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VENERDÌ 22
CHIUDE LA XXIII EDIZIONE DEL FESTIVAL CON “ERAVAMO LIBERI” DI FEDERICO SISTI
A SEGUIRE LA PREMIAZIONE AL NUOVO CINEMA AQUILA
Venerdì 22 novembre la proiezione del film di chiusura Eravamo liberi di Federico Sisti che sarà presente in sala con il cast. Un documentario sulla nascita del surf in Italia fino all’istituzione della première nazionale e alla costituzione di un movimento culturale i cui capisaldi affondano le radici nel concetto di libertà per una vita fuori dagli schemi e dai dettami imposti dalla società dei consumi.
La premiazione con la proclamazione dei vincitori chiude la serata e la XXIII edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival.
13 le sezioni del RIFF in concorso quest’anno, tra opere nazionali e internazionali a cui si sono aggiunti Focus dedicati che hanno aperto una finestra su diversi paesi stranieri.
A valutare i film una giuria di esperti composta da: Cristian Casella produttore, esperto di media e comunicazione, Sophie Chiarello, regista italo-francese, la produttrice e ispettrice di produzione Sonia Cilia, il regista, commediografo e attore Pietro De Silva, la produttrice Delegata Emma Esposito, il supervisor di visual effects Francesco Grisi, la production supervisor Carolina Iorio, le giornaliste Antonia Matarrese e la giornalista Miriam Mauti, il Produttore Esecutivo Andrea Passalacqua e Nicola Sganga esperto di VFX.
Si svolgerà il 26 Novembre 2024 presso il Cinema Azzurro Scipioni, in via degli Scipioni 82, la sesta edizione del Bloody Festival Roma, prodotto da GSA srl di Sergio Romoli e che avrà come madrina la showgirl e attrice Manuela Arcuri.
Suddivisi in tre diverse sezioni che prevedono Horror, Giallo e Thriller, i lungometraggi in concorso, proiettati in una fascia oraria compresa tra le ore 10.30 e le ore 21.00, saranno Metamorfosi dell‘essere di Mirko Zaru, Un posto sicuro di Luca Tartaglia, Giuseppe Taliercio – Il delitto perduto di Mario Chiavalin, Fin qui tutto bene di Cosimo Bosco e The well di Federico Zampaglione.
Ipremi previsti per questa edizione saranno Miglior Horror, Miglior Giallo, Miglior Thriller, Miglior True Crime, Miglior Esordio alla regia del genere horror, Miglior attore protagonista, Miglior attrice protagonista, Miglior attore non protagonista e Miglior attrice non protagonista, assegnati da una giuria di qualità costituita dal critico letterario e scrittore Arnaldo Colasanti, dall’avvocato Michele Lo Foco, dall’agente cinematografico Giovanni Maletta, dal Presidente e portavoce dell’Ueci – Unione Esercenti Cinematografici Italiani Davide Fontana, dall’esperto di genere horror Leonardo Magnante e da Ronald Russo, attore e regista dal lungo curriculum legato alla Settima arte di genere, autore dello zombie movie Abisso nero. Uno dei film premiati, inoltre, otterrà quale ulteriore riconoscimento la distribuzione ufficiale.
E non mancheranno i premi alla carriera, che questa edizione 2024 del Bloody Festival Roma conferirà ad Alessandro Capone, sceneggiatore di Camping del terrore di Ruggero Deodato e regista dello slasher cult anni Ottanta Streghe, e all’attore Nicola Di Pinto, la cui vasta filmografia include Il camorrista e Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.
Ospiti della premiazione, condotta a fine giornata dal critico cinematografico Francesco Lomuscio insieme a Manuela Arcuri, oltre agli stessi Capone e Di Pinto e ai registi delle opere in concorso saranno gli attori Maurizio Mattioli, Luce Cardinale, Roberta Garzia, Lorenzo Renzi, Michele Franco, Reyson Grumelli e Marta Moschini.
Anche per questo 2024, dunque, per tutti gli appassionati e non di horror e mistero si presenta in qualità di un appuntamento imperdibile il Bloody Festival Roma, il cui nuovo direttore artistico Salvatore Scarico, produttore cinematografico CEO di Green Film srl, dichiara: "Sono onorato di essere stato scelto come direttore artistico del Bloody Film Festival Roma. Per me il cinema è una fonte inesauribile di ispirazione e questa nomina è una grande sfida personale. Non vedo l'ora di contribuire alla scoperta di nuovi talenti e di collaborare con chi ha scritto la storia del genere horror e thriller italiano. Grazie per la fiducia, farò del mio meglio per essere all'altezza di questo prestigioso ruolo".
Il Bloody Festival Roma vi aspetta quindi Martedì 26 Novembre 2024... per una giornata di puro brivido cinematografico!
