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UniVision Days 2016 all'Isola del Cinema

Domenica 24 Luglio 2016 22:17 Pubblicato in News
Dopo il successo dello scorso anno a Roma e Milano, UniVision Days torna per la sua seconda edizione sull’isola Tiberina, dal 25 al 31 luglio, in occasione della ventiduesima edizione de L’Isola del Cinema. La manifestazione, promossa dall’associazione Univideo - Editoria Audiovisiva Media Digitali e Online, nasce dall’idea di offrire agli spettatori momenti di incontro culturale sul mondo dell’home entertainment. “UniVision Days – ha spiegato Lorenzo Ferrari Ardicini, presidente di Univideo - è stata pensata per mostrare al grande pubblico la qualità e la vivacità del mondo dell'home entertainment come realtà artistico formativa all’interno del comparto dell’audiovisivo del nostro Paese, un mercato che intrattiene, educa, diverte e sorprende attraverso i suoi contenuti filmici, televisivi e documentaristici. La partnership con L'Isola del cinema è stata, dunque, naturale per potere incontrare appassionati e grande pubblico nel contesto di quella che è una vera e propria grande festa estiva dell'audiovisivo nel suo complesso”.
 
 
Ospitata in due degli spazi più frequentati de L’Isola, Renault Lounge e CineLab, la seconda edizione offre un ricco calendario di appuntamenti – realizzato dagli Associati Univideo e dal giornalista e critico Marco Spagnoli - fatto di dibattiti, confronti, proiezioni gratuite alla presenza di registi, attori, distributori home video. Si inizia lunedì 25 luglio, alle ore 20.30 al CineLab, con Memorie del cinema italiano, incontro con il critico Enrico Magrelli e il giornalista Tonino Pinto che precederà la proiezione del film di Valerio Zurlini Estate violenta, film drammatico ambientato negli anni della caduta del fascismo in Italia.  Alle ore 21.30, l’incontro Marvel Extra alla presenza di Amedeo Balbi, astrofisico, e dei giornalisti Andrea Guglielmino e Marco Lucio Papaleo, durante il quale verranno mostrati estratti, il dietro le quinte, commenti audio, scene esclusive del Blu-ray di Ant-Man, pellicola prodotta dai celebri Studios diretta da Peyton Reed con Paul Rudd, Michael Douglas, Evangeline Lilly, la cui proiezione seguirà l’incontro.
 
Di “Eroi non eroi” ne parleranno il 26 luglio, alle 20.30 al CineLab, il giornalista de Il Mattino Oscar Cosulich e il giornalista Andrea Fornasiero: i due appassionati si confronteranno sul tema nel corso della masterclass DC Comics Special: Wonder Woman che terminerà con la proiezione di Deadpool, film diretto da Tim Miller e tratto dal fumetto sul più irriverente anti-eroe dell'universo Marvel.
 
Doppia programmazione anche per mercoledì 27 luglio: alle 20.30 il CineLab ospiterà l’atteso appuntamento dedicato al rock con la proiezione del pilot di “Vynil”; toccherà al giornalista Ernesto Assante introdurre la serie HBO sulla sregolata scena musicale degli anni ’70 ideata da Martin Scorsese, Mick Jagger, Rich Cohen e Terence Winter, showrunner di "Boardwalk Empire", tra i principali e più premiati autori de "I Soprano", già al lavoro con Scorsese per la sceneggiatura di The Wolf of Wall Street. Alle ore 21.30 evento Cinema e realtà: incontro con il regista Renato De Maria che al pubblico mostrerà Italian gangster, viaggio inedito e spettacolare nelle imprese più eclatanti della mala nostrana.
 
“Ridere del Male”, il 28 luglio alle 21.30, è l’incontro con Carlo Freccero, autore televisivo ed esperto di comunicazione, i giornalisti Enrico Mentana, Corrado Augias, Edoardo Camurri, il disegnatore Stefano Disegni ed ancora Alberto Caviglia, regista del mockumentary Pecore in erba che, dopo il successo di pubblico della prima proiezione, verrà nuovamente mostrato in forma gratuita presso il Renault Lounge.
 
