Pertanto l'autore si avvale di un'analisi di materiali eterogenei legati all'immaginario mediatico dell'Olocausto e all'«uso pubblico della storia» che film come Schindler's List di Steven Spielberg, Il diario di Anna Frank di George Stevens, Shoah di Claude Lanzmann, Notte e nebbia di Alain Resnais, La vita è bella di Roberto Benigni o Inglorious Basterds di Quentin Tarantino chiamano in causa o mettono in discussione.
Il problema del paradigma dell'impossibilità di narrare, rappresentare e, soprattutto, visualizzare il trauma storico fa i conti con le innumerevoli declinazioni delle sue formule espressive, nei canoni di una cultura pop che si configura come un archivio di paradossi estetici. Il campo d'indagine è estremamente variegato: dai pattern visivi del Monumento agli Ebrei di Peter Eisenman a Berlino al Museo dell'Olocausto del Washington Mall; dalle componenti naziste nel cinema erotico-pornografico degli anni Settanta alle esperienze di web art e installazioni, la Shoah è parte integrante di un immaginario e di una cultura visuale che annovera, come in un archivio parallelo agli archivi di documenti storici veri e propri, tutta una serie di registri espressivi diversificati, tra l'iconoclastia e l'epica, che mobilitano narrazioni di grande successo popolare, come il melodramma, e che elaborano differenti politiche della memoria, dai problemi identitari all'esperienza del Trauma, dall'istituzionalizzazione del tema alla sua contestata portata narrativa e spettacolare.
Attraverso la complessità della ricerca estetica e visiva in un panorama di controversie etico-sociali, il testo di Minuz affronta il discorso del cinema dell'Olocausto attraverso gli strumenti metodologici delle prospettive culturaliste e dei Visual Studies, offrendo un panorama molto ampio ed estremamente originale ad un campo d'indagine poco studiato in Italia e fornendo un background di riferimento bibliografico ricco e molto esauriente.
A. Minuz, La Shoah e la cultura visuale. Cinema, memoria, spazio pubblico, Bulzoni editore, Roma, 2010, 222 pp (ISBN 978-88-7870-513-5)
Rossella Catanese