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I Giorni Bianchi il nuovo film della Donkey's Movies

Sabato 24 Aprile 2021 14:26 Pubblicato in News
Prossimamente sulle principali piattaforme "I giorni bianchi ", il nuovo lavoro di Davide Alfonsi e Denis Malagnino (La Rieducazione, Ad ogni costo, Il codice del babbuino) con Full Frame produzione.
 
 
 
Italia, Marzo 2020. Il Premier Conte annuncia il lockdown nazionale per arrestare la crescita prerompente dei morti da Covid: "State a casa" è il messaggio raccomandato a tutte le famiglie italiane per rallentare il diffondersi del virus, ma la chiusura totale adottata acuisce in molti nuclei, già precari e in difficoltà, i disagi esistenti. In quello mostrato nella pellicola "I giorni bianchi" riaffiorano problemi latenti innescando un climax di follia che sfocerà in un impensabile delirio. 
 
 
"I giorni bianchi" di Davide Alfonsi, Denis Malagnino e Marco Pocetta con Daniele e Simona Malagnino è la nuova sorprendente pellicola prodotta da Donkey's Movies che racconta la quarantena di una famiglia italiana. Mentre all'esterno cresce il numero dei morti e delle attività commerciali chiuse, all'interno di una famiglia si consuma una tragedia nella tragedia con un pathos da film horror che mostra, con primi e primissimi piani alla Cuarón, i problemi scaturiti dal necessario "Stay At Home". Con la recitazione straordinaria di Simona Malagnino, per la prima volta in un film, in un ruolo femminile drammatico da cinema neorealista, le colonne dell' Amanda Flor realizzano una pellicola diversa rispetto alle precedenti produzioni: decisamente più ansiogena e claustrofobica, ma sempre cinicamente realistica. 
 
 
<<Tre personaggi esemplari dell'Italia di oggi - così ha dichiarato Davide Alfonsi, uno dei registi del film - condividono i loro giorni di quarantena. Un maschio schiacciato da responsabilità più grandi di lui, una donna sterile che agogna una maternità impossibile, un demente in balia di deliri calcistici. Un cane a guardia della normalità che sta andando a pezzi, nella ripetizione automatica di gesti e azioni, che malcelano il seme della follia, nell'assordante cacofonia di elettrodomestici, sotto lo sguardo di ammennicoli, casa rifugio di insetti vivi e morti. Di fuori un mondo che non esiste più, dal quale provengono solo le voci metalliche dei gerarchi che salmodiano numeri e dati.>>. 
 
Per Les Flâneurs Edizioni esce il 20 aprile Il racconto di un sogno. Ritorno a Twin Peaks, saggio di Ilaria Mainardi su uno dei lavori più dibattuti del maestro David Lynch.
 
«In che anno siamo e cosa è successo davvero in questa storia che tende
i margini del quadro fino a straripare nel non visibile?»
 
Is it the future or is it the past? Con David Lynch non ne siamo mai certi: i bordi si sfumano, le maglie si allargano, lo spaziotempo e ogni sua logica esplodono in un Big Bang di intuizioni e suggestioni. Raccontare tale caos primigenio come se fosse un sogno è l’obiettivo di questa disamina del terzo capitolo dell’iconico Twin Peaks, una lettura metaforica che ne esplora il simbolismo con l’ausilio della critica cinematografica e della filosofia, della religione e della psicologia. Provando a fare ordine, a comprenderlo quanto più possibile senza
annullarne del tutto il mistero. Perché forse è proprio lì, nella sua perturbante indeterminatezza, che si annida il fascino visionario del regista di Missoula.
 
 
«Mainardi, tra le nebbie di Twin Peaks, prova a indovinarne i contorni – confrontando pareri, equiparando testi – e, fidandosi del suo intuito e della conoscenza della geografia lynchiana, ne dipinge un ritratto sorprendente.»
(dalla prefazione di Luca Pacilio)
 
 
Ilaria Mainardi risiede a Pisa, sua città d’origine. Qui ha visto maturare l’amore per il cinema, scrutato col rispetto e la sospensione incredula che si deve a ciò che è al tempo stesso familiare e misterioso. Con Les Flâneurs Edizioni ha pubblicato il romanzo La quarta dimensione del tempo (2020). Collabora con il sito di critica cinematografica www.spietati.it.
 

Su CG Tv i thriller scandalo di Pierfrancesco Campanella

Giovedì 08 Aprile 2021 17:50 Pubblicato in News
CG TV (4504) è un canale completamente nuovo e interamente dedicato al meglio del cinema italiano e internazionale, disponibile gratuitamente per tutti i possessori di una Smart TV Samsung, grazie all’applicazione Samsung TV Plus. L’applicazione Samsung TV Plus è disponibile su tutti i modelli di Smart TV Samsung prodotti a partire dal 2016. Cliccando su 4504, Samsung TV Plus offre agli spettatori un accesso diretto a top news, sport, intrattenimento e molto altro. È 100% gratuita e non sono richiesti download, registrazioni, carte di credito o sottoscrizioni.
 
