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18 Gen

Insidious – L’ultima chiave

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Una porta rossa veicolo di una dimensione ulteriore, oscura, abitata da esseri demoniaci e spettrali, minaccia come una tetra nube il mondo dei vivi. 
Il regista James Wan è il primo a dirigere nel 2010 Insidious, primo capitolo di  una delle saghe horror più spaventose e fortunate di sempre.  Al centro della vicenda la famiglia Lambert, che trasferitasi in una nuova casa dovrà ben presto  fare i conti con un evento assai inquietante, l’improvviso stato vegetativo del figlio maggiore Dalton. Sarà la madre del ragazzo a manifestare la volontà di abbandonare la casa, attribuendo ad essa la causa di strani ed oscuri eventi. Tuttavia, anche nella nuova abitazione, le manifestazioni soprannaturali continueranno a verificarsi spaventando la famiglia, che tormentata deciderà di affidarsi ad una medium, Elise.  Sarà proprio Elise a scoprire che tali eventi spettrali sono originati dallo stesso Dalton.  Il ragazzo è in grado di allontanarsi dal suo corpo fisico per raggiungere tramite il proprio corpo astrale l’Altrove, una zona oscura abitata da spaventose e spettrali creature. 
Una storia che riesce a catapultare lo spettatore in un labirintico gioco di suspense, facendo leva sull’ignoto. Dopo aver avuto ben due sequel ( nel 2013 diretto ancora una volta dallo stesso Wan, e nel 2015 dall’australiano Leigh Whannell, già sceneggiatore del primo), Insidious torna al cinema sotto la regia di Adam Robitel. In questo nuovo capitolo, si fa luce sul passato di Elise,  cresciuta in una casa piuttosto lugubre collocata in prossimità di un penitenziario grigio e soffocante. A seguito della scomparsa della madre, la giovane Elise decide di abbandonare le mura familiari stufa dei continui atteggiamenti di incomprensione e violenza da parte del padre, intollerante nei confronti del dono di veggenza della ragazza. Un breve accenno al passato della medium, per poi fare subito ritorno al presente, dove Elise è ancora una volta chiamata a risolvere un minaccioso caso.  Teatro di nuovi inquietanti eventi è proprio la casa dove Elise è cresciuta, nel New Mexico. Ad accompagnarla in questa nuova e complessa avventura i suoi due fedeli aiutanti Specs e Turner, i quali rappresentano la costante ilare della vicenda. 
Nonostante lo sforzo registico nel dare spessore narrativo alla vicenda, il film rimane purtroppo incolore nonché poco credibile in svariati livelli. Piuttosto lontani dall’impronta agghiacciante di James Wan, in quest’ultimo capitolo della saga si assiste ad una mancanza di alcuni aspetti portanti, quali la costruzione dei gradi di suspense e la verosimiglianza della storia narrata. In un film sospeso tra mondo dei vivi e Altrove, è essenziale tracciare un segmento definito di momenti di suspense da alternare a sequenze più leggere.  Ne L’ultima chiave, la leggerezza di alcune scene invade e annienta la tensione della storia, rendendo buona parte del film innocuo dal punto di vista dell’angoscia, anestetizzata dalla totale assenza della caratteristica inquietante colonna sonora. Pertanto il film diretto da Robitel è un lavoro nel complesso godibile, ma che esula totalmente dalla capacità di spaventare, ponendo lo spettatore nella comoda posizione di mero testimone imperturbato. 
 
Giada Farrace

 

  • Regia: Adam Robitel
  • Paese: Stati Uniti d'America
  • Genere: Horror
  • Durata: 103
  • Cast: Lin Shaye, Angus Sampson, Leigh Whannell, Josh Stewart, Spencer Locke
  • Valutazione: 3

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