La musica nei film, nei serial, nei musical sarà oggetto di discussione venerdì 29 luglio, alle 21.30, nel corso dell’incontro che coinvolgerà i maggiori compositori italiani - Pivio, Aldo de Scalzi, Pasquale Catalano, Lele Marchitelli, Riccardo Giagni, Giordano Corapi, Giovanni Lo Cascio, Fabio Liberatori, Umberto Scipione, Santi Pulvirenti e Paolo Vivaldi - e che precederà la proiezione de Il bel canto, documentario di Carlo Cotti sulla rivalità di due protagoniste indiscusse del diciannovesimo secolo: Maria Callas e Renata Tebaldi.
 
Sabato 30 luglio, alle 21.30, i registi Vincenzo Marra, Edoardo De Angelis e Claudio Noce affronteranno un dibattito sul Nuovo Cinema Italiano, partendo da un’analisi di due pluripremiati film di questa ultima stagione cinematografica: Lo chiamavano Jeeg Robot – interpretato da Claudio Santamaria e Luca Marinelli, celebrato dalla critica e vincitore di sette Premi David di Donatello - e Perfetti Sconosciuti – David di Donatello per Miglior Film e Migliore Sceneggiatura, Globo d’oro per la Miglior Commedia, Nastro d’Argento speciale al cast ed anche per la Miglior commedia e canzone originale – diretto da Paolo Genovese con Kasia Smutniak, Marco Giallini, Valerio Mastandrea, Anna Foglietta, Giuseppe Battiston, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher; quest'ultimo film sarà inoltre proiettato al termine del dibattito. Chiude domenica 31 luglio alle 21.30 presso il Renault Lounge, la seconda edizione degli UniVision Days la pellicola Nessuno mi troverà, opera originale sul padre della fisica italiana Ettore Majorana diretta da Egidio Eronico, ospite quella sera de L’Isola con l’astrofisico Amedeo Balbi.
Ai blocchi di partenza la XXXVI edizione del FANTAFESTIVAL (Mostra Internazionale del Film di Fantascienza e del Fantastico), diretta da Alberto Ravaglioli e promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Lazio e l'Assessorato alla Cultura di Roma Capitale con la Roma Lazio Film Commission e realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia e con il museo del videogioco VIGAMUS. Una kermesse più ricca che mai con anteprime esclusive, eventi speciali, retrospettive, incontri, dibattiti e sezioni competitive, con il solito e prezioso occhio di riguardo nei confronti del cinema indipendente italiano e dei suoi giovani autori, nonché una mostra d’eccezione. Oltre cento le opere presentate fra lungometraggi e cortometraggi, provenienti da ogni parte del mondo e per il primo anno in collaborazione con la Roma Lazio Film Commission un Focus speciale sul cinema di genere sudamericano, grazie al gemellaggio con il Festival Blood Window. Tra i film selezionati l’ossessivo rape&revenge “Luna de miel” di Diego Cohen (2015 Messico) e l’horror “Downhill” (2016 Cile) di Patricio Valladares. 
 
 
 
Sarà Luigi Cozzi, regista, sceneggiatore e scrittore di fama nel campo della fantascienza e dell’horror, con la sua nuova opera in anteprima mondiale in versione integrale "Blood on Méliès' Moon" (2016) ad inaugurare la manifestazione mercoledì 13 luglio al Multisala Savoy di Via Bergamo, 25. Firmata con lo pseudonimo "Lewis Coates", la pellicola vede il suo ritorno alla regia dopo 27 anni. Nel film, in cui il regista è anche protagonista nei panni di sé stesso, anche altri nomi noti dell’horror italiano, come Lamberto Bava e Antonio Tentori con i quali Cozzi ha collaborato nella sua carriera, iniziata fin dalle origini del fandom fantascientifico italiano negli anni ‘60. Tra gli altri titoli di questa edizione, “German Angst” (2015 Germania) di Jörg Buttgereit, Michal Kosakowski e Andreas Marschall, morboso horror ad episodi tedesco e “Vampyres” (2015 Spagna) di Victor Matellano. Remake dell’omonimo film di José Ramon Larraz, la pellicola, basata sulla storia di due vampire, mescola horror e sensualità. Nel cast anche Caroline Munro, attrice inglese icona del cinema horror degli anni ‘70. Non poteva mancare un omaggio al grande regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense Wes Craven ad un anno dalla sua scomparsa (30 agosto 2015). Un evento speciale che vedrà la proiezione del cult “Scream” a 20 anni dalla sua uscita e altre sorprese ad arricchire la serata. 
 
Per quanto riguarda i film indipendenti italiani, la sezione Panoramica Italia presenterà, come da tradizione, numerosi titoli firmati dai registi emergenti del cinema nostrano. Tra questi “The Blind King” (2016) di Raffaele Picchio (regista del censurato “Morituris” 2011) e “Alienween” (2016) di Federico Sfascia, horror dai toni demenziali e con un’effettistica splatter volutamente esagerata. Da non perdere gli horror ad episodi “Catacomba” (2016) di Lorenzo Lepori e Roberto Albanesi (scritto da Antonio Tentori, autore di sceneggiature per Lucio Fulci, Bruno Mattei e Dario Argento) e “Sangue Misto” (2016), ideato e curato da Davide Scovazzo, esperimento originale di 8 registi in 8 città italiane con 8 gruppi etnici differenti e 8 storie all' insegna dell'horror. 
 
Da segnalare tra i tanti cortometraggi selezionati nella sezione Fantacorti, “Varicella” di Fulvio Risuleo, cortometraggio vincitore del premio per il miglior corto della Semaine de la Critique durante il Festival di Cannes del 2015.
 
Dal 18 al 24 luglio il Fantafestival si sposterà nell'affascinante cornice dell'isola Tiberina dove la manifestazione verrà ospitata da L’Isola del Cinema. Una settimana da non perdere dedicata ad una programmazione speciale all’insegna del miglior cinema di genere e ad una serie di incontri gratuiti - organizzati in collaborazione con l’associazione culturale Nel Blu Studios - dedicati a Star Trek, nell’anno in cui si festeggia il 50° anniversario e in contemporanea con l’uscita nelle sale dell’ultimo film Star Trek Beyond diretto da Justin Lin con Chris Pine e Zoe Saldana. Gli incontri sono organizzati con il patrocinio dello Star Trek Italian Club (STIC) e il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Roma. Inoltre, dopo il fortunato connubio con la RAI dello scorso anno nella serata “Il fantastico prodotto dalla RAI”, quest’anno si prosegue sulla stessa scia con “Il fantastico prodotto da Mediaset” che vedrà la proiezione presso lo spazio CineLab de L’Isola del Cinema mercoledì 20 luglio alle 22:00 di 3 episodi della serie TV “Il tredicesimo Apostolo” interpretata da Claudia Pandolfi e Claudio Gioè e andata in onda su Canale 5 tra il 2012 e il 2014.
 
Tanti i premi: i Pipistrelli d’Oro (al Miglior Cortometraggio Italiano, al Miglior Cortometraggio Straniero, al Miglior Lungometraggio Italiano e al Miglior Lungometraggio Straniero), e il Premio “Mario Bava”, dedicato alla memoria del maestro italiano del fantastico e assegnato alla Migliore Opera Prima tra i film italiani selezionati.
 
Due gli eventi speciali del Festival:
1. MOSTRA PERSONALE “LUCTUS IGNIS” di Mariano Baino, pluripremiato regista e sceneggiatore partenopeo residente a New York. 
Per la prima volta a Roma, in esclusiva per la trentaseiesima edizione del FANTAFESTIVAL, in mostra una serie di opere originali di Mariano Baino insieme a bozzetti preparatori per le sue opere cinematografiche. La mostra presenta ricreazioni di pagine di libri perduti e grimori segreti, ottenute attraverso l’uso del fuoco e dell’acqua scrupolosamente applicate alla superfice di disegni a matita, carboncino o inchiostro: una galleria di inquietanti creature da incubo e studi anatomici che sembrano condotti da un naturalista che ha trovato una scorciatoia per accedere alle parti più remote degli inferi. 
 
2. LA REALTA' VIRTUALE AL FANTAFESTIVAL. Vigamus, il museo del videogioco, il primo museo italiano interamente dedicato al videogioco, metterà a disposizione degli ospiti del Fantafestival due postazioni di realtà virtuale. Un’esperienza unica per i visitatori del Multisala Savoy che potranno provare l’ebbrezza di indossare un visore Oculus Rift e scoprire che cosa vuol dire immergersi nel mondo virtuale del proprio videogioco preferito e osservarlo dagli occhi del protagonista!
 
Tutte le informazione nel dattaglio disponibili sul sito http://www.fanta-festival.it/home/

Berlinale66.While the women are sleeping

Venerdì 19 Febbraio 2016 10:55 Pubblicato in Recensioni
Alla lavorazione di While the women are sleeping prendono parte figure provenienti da parti del mondo completamente opposte. Non solo geograficamente, ma soprattutto ideologicamente. Le diverse mentalità e culture è possibile pensare che siano complicate da far collimare o amalgamare in un modo tale da realizzare un opera narrativamente e stilisticamente efficace. Tratto dal libro del visionario scrittore spagnolo Javier Marias, diretto dal talentuoso regista cinese con istruzione americana Wayne Wang (Orso D’Argento nel 1995 per Smoke) ed interpretato dal magnetico artista giapponese Takeshi Kitano (Zatoichi – 2003), la pellicola è un cocktail dai sapori forti e speziati, che arriva dove non si pensava potesse arrivare. Riesce a portare in superficie tutte le sue dissimili anime. Il risultato è un film anomalo e sperimentale che trasporta verso il finale, forse l’unica parte meno riuscita, intrigando lo spettatore che vive nella drammatica suspense svariate viscerali emozioni tutte d’un fiato. Morboso, intrigante, voyerista, infedele e perverso, il film di un rinato Wayne Wang, si presenta alla Berlinale 2016 nella categoria Panorama sorprendendo con i suoi esseri umani evasivi e quasi imprendibili, alle prese con competizioni avverse, inquietanti ed anche un po’ maligne.
 
Durante un periodo di vacanza in una località marina, lo scrittore in crisi di risultati Kenji (Hidetoshi Nishijima, a Berlino anche con il malvagio Creepy di Kiyoshi Kurosawa) e la moglie Aya (Sayuri Oyamada) incontrano nel resort dove alloggiano una strana coppia. La cosa che salta subito all’occhio è la notevole differenza di età tra Sahara (Kitano) e la sua giovane compagna (Shioli Kutsuna, vista in The Assassin di Hou Hsiao-hsien – 2015). L’incontro avviene ai bordi della piscina dell’albergo, dove gli sguardi di Kenji diventano sempre più insistenti. Questa curiosità lo porta a fare delle ricerche in città per scoprire qualcosa in più su questo insolito legame. In un ritmo cinematografico tipicamente orientale, dove i fatti vengono descritti come lo sciogliersi di una candela, prende vita l’ipotesi che l’indecifrabile Sahara sia frutto della mente del romanziere. Sagace pretesto per creare una situazione che sia in grado di rinvigorire il rapporto con la moglie, che sembra essere in una fase di stanca. 
 
Wayne Wang, che deve il suo nome al grande John Wayne, ci regala una versione moderna del mito di Lolita. E lo fa addentrandosi in un mondo oscuro, come aveva già precedentemente raccontato nel suo The Center of the World del 2001. La drammaturgia, scandita in episodi giornalieri, vira lentamente le sue intenzioni erotiche portandosi su atmosfere thriller ad effetto. Peccato, come già accennato in precedenza, che il finale non ci consente di avere una somma chiarezza degli avvenimenti. Questo interrompe bruscamente la visione di un ottimo film, che nei suoi punti di forza ha un’accurata messa in scena. L’aspetto dell’immaginare ad occhi aperti qualcosa che non è reale è formalmente ben concepito, tanto da riuscire a non farci percepire il passaggio dal mondo reale a quello immaginario. Non vengono usati particolari artifici, ma una forma compatta, sorretta da un’elegante estetica. 
 