Tra i film in programmazione in questo fine settimana Bugie rosse e Cattive inclinazioni, le due pellicole scandalo dirette da Pierfrancesco Campanella, che resteranno poi disponibili nella sezione On demand del canale.
 
 
Definito – nel periodo della sua uscita al cinema – a metà strada tra Cruising con Al Pacino e i film di Dario Argento, Bugie rosse è un thriller erotico molto spinto, un micidiale mix di sesso a tinte forti e cruda violenza dove si mescolano perversioni di tutti i tipi a un’avvincente storia gialla, carica di tensione, mistero e colpi di scena. Quasi una risposta italiana a Basic instinct, il sensuale classico con Michael Douglas e Sharon Stone.
 
Un thriller incentrato sulle scabrose vicende di un cronista televisivo interpretato da Tomas Arana e impegnato in uno scottante reportage su alcuni delitti maturati nell’ambiente torbido di una grande città, il quale resta in qualche modo affascinato da quel mondo, grazie anche all’amicizia “particolare” instauratasi con un “ragazzo di vita” cui presta il volto Lorenzo Flaherty. Fino al momento in cui, tra un omicidio e l’altro, il protagonista comincia a distaccarsi dalla moglie, ovvero una bellissima Gioia Scola che completa il ricco cast di Bugie rosse insieme ad Alida Valli, Natasha Hovey, Barbara Scoppa, Gianfranco Jannuzzo, Paolo Calissano, Gianna Paola Scaffidi, Carolyn Spence, Rodolfo Corsato e Gianni Franco.
 
Da Eva Robin’s a Mirca Viola, passando per Elisabetta Cavallotti, Elisabetta Rocchetti, Florinda Bolkan e Franco Nero, altrettanto ricco è il cast di Cattive inclinazioni, che ha fatto molto discutere per l’eccesso di alcune sequenze di uccisione, nonché per la scioccante morbosità delle scene di sesso “particolare”.
 
Un cast di sfacciata impronta “cult” per un noir “grottesco” con venature surreali mirato ad ironizzare sulla tradizione dei gialli all’italiana destrutturandone l’impalcatura narrativa e rientrante tra i primi lungometraggi italiani girati completamente in digitale e successivamente “trasformati” in pellicola 35 mm per poter essere proiettati nelle sale cinematografiche.
 
Con una rivelazione finale che lascia emergere una denuncia nei confronti dell’emulazione e della speculazione mediatica. Un espediente di Campanella per puntare l’indice verso le trasmissioni televisive che, al fine di assecondare le logiche d’ascolto di rete, trattano i casi di cronaca nera sollecitando gli istinti maggiormente bassi di un pubblico sempre più assetato di notizie scioccanti.
 
Sesso, sangue e tensione, quindi vi aspettano su CG Tv con Bugie rosse e Cattive inclinazioni!
 

IO SONO IL MALE intervista agli autori

Martedì 06 Aprile 2021 13:19 Pubblicato in Interviste
È da poco uscito per GM Libri IO SONO IL MALE, romanzo di esordio di Andrea Cavaletto, già sceneggiatore  per  cinema (Hidden in the Woods, A taste of phobia)  e fumetto (Dylan Dog, Martin Mystère, Zagor, Tex), scritto a quattro mani con l’autrice Lisa Zanardo (Visioni d’amore color lilla, Ogni giorno un nuovo inizio) che da anni si batte perché la sclerosi multipla, malattia di cui è afflitta, trovi sempre più voce. Un lavoro originale per l’Italia che, attraverso il genere dell’home thriller e con enfasi simile a quella del racconto cinematografico, affronta la malattia, vissuta dentro e fuori di noi, e tutte le derive di un amore malato, senza farsi mancare simbolismi magici e ancestrali. Una storia che segna una fase inedita dell’esistenza della stessa Lisa che, attraverso l’alter ego della protagonista Stella, fa un percorso “durissimo, ma altrettanto necessario” capace di riflettere il proprio vampiro interiore perché, alla fine, come sostiene Andrea, “siamo tutti stati dei vampiri psichici, se non contro il prossimo, sicuramente contro noi stessi.”
 
