Storicamente, l'Uomo Ragno sotto la maschera ha portato tanti volti. Fumetti, animazione e cinema hanno contribuito a rendere sempre vivo e attuale il suo mito da oltre sessant'anni. I due registi statunitensi Phil Lord e Christopher Miller presentano (come scenggiatori questa volta) l'ambizioso seguito di "Spider-Man: Un nuovo universo" che vinse l'Oscar come miglior film di animazione nel 2019. Se il primo era una storia delle origini il secondo definisce un nuovo standard per i film (non solo di animazione) dove convergono una miriade di personaggi senza sacrificare l'efficacia della storia. Su internet vi sarà forse capitato di imbattervi in quel famoso meme dove tre Spider-Man si incontrano. Il concetto di "Ragnoverso" o "Spider-Verse" (quello del titolo “Across the Spider-Verse”) dove tutti gli alter ego dello stesso eroe Marvel si incontrano, si potrebbe riassumere così. Nonostante il mercato sia saturo di film dedicati ai supereroi e di molteplici rivisitazioni dello stesso personaggio i due registi hanno saputo trovare la chiave per utilizzare al meglio la potenza visiva delle immagine per raccontare non (solo) la storia che conosciamo già quella del "morso del ragno radioattivo che conferisce grandi poteri" ma piuttosto senza retorica "le grandi responsabilità" che ne derivano. Al centro della storia, ci sono temi molto importanti: le relazioni familiari, l'incomprensione, l'amore inespresso, Il peso della perdita e quello della solitudine, questi gravitano intorno ai due giovani protagonisti, Gwen Stacy e Miles Morales, gli eredi spirituali di Peter Parker. Spider-Woman, la stessa Gwen, viene accusata di omicidio, dal padre poliziotto che però non conosce la sua identità segreta. Lontana da Miles il suo unico amico, si aggrappa al suo ricordo per motivarsi, immