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scadenza del bando: 10/02/2013
Open Space Theater e Teleacras associazione I vetri Blu indicono
Con la cortese collaborazione di Fabrizio Ferrari e del Film Festival - che proietterà il corto vincitore all’evento romano del 12 Aprile 2013 al Nuovo Cinema Aquila e alla Casa del Cinema di Roma, previo giudizio positivo della commissione del RIFF.
L’OpenShortFilm contest intende dare visibilità al nuovo cinema regionale,
nazionale o internazionale nelle sue più disparate tendenze artistiche. Il tema
libero darà spazio e voce a tutti i vissuti che i registi sapranno raccontare in
15 minuti di cinematografia. Possono partecipare al concorso singoli artisti, associazioni e scuole.
costo d'iscrizione: 20 euro
premi:
Miglior Cortometraggio
Miglior Regia
Gradimento del pubblico
Il vincitore passerà alla Commissione del RIFF – Rome Independent Film Festival di Roma
e, previo giudizio favorevole, verrà proiettato al Nuovo Cinema Aquila e alla Casa del
Cinema di Roma. I vincitori avranno anche la possibilità di uno stage a Teleacras e di una
presentazione personale organizzata dal LabMura associazione culturale.
I cortometraggi finalisti, inoltre, verranno proiettati in vari siti del territorio e trasmessi su
Teleacras per uno speciale sui registi coinvolti
.modalità d'iscrizione:
I soggetti interessati all’iniziativa dovranno presentare domanda, nei termini e secondo le
modalità indicate, corredata della seguente documentazione e firmata in ogni sua parte dal
responsabile del progetto
Domanda di partecipazione al concorso OpenShortFilm contest, contenente i dati
anagrafici del responsabile del progetto
Curriculum del regista, che descriva le esperienze svolte nel settore di competenza,
allegando una documentazione visiva di precedenti esperienze (DVD – Cd-rom –
foto ecc)
Un progetto che descriva dettagliatamente l’opera proposta e il cast artistico con
relative esperienze precedenti (5 righe), corredato dalla sceneggiatura, dallo
storyboard (se disponibile e a propria discrezione) e dalle note di regia
Il DVD video del cortometraggio proposto
Pagamento della quota di partecipazione, pari a € 20,00 a mezzo bonifico bancario,
sul conto intestato a: Associazione I Vetri Blu
IBAN: I T 0 9 C 0 1 0 3 0 8 2 9 3 0 0 0 0 0 0 3 9 8 5 2 7 3 specificando la causale
OpenShortFilm contest
Copia del bonifico bancario, che attesti l’avvenuto pagamento della quota di
partecipazione
N.B.: Il DVD video, solo ed esclusivamente il DVD video, può essere presentato
anche successivamente alla data di scadenza del presente Bando, ma nei limiti della
scadenza per l’invio dei DVD riportata di seguito; mentre tutta la restante
documentazione, si ribadisce, va inviata entro la scadenza del Bando
Dichiarazione con la quale il responsabile del progetto si obbliga a che la
realizzazione del cortometraggio sia in piena conformità col progetto presentato
SCADENZA E SPEDIZIONE
Le domande e la relativa documentazione dovranno pervenire in busta chiusa, con la
dicitura OPENSHORTFILM contest, entro e non oltre il 10 Febbraio 2013
presso la sede di ASSOCIAZIONE ARTISTICO CULTURALE I VETRI BLU
Circ.ne Appia n.37, scala A int. 24 – 00179 ROMA (farà fede il timbro postale)
Le eventuali richieste di chiarimenti devono essere inoltrate all’indirizzo di posta elettronica
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347.6458385
scadenza del bando: 24/03/13
Sono aperte le iscrizioni alla 9° edizione dell' EfeboCorto Film Festival– il cinema fatto dai giovani per le Scuole superiori, le Scuole di Cinema/Università e i Filmmaker.
costo d'iscrizione: gratis
premi:
1°premio EfeboCorto--‐Scuole(premio in denaro più targa)
1°premioEfeboCorto--‐Filmmaker (premio in denaro più targa)
1°premio EfeboCorto--‐Scuole di cinema/Università (premio in denaro più targa)
link da cui scaricare la documentazione per l'iscrizione:
www.efebocorto.eu
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Quando uno dei registi più importanti del cinema decide di affrontare una delle figure politiche più importanti di sempre, le aspettative non possono che essere alle stelle. Se poi il progetto si estende per 7 anni e richiede all'incirca 50 milioni di dollari, minimo minimo deve valere i soldi del biglietto!
2005. Spielberg legge in anteprima la biografia di Lincoln scritta dalla storica Pulitzer Doris Kearns Goodwin. Ne rimane talmente colpito che decide di girarne un film. Tra i primi ad essere contattati e messi sotto contratto Liam Neeson che con il passare del tempo deciderà di abbandonare il progetto perchè ormai troppo vecchio per interpretare il Presidente, al suo posto viene scelto Daniel Day-Lewis. Si dice che questa chiamata si debba per merito del produttore, grande amico di Lewis, che un mattino, facendo colazione assieme, si sia accorto di quanto il profilo dell'attore fosse simile a quello del Presidente. Intuizione illuminante, tanto è vero che grazie a questa interpretazione sublime, l'irlandese è il candidato numero uno agli Oscar. Sarebbe il terzo in totale, il secondo negli ultimi tre film, curioso se si pensa al fatto che in uno dei suoi film più famosi (Gangs of New York), Lewis interpretava proprio un personaggio in tutto e per tutto contro le idee politiche di Lincoln.