 
Ecco cosa è uscito dall’incontro con gli autori
 
Lisa e Andrea, come vi siete scelti?
LISA: Io e Andrea ci siamo conosciuti per caso su Facebook solo qualche mese prima di iniziare a scrivere “Io sono il Male”. Ricordo che, dopo essere stata colpita da un suo commento in un post di un contatto comune, gli ho mandato una richiesta d’amicizia. Da quel momento abbiamo iniziato a chattare, realizzando fin da subito di avere una sensibilità e una visione delle cose molto affini. All’epoca stava uscendo il mio primo romanzo (“Visioni d’amore color lilla”) e, probabilmente, uno dei suoi innumerevoli lavori! Data la sua esperienza, mi è venuto spontaneo fargli leggere qualcosa di mio. In quei passaggi, Andrea ha riconosciuto uno stile di scrittura e un modo di raccontarsi estremamente compatibile con il suo, e di lì a poco, mi ha proposto l’idea di questo romanzo. Per lui avrebbe rappresentato l’occasione per rompere il ghiaccio con la narrativa tradizionale, realizzando anche il suo proposito di farlo con una storia che vertesse sulla malattia; per me, un valido approccio alla fiction, e l’opportunità di convertire il mio dolore più profondo in un lavoro unico e, al contempo, necessario per la mia vita. E così è accaduto.
 
Avevate un’idea precisa di dove volevate arrivare o la storia si è costruita strada facendo?
ANDREA: Avevamo un'idea ben precisa di cosa volevamo raccontare, ossia una storia di fiction, in specifico un thriller che mettesse a nudo l'ansia che accomuna moltissime persone nei confronti della malattia, sia psichica che mentale. Lisa è riuscita poi a rendere realistico e credibile il personaggio della protagonista, Stella Miani, scavando a fondo nel suo vissuto e nella sua condizione di lotta continua con la sclerosi multipla. Per il resto, in fase di scrittura procedevamo a definire capitolo dopo capitolo, fino ad arrivare al finale che avevamo accordato.
 
Il racconto si presta moltissimo ad una narrazione cinematografica, quanto il cinema e che tipo di cinema ha influenzato il vostro immaginario, in generale, ma soprattutto in riferimento a questo lavoro?
ANDREA: Credo che questa impronta arrivi principalmente da me, essendo che lavoro ormai da più di venti anni nel campo del cinema indie e nel fumetto, ho acquisito una certa formazione professionale che mi facilita nel dare alle mie storie il giusto ritmo cinematografico. Per questo romanzo avevo bene in mente film come Gone Baby Gone e serie TV quali The Affair e Big Little Lies. Ma, nella struttura, si riscontra anche un po' del cinema di Takashi Miike, in particolare Audition.
 
 
Com’è stato approcciarvi all’home thriller, soprattutto per Andrea essendo un genere di appannaggio femminile, ma anche tu Lisa che è il tuo primo lavoro su queste corde?
ANDREA: In fondo l'home thriller è solo un'etichetta commerciale per definire i racconti del brivido contorti e psicologici. Io sono conosciuto per essere particolarmente contorto e psicologico nelle mie storie, e in questo IO SONO IL MALE non mi discosto molto dalle mie tematiche.
LISA: Prima di passare attraverso un approccio metodico e guidato da indicazioni ben definite, la scrittura, per me, si manifesta come un’esperienza del tutto irrazionale. Quando mi sento satura di vita, nel momento in cui avverto quella forza dirompente dibattersi dentro di me, mi siedo davanti al pc e provo a conferirle un ordine, un senso, tramite un utilizzo funzionale delle parole. Detto ciò, per me non è molto importante di quale genere debba scrivere, quanto che senta di poter fare mia l’idea che dev’essere sviluppata, risultando quindi in grado di raccontare una verità. Considero il genere del thriller un’opportunità efficace per parlare liberamente delle zone oscure e delle fragilità insite in ognuno di noi.
 
La magia qui è uno degli elementi essenziali, perché l’avete resa funzionale e che tipo di approccio avete voi personalmente all’esoterismo?
ANDREA: L'esoterismo è un mondo ricco di misteri, e per questo mi affascina tanto quanto la psiche umana e la sociologia. È un elemento fondamentale delle mie storie, un argomento che affronto sempre con la giusta competenza e lucidità, cercando di non banalizzarlo mai. D'altronde, il legame tra magia e psicologia è fortemente interconnesso. Le basi della psicologia e della sociologia derivano in parte dalle scienze esoteriche di maghi e alchimisti del 1500, 1700 e 1800. Interessante e affascinante, no?
LISA: Sono da sempre affascinata da tutte le condizioni umane che non possono essere spiegate attraverso la ragione, perché, nel chiedermi cosa celino, scopro universi interi. Tutte quelle sfaccettature dell’essere umano che, a prima vista, passano inosservate. Approfondirne alcune, e viverle, mi ha arricchita tantissimo.
 