Il trascinatore di quest’opera stravagante è l’indomabile Takeshi 'Beat' Kitano. La sua ultima comparsa da attore risale a 12 anni fa. Qui ci regala un’interpretazione da maestro, mettendo sullo schermo un ambiguo protagonista. Il suo saper essere borderline, in un misto tra normalità e pazzia è stupefacente. Una sorta di Virgilio per il regista, che gli permette di valorizzare al meglio le ossessioni ed i desideri repressi, elementi focali della narrazione.
 
Fulmine a ciel sereno nel Panorama festivaliero di Berlino, While the women are sleeping rivela la sostanziale differenza tra amore e devozione, con l’aiuto di un suo dell’immagine molto stiloso. Venerazione che si spinge oltre ogni limite, in grado di creare universi onirici figli di terremoti interiori. Consigliato a chi ama il Wayne Wang più dark rispetto a quello dolce e filosofeggiante.
 
David Siena
 

Toxic Jungle

Martedì 12 Luglio 2016 10:38 Pubblicato in Recensioni
Miscelando vari generi, passando dal biopic immaginario al dramma argentino, Toxic Jungle del peruviano Gianfranco Quattrini è stato definito dal regista stesso una “storia di guarigione”. Alla morte del fratello Nicky, Diamond Santoro (Robertino Granados) si ritira dalla scena del Rock. Ora sulla via del tramonto con la vecchia compagna di Nicky, Pierina (Camila Perissè) che lo sprona a continuare a suonare, intraprende un viaggio per incontrare uno sciamano in grado di curarlo con la “buona medicina”, il rito con la Ayahuasca, la bevanda allucinogena in grado di liberarlo dal senso di inadempienza che lo opprime. Una  lunga traversata della giungla a bordo di un battello fatiscente, brutti affari con la mala locale, un ferito a bordo in cerca di una  clinica in mezzo al nulla, sono gli espedienti che portano il protagonista verso la tanto ambita meta.  Il regista, incontrato a Roma, ci ha delucidato sul perché raccontare la storia di due cantanti mai esistiti dicendoci che “voleva che i fratelli Santoro fossero una metafora e ogni persona, potesse relazionarsi con il protagonista, a prescindere da chi fosse.” Questo ha destato diverse perplessità sulla durata e lo scopo del film che sembra inizialmente essere un normale biopic, volto a farci conoscere la vita di due artisti, ma il vero obiettivo è un altro:  promuovere il rito della  Ayahuasca. Provato dal regista una decina di volte, a suo dire non si tratta di una droga, ma di un efficace metodo per liberarsi dal male, scherzando l’ha definita come “la riduzione di 8 anni di psicanalisi concentrati in un’unica volta.” E’ una miscela di piante, Ayahuasca significa letteralmente “anima della liana” è una mistura liquida che presa dopo una dieta di astensione da diverse abitudini (tra cui il sesso, e il mangiare carni specifiche) secondo un calendario rigido, garantisce l’espulsione di ogni male, molti la temono anche in Perù e in Argentina, altri fanno chilometri per provarla, partendo dal Canada. L’effetto iniziale consiste nel rivivere ogni brutta esperienza del passato, l’effetto benefico al termine è “espellere” tramite le funzioni corporee tutto questo male e sentirsi alleggeriti da ogni conto in sospeso con il passato. Lo sciamano che fa il rituale nel film è vero, giungendo ad un accordo di soli tre giorni di riprese, giurando che non ci sarebbe stata la pioggia (cosa che poi si è verificata), si è fatto riprendere mentre attua il rituale, scuote la bottiglia, canta e balla intorno al “paziente” e attua la purificazione. In italia questa usanza è poco conosciuta motivo per cui, il film è il frutto di una collaborazione italiana (Alba Produzioni s.r.l), argentina (Historias Cinematograficas) e peruviana (Planta Madre) ed è stato riconosciuto e sostenuto come film “d’interesse culturale” e sviluppato con il contributo di Istituto Luce Cinecittà. Al confine tra un documentario e un viaggio di redenzione offre molti spunti di approfondimento.
 
Francesca Tulli