Parlando di attori candidati agli Oscar, il co-protagonista Tommy Lee Jones è dato tra i favoriti, dopo aver già vinto numerosi altri premi. Il suo ruolo, seppur fondamentale, è abbastanza limitato in termini di minutaggio ma decisamente rilevante in termini di qualità. Sta di fatto che quasi tutta la pellicola regge sulle spalle di questi due mostri di bravura.
Senza le loro interpretazioni magistrali, il film non reggerebbe la durata forse eccessiva e il ritmo per niente incalzante. È vero, parliamo di un biographic, ma visto il budget messo a disposizione e l'autore che firma la regia, qualche invenzione tecnico/narrativa non avrebbe guastato. Per quanto la ricostruzione storica-scenica possa essere impeccabile (location, costumi, abitudini e citazioni sulle battute del presidente o sui vari politici presi in considerazione), manca del pathos. Il punto di vista neutrale scelto si dimostra infatti a volte troppo piatto e monotono, lasciando cadere l'interesse dello spettatore.
Traendo le somme il prodotto è comunque di altissima fattura e l'interpretazione di Daniel Day-Lewis (soprattutto in lingua originale) rende questo film decisamente non trascurabile. Negli USA la pellicola è uscita verso metà novembre 2012 mentre nelle sale italiane sbarcherà soltanto verso fine gennaio 2013. Di certo sarà un ottimo modo per ripassare un momento di storia americana fondamentale per il resto del mondo, vista l'importanza di quell'emendamento contro la schiavitù, e per prepararsi per la notte degli Oscar.
Alessandro Zorzetto
Non è la prima volta che una fatica letteraria firmata da Walter Veltroni venga trasposta sul grande schermo. E non è la prima volta che l’operazione possa dirsi riuscita. C’era già stato “Piano, solo” adattamento cinematografico de “Il disco del mondo – vita breve di Luca Flores, musicista” (Rizzoli, 2003), con cui Riccardo Milani aveva restituito l’animo travagliato di un “musicista dall’inferno”, trasfigurato negli occhi languidi ed intensi di Kim Rossi Stuart.
Con “La scoperta dell’alba”, secondo lungometraggio di Susanna Nicchiarelli, attrice e regista di cui abbiamo già intuito la sensibile ricchezza della narrazione in “Cosmonauta” (Fandango, 2009), le parole che costruiscono l’omonimo romanzo si trasformano in immagini che mantengono delle prime solo l’elemento surreale rappresentato dal filo diretto col passato, mentre l’impianto narrativo assume vita propria.
Resta infatti inalterato lo snodo principale della vicenda, rappresentato dal ritrovamento di un telefono che permette alla protagonista (una Margerita Buy sempre brava) di entrare in contatto con se stessa bambina e tentare di cambiare l’andamento della storia. La sua storia personale e, di riflesso, la storia collettiva di quegli anni di piombo (siamo nel 1981) che hanno lasciato cicatrici lunghe a rimarginarsi. È il privato che si fa racconto pubblico e il pubblico che si fa racconto privato. Quel vecchio telefono è lo strumento di raccordo di queste due dimensioni, così come di un passato e di un presente che, grazie ad esso, convivono nello stesso universo temporale. Vi erano diverse modalità per restituire questa “magia”. La Nicchiarelli ne ha scelta una che vira verso la naturalità del racconto, evitando forzature e stratagemmi di fantasia, per accordare la narrazione con la realtà. Se lo spettatore subisce un momento di spaesamento all’irrompere del suono della voce della protagonista bambina che spezza la verosimiglianza del racconto fin lì presentato, realizza gradualmente di non aver perso contatto con i referenti principali di una realtà riconoscibile, seppur impregnata di una sorta di realismo magico da letteratura latinoamericana.
Intorno a questa piccola magia ruotano personaggi e vicende parallele che si discostano dal libro. Fra tagli nella sceneggiatura e cambiamenti nello sviluppo degli accadimenti, che qui tralasciamo, quello più forte è rappresentato dalla variazione di genere. Giovanni Astengo, protagonista del libro, assume le sembianze di Caterina Astengo, donna vigorosa ed intimamente fragile al tempo stesso, segnata dalla ferita di un passato non chiuso, che ruota attorno a quel giorno di un lontano ma ancora attuale 1981 in cui, dopo l’assassinio del suo migliore amico e collega, suo padre scompare e di lui si perde ogni traccia. La relazione d’affetto misto ad incomprensione fra Caterina e sua sorella Barbara (Susanna Nicchiarelli) e il desiderio di oblio di quest’ultima portano Caterina ad intraprendere da sola il viaggio nel tempo, nel tentativo fantascientifico di salvare il padre, guidata dal desiderio di scoprire la verità per trovare sollievo alla sua inquietudine. Tornare indietro per recuperare ciò che la Storia le ha sottratto: un’infanzia ordinaria.
Come in “Cosmonauta” la costruzione del mondo in cui i personaggi si muovono prende spunto da momenti storici epocali (lì la guerra fredda, qui il terrorismo rosso) in cui lo spettro del comunismo mostra la sua ambivalenza. Ma quel mondo è solo uno stimolante pretesto per imbastire una riflessione inedita in quanto privata, mai disgiunta dalla realtà politica e sociale in cui agisce ma resa più vicina allo spettatore tramite l’espediente della fantasia che non vola mai oltre i confini della verosimiglianza.
Dopo essere stato presentato nella sezione Prospettive Italia del Festival Internazionale del film di Roma 2012, dal 10 gennaio “Alla Scoperta dell’Alba” arriva nelle sale italiane, distribuito da Fandango. Il desiderio di varcare la soglia di un cinema qualsiasi per immergersi ancora in questi 92 minuti di evasione cosciente è troppo forte per non essere assecondato.
Elisa Fiorucci