Ambientato in una casa al limitare di un bosco, nei pressi di una spiaggia che affaccia sul mar Baltico, il cielo brucia di Christian Petzold sembra una fiaba.
L’orco che viene a disturbare la quiete proviene sia dal cielo che fa piovere cenere perché tutto brucia e si sfalda ma è anche un mostro che scava dall’interno, costruisce barricate e muri che respingono tutti quelli che si ha intorno.
Leon è uno scrittore con il blocco creativo. Si crede un po' superiore a chi fa solo lavori prettamente fisici e pensa di essere destinato a grandi cose. Viene lasciato in disparte da tutti coloro che lo circondano, un po' per timore e un po' per rispetto.
Gli altri personaggi che alimentano la storia sono invece persone che amano profondamente la vita e cercano di trarne tutto quello che essa può offrire di bello.
Si innamorano, fanno sesso, mangiano, bevono e vivono le loro giornate facendo quello che più hanno voglia di fare e li appaga senza crogiolarsi in retropensieri che soffocano e fanno ammalare. Soltanto Leon ha un lavoro castrante che non gli consente divertimento, svago e leggerezza neppure quando si trova in vacanza. Ha scelto un lavoro che lo tiene incatenato e lo rende schiavo di imperativi categorici che sono solo frutto della sua mente.
Potrebbe essere la fine per tutti e rimanere zavorrati da una depressione cronica che dilaga e sconfina ma invece c'e' sempre un argine che interviene e blocca il fiume che è sempre sull'orlo di straripare. Nadja si scopre essere anche colta, letterata e studiosa attenta e Felix amante profondo e delicato. Un film che invita a riflettere su tanti temi a partire dall'egoismo e dall' essere centrati su se stessi senza rendersi conto di quello che avviene intorno o peggio basandosi soltanto sulle proprie idee come se fossero le uniche ad avere diritto di cittadinanza. Un film corale che esplora la solitudine del singolo incapace di interagire con i suoi simili e miope di fronte alle minacce globali di un clima che ci ricorda l'importanza di preservare un equilibrio indispensabile affinché non si verifichi un disastro al quale non si è più in grado di opporsi.
Virna Castiglioni