Oramai è più che assodato, il ritorno ai generi ha conquistato un po' tutti i maggiori nomi del cinema contemporaneo. Antoine Fuqua, da sempre cresciuto con la grande passione per il western e per le grandi pellicole di Leone e Kurasawa, torna al cinema dirigendo il classico di culto " I magnifici sette”. Il regista di Training day, rispolvera questo intramontabile film, donandogli da un lato un nuovo e accattivante aspetto, e dall’altro restando fedele alla linea essenziale del racconto diretto da Sturges nel 1960, con Steve McQueen e Charles Bronson. La storia prende parte a Rose Creek, cittadina popolata da contadini semplici e onesti, improvvisamente presa d’assedio dal crudele magnate Bartholomew Bogue e dai suoi uomini senza scrupoli. La giovane vedova Emma Cullen, stanca di assistere alla morte della sua città, decide di chiedere aiuto e protezione a sette impavidi fuorilegge. Tra di loro vi sono cacciatori di taglie, sicari e giocatori d’azzardo, ad ognuno di essi sarà affidato il rischioso compito di difendere Rose Creek dagli uomini di Bogue. I Sette avranno solo una settimana per preparare il popolo di Rose Creek a combattere, una settimana per escogitare la resa dei conti, e per riesaminare i propri errori, le proprie vite, ciò che li ha veramente spinti a trovarsi lì.
Il film, fuori concorso a Venezia 73 ha chiuso la Mostra in gran stile, rappresentando così il dulcis in fundo della rassegna. Perché quella di Fuqua è una reinterpretazione ineccepibile, capace di regalare momenti entusiasmanti e carichi di fervore. La passione del regista per il genere si percepisce dall'estrema cura con cui viene diretto il film, dalla valorizzazione di ogni suo elemento, partendo dalle suggestive immagini, fino al profilo di ognuno dei suoi protagonisti. Uomini contraddistinti da coraggio, umanità, e un sano spirito ironico, aspetti che li rendono ancor più vicini allo spettatore. A rendere I magnifici personaggi unici e pieni di carisma vi è un cast di tutto rispetto, con al timone un intenso Denzel Washington, fortemente voluto da Fuqua, mai eccessivo e sempre in splendida forma, affiancato da un Ethan Hawke, che si riconferma un attore camaleontico e di rara qualità, senza dimenticare il bel Chriss Pratt, vera rivelazione del film, in perfetta simbiosi con il verace Faraday e più credibile che mai come pistolero. Le riprese hanno avuto luogo nell'immensa Luoisiana a Baton Rouge, resa ancora più viva e palpitante da una fotografia dai toni caldi, diretta dall’italiano Mauro Fiore. Quattro duri mesi di riprese, in cui la troupe di Fuqua ha dovuto fare i conti con un clima decisamente non favorevole, e con tutte quelle esigenze che solo una pellicola western richiede (dall’addestramento di cavalli alle numerose scene con gli stunt), ma che alla fine dei conti ripagano in modo generoso il pesante lavoro. Il film di Fuqua è infatti complessivamente ben strutturato, e vanta il pregio di saper alternare momenti solenni a segmenti più divertenti, intrattenendo lo spettatore in modo quasi magnetico.
I Magnifici sette ammalia ed emoziona senza mai banalizzare il genere, cercando di raccontare una storia che forse qualcuno già conosce, ma che per la sua attrattiva merita di essere raccontata ancora una volta. Una meraviglia per gli amanti del genere western che non avranno mai voglia di staccare gli occhi dallo schermo.
Giada Farrace