Il cineasta romano (di origini russo-pugliesi) Pierfrancesco Campanella coinvolge i protagonisti di una stagione musicale irripetibile in C’era una volta il beat italiano!
Distribuito da Parker Film, infatti, sarà nelle sale cinematografiche a partire dal 21 Novembre 2024 il nuovo docufilm del regista, che già qualche anno fa aveva riscosso molti consensi con il suo I love… Marco Ferreri, recentemente tramesso su Retequattro.
C’era una volta il beat italiano intende essere l’affettuoso omaggio ad un periodo che ha segnato la storia. Gli anni Sessanta hanno rappresentato un’epoca di grandi fermenti e rinnovamento sociale, con un decisivo cambio di rotta a livello mondiale per quanto riguarda ideologie, mode, costume, valori. Soprattutto quel periodo ha espresso una grande esigenza di libertà dalle convenzioni stereotipate improntate al perbenismo e all’ipocrisia. Anche la musica si è adeguata con nuovi suoni e testi più impegnati. In Italia la cosiddetta “beat generation” è stata rappresentata da un gruppo di artisti decisamente innovativi, con canzoni che hanno lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo. In questo lavoro ne parlano un gruppo di personaggi che il genere beat lo hanno vissuto, per una analisi lucida e ironica allo stesso tempo, evitando compiacimenti nostalgici. Molti i cantanti intervistati da Campanella: da Don Backy a Ricky Gianco, da Renato Brioschi dei Profeti a Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik, da Livio Macchia dei Camaleonti a Gianni Dall’Aglio dei Ribelli, da Donatella Moretti a Mario Pavesi dei Fuggiaschi, a Giuliano Cederle dei Notturni. Poi c’è Franco Oppini, in quegli anni facente parte dei Gatti di Vicolo Miracoli, massima espressione del movimento “Verona Beat”. Fondamentale la presenza di Mita Medici, la prima “Ragazza del Piper”, che ha rappresentato la svolta per un’intera generazione di ragazze desiderose di emanciparsi dal secolare predominio maschile. Significativo l’apporto di Rosanna Fratello, che all’epoca del beat ancora non cantava ma sognava ad occhi aperti, sperando di emulare la carriera dei suoi idoli Patty Pravo, Rita Pavone e Caterina Caselli.
C’era una volta il beat italiano è inoltre impreziosito dai contributi di vari addetti ai lavori, come Fernando Fratarcangeli (direttore della rivista di collezionismo musicale Raropiù), Massimiliano Canè (autore della trasmissione Techetechetè su RaiUno), il press-agent Niccolò Carosi, i parolieri Alberto Salerno e Claudio Daiano, i musicisti Natale Massara, Mauro Goldsand e Rodolfo Grieco, discografici Federico Monti Arduni, Italo Gnocchi e Andrea Natale, l’operatore culturale Franco Mariotti, la conduttrice tv Morena Rosini (già nel gruppo Milk and Coffee), il regista Luca Verdone e gli esperti di beat Francesco Lomuscio, Federico Gnocchi e Carlo Lecchi (Presidente della AVI, Associazione Vinile Italiana). Infine l’estroso Ivan Cattaneo che il beat lo ha rilanciato negli anni Ottanta con i suoi album di cover (in particolare Italian Graffiati).
E non finisce qui, perché C’era una volta il beat italiano rappresenta soltanto il primo capitolo di una trilogia di docufilm a carattere musicale che, prodotta da Sergio De Angelis per la Parker Film, si completerà attraverso due lavori rispettivamente dedicati al rock progressivo e alla dance italiana.
Dopo aver richiamato l'attenzione alla 65esima Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Giornate degli Autori con il film autobiografico Stella, Sylvie Verheyde torna a parlare della sua gioventù, con questo sequel non ufficiale, attraverso il racconto di Stella alle prese col complesso anno della maturità.
Presentato al Locarno Film Festival nella sezione concorso internazionale e in concorso nella selezione ufficiale dell'edizione 2025 del Prix Palatine (il premio giovani del cinema europeo in collaborazione con Unifrance) “Stella è innamorata” arriva nelle sale italiane dal 21 novembre distribuito da No.Mad
Ambientato nella Parigi notturna degli Anni 80, con protagonisti la giovane Flavie Delangle affiancata da Marina Foïs e Benjamin Biolay nei panni dei suoi genitori,
“Stella è innamorata” è un film di formazione che racconta con naturalezza e empatia i terremoti emotivi nel viaggio esistenziale dell’adolescenza.
Sylvie Verheyde firma una commedia sofisticata, piena di vita e di vitalità, sostenuta da una colonna sonora eccezionale (composta da grandi successi del passato e da composizioni originali di Nousdeuxtheband), da costumi curati e da una scenografia particolarmente riuscita. Una vera e propria ode agli anni 80!