione. Il Commissario Elisa Frangipane, interpretata con intensità, cerca di gestire la situazione a stretto contatto telefonico. Il motivo di questo gesto estremo rimane un mistero fino alla fine, con la tensione che cresce scena dopo scena. La serata è stata impreziosita dalla presenza di numerosi ospiti del mondo del cinema e della cultura, rendendo l'evento un appuntamento di grande rilievo nel panorama cinematografico italiano. "Colpevole" non è solo un film, ma una riflessione intensa sulle sfumature della giustizia e della vendetta, un viaggio nei meandri della mente umana e nelle motivazioni che spingono a gesti estremi. Grazie alla sapiente regia di Gianni Leacche e all’interpretazione magistrale di Monica Carpanese, il film si preannuncia come uno dei titoli di punta della stagione cinematografica. L'anteprima ha confermato le aspettative, offrendo una serata ricca di emozioni e colpi di scena, e promettendo di lasciare un segno indelebile nel cuore degli spettatori.
 

 

Ripley

Martedì 04 Giugno 2024 09:05 Pubblicato in Recensioni

Adattare di nuovo una storia che il grande pubblico conosce a menadito oltre che essere un azzardo sconsiderato è anche una sfida nei confronti dei critici più severi. Ripley è la prova, pertanto, di come a volte sia necessario oltrepassare i pregiudizi nei riguardi della serialità e di quel sistematico spirito rimodellante che è il tratto distintivo di Netflix. Diretta da Stevan Zaillian, regista di Tutti gli uomini del re e The night of, la miniserie che ha come protagonista il discusso e controverso Tom Ripley si sviluppa in otto episodi giocando inizialmente alla sottrazione per poi decollare senza indugi verso un intreccio pieno di ritmo. Dietro la camaleontica e oscura maschera di Ripley si cela il volto garbato e confortante di Andrew Scott, in questo caso perfetto se si parla di phisique du role e di un personaggio come quello di Tom Ripley, sleale e irrazionalmente beffardo. La vicenda ha inizio nella New York degli anni Sessanta, dove Tom Ripley vive alla giornata gestendo piccoli affari loschi fatti di truffe e lavoretti sporchi ai danni del prossimo. Un giorno all’interno di un bar, Tom viene avvicinato da un investigatore privato il quale gli fa un’offerta allettante scambiandolo per un’altra persona. Ripley dovrà recarsi in Italia per rintracciare il figlio di un facoltoso uomo d’affari, fuggito dalla noiosa routine alto borghese in cerca di ozio e maggiore libertà nel belpaese. Giunto nella beata Costiera Amalfitana, il protagonista entrerà in contatto con un ambiente scandito da agi e benessere finendo per diventare amico del giovane rampollo americano, ma soprattutto ritrovandosi poi a gestire quella che diventerà una situazione di inganni e omicidi. Sebbene i primi episodi denuncino un certo indugio nella descrizione più che nell’esecuzione, cedendo il passo sovente a sequenze troppo estese e perse nel contorno (di indubbio incanto), la serie, procedendo per gradi, riesce a disporre tassello dopo tassello un perfetto enigma dosando con dovizia di particolari digressioni e grandi momenti di impatto emotivo. Impossibile rimanere indifferenti alla fotografia curata da Robert Elswitt, il quale ha da subito accordato la scelta del bianco e nero fortemente voluta da Zaillian con l’intenzione di stabilire come punto focale dell’inquadratura il volto di Scott, in questo caso interiorizzato dall’immagine.  Una scelta stilistica brillante e addizionata che ci culla in un’atmosfera onirica in netta collisione con le sequenze più crude e spietate. Menzione a parte merita la prova di Andrew Scott, mai scelta più adeguata, qui al suo splendore massimo, abile come pochi nel saper transitare con disinvoltura da vittima a carnefice, donando al personaggio quel chiaroscuro morale che fa da contraccolpo all’estrema difficoltà di farcelo odiare completamente.

 

Giada Farrace

In un piccolo paese a Sud della Francia, due amici d'infanzia vedono le loro abitudini e il loro rapporto perturbati dall’arrivo di una ragazza. Vincitore di due César, come Migliore opera prima e Miglior attore esordiente, “Chien de la casse” arriva nelle sale italiane dal 23 maggio distribuito da No.Mad Entertainment.

Scritta e diretta da Jean-Baptiste Durand con protagonisti Anthony Bajon, Raphaël Quenard (rivelazione ai César 2024) e Galatea Bellugi (“Gloria!”) è una commedia drammatica di formazione, un’opera prima intrisa di poesia di strada che mostra in maniera pungente e feroce, e allo stesso tempo delicata e calorosa, una sonnolente realtà di provincia, dove giovani uomini lottano contro i vincoli della mascolinità che gli impedisce di rivelarsi a pieno in tutte le loro vulnerabilità.

Acclamato da pubblico e critica, con premi (tra cui il Grand prix of MyFrenchFilmFestival e il Lumières of the foreign media) e selezioni in numerosi festival internazionali, “Chien de la casse” sancisce la nascita di un cineasta di talento. Il film ha ottenuto il riconoscimento “Film della Critica” del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) con questa motivazione: “Un’opera d'esordio aspra e sapiente, piccolo gioiello di scrittura e direzione di giovani attori. Un coming of age ambientato nel sud della Francia, dove adolescenti abbandonati ai loro necessari tormenti cercano, attraverso l'amicizia e l'amore, un posto nella vita”.

No.Mad Entertainment ha deciso di distribuire questa pregevole opera in versione originale sottotitolata in italiano per mantenere la qualità della recitazione degli attori nella lingua di origine che costituisce un elemento fondamentale del film e per garantire così al pubblico italiano una visione ideale.