Nella vita capita spesso di pensare con leggerezza di lasciare tutti e andare a vivere nel deserto. Cheryl Straied, ora scrittrice americana di successo, lo ha fatto. La sua incredibile storia raccontata nel libro autobiografico Wild: from lost to found on the Pacific Crest Trail, best seller in cima alla classifica del New York Times, con la regia di Jean-Marc Vallée e il beneplacito della scrittrice, ora è un film che nel 2014 ha ottenuto ben due nomination agli oscar. Una curiosa coincidenza vuole che Cheryl di cognome faccia “Straied” che tradotto significa “deviata” ma anche “vagabonda”. La ragazza per sfuggire al dolore causato dalla drammatica perdita della madre, distrugge il suo matrimonio idilliaco, vivendo tra la cocaina e il sesso occasionale, perde se stessa ma non la volontà di reagire e dopo aver toccato il fondo, cerca una via di redenzione per tornare ad essere la persona che sua madre avrebbe sempre voluto che fosse, decide di affrontare il Sentiero delle creste del Pacifico, senza una precedente esperienza di trekking. Il suo viaggio dal deserto del Mojave verso l’Oregon è un’odissea di solitudine dove i ricordi e gli spettri del passato non la lasciano mai in pace, le cene a base di orzo freddo le scarpe strette e il peso dello zaino la mettono a durissima prova, ma non bastano a spezzare la sua determinazione a continuare né a sollevarla dai sensi di colpa. Per mille e cento miglia, gli incontri sul cammino, gli animali indiscreti, il confronto con gli altri viaggiatori le citazioni di altri scrittori da lei lasciate nelle cassette ad ogni tappa sono metafora e prova tangibile dell’esistenza di un dio, un qualunque dio, quel dio “bastardo e senza cuore” che si diverte a giocare con lei per poi sollevarla e farle ritrovare la strada “verso la bellezza”. Emblematica è la figura della madre, un esempio positivo, una donna raggiante e piena di vita, stroncata troppo presto da un tumore, è lei che le soleva ripetere “Ogni giorno c’è un alba e un tramonto e puoi decidere di guardarli e seguire la via della bellezza”. Inconsapevolmente è lei che mette Cheryl su quel sentiero, che davanti a sé abbia un deserto, un’ “altra roccia del cazzo”o la neve invalicabile, tutto fa parte di quell'unica e speciale esperienza che farà di lei una persona nuova. La fotografia è ottima, ogni panorama fa sentire la sete del deserto e la presenza della natura. Reese Witherspoon l’attrice scelta per interpretare la protagonista somiglia moltissimo alla scrittrice, le due hanno lavorato insieme in un raro caso di collaborazione riuscita senza polemiche. Tra gli altri riconoscimenti una nomination ai Golden Globle e una ai Bafta del 2015.
Francesca Tulli