 
I personaggi appaiono anche fin troppo umani, cosa avete ritenuto non trascurabile nella loro caratterizzazione? Che tipo di lavoro avete fatto sulla loro costruzione?
ANDREA: Abbiamo studiato la storia e la psicologia di ogni singolo personaggio, compresi quelli secondari. Perché ciascuno di loro rappresenta un tassello fondamentale della storia e nessuno è messo lì per caso. Personalmente, essendo un individuo molto empatico, mi viene naturale immedesimarmi in tutti loro, cercando di capirne il vissuto e le differenti ferite che, essendo questa una storia sul male, accomunano tutti. Ho cercato di far entrare Lisa nel mio schema di lavoro mentale, essendo meno avvezza alla fiction e più portata a raccontare di sé stessa. Nonostante io sia un pessimo maestro, lei è stata fantastica nel recepire quello di cui i nostri personaggi avevano bisogno.
 
La malattia è un altro elemento portante, come mai avete scelto di renderla così centrale e parlarne proprio in questa chiave?
LISA: Come ho espresso in precedenza, Andrea immaginava che il suo primo romanzo ruotasse proprio attorno alla tematica della malattia per esorcizzare ed elaborare le sue paure a riguardo, e condividere questo prezioso meccanismo. Quanto a me, la faccenda tocca corde un po’ diverse. Cercherò di essere breve (quando dico così, penso che Andrea sospiri alzando gli occhi al cielo…!)
Non si parla quasi mai senza filtri di argomenti scomodi come la condizione patologica. Eppure, nelle rare occasioni in cui qualcuno lo fa, la gente stacca gli occhi da qualsiasi attività e ne è fortemente attratta… perché? Perché sensazioni come il dolore, la paura, la frustrazione, l’impotenza riguardano tutti e, soprattutto, caratterizzano la vita. La vita esiste anche quando è accompagnata da questi stati. Fanno parte di noi SEMPRE. La grande maggioranza delle persone impone a se stessa di chiudersi dentro una zona di comfort che in realtà non esiste, circoscrivendo ed etichettando a parte qualunque cosa potrebbe minarla. Gettare luce sull’esperienza del dolore, affinché la sua conoscenza permetta di integrare a livello sociale e legislativo tutti quanti, è una specie di scopo che porto avanti da una vita. La scrittura mi sta permettendo di farlo in maniera mirata e creativa.
 
Lisa, la protagonista è un po’ un tuo alter ego per certi aspetti, addirittura nella copertina si trova una tua risonanza magnetica, cosa c’è maggiormente di te? E come hai vissuto il parlare di te attraverso di lei?
LISA: Ho ideato Stella fornendole come unico background la mia parte oscura. Quella che coincide col dolore procuratomi dall’avvento della sclerosi multipla, ma non solo. La mia protagonista è il frutto di tutta la sofferenza che ho dovuto mettere da parte per sopravvivere, del dolore che non avevo ancora avuto il tempo e lo spazio per capire ed elaborare. Il momento giusto è stato la stesura di “Io sono il Male”. Scriverlo ha sancito l’inizio di una fase inedita della mia esistenza. È stato durissimo, ma altrettanto necessario.
 
 
L’aspetto psicologico è preponderante quando si affronta il tema dei vampiri psichici. È un thriller vissuto scandagliando le fragilità umane, prima ancora che il peso fisico di una malattia. Quanta espiazione e quanta colpa passano attraverso il concetto di dolore che ci avete raccontato?
ANDREA: Il vampirismo psichico è un argomento che ritengo molto interessante, ed è per questo motivo che ho voluto svilupparlo. Inoltre, credo si possa effettivamente correlare alla malattia, poiché, secondo varie teorie, spesso il male fisico non è altro che una conseguenza di quanto la nostra psiche stia soffrendo. E, tante volte, sono gli altri che ci fanno soffrire, volutamente o meno. Ma, se poi ci guardassimo bene dentro, vedremmo che fondamentalmente i primi a farci e a fare del male siamo proprio noi stessi. Credo che, almeno una volta nella vita, siamo tutti stati dei vampiri psichici, se non contro il prossimo, sicuramente contro noi stessi.
LISA: Attraverso i personaggi di “Io sono il Male" vengono passati in rassegna moltissimi percorsi di dolore che definiscono una vita umana vissuta sinceramente e appieno. Senza risparmiarsi. Sono del parere che esercitiamo e subiamo il vampirismo psichico rispondendo a differenti bisogni ben precisi, che rivelano attitudini ugualmente responsabili. Anche la vittima del vampirismo psichico, in molti casi, all'inizio e nel profondo, sente in che cosa si sta imbattendo. Non può farne a meno, perché ha la necessità di vivere il suo “vampiro" per far affiorare, e sanare, ferite, che, se affrontate, le permetteranno di andare oltre… vero, Stella?
 
Chiara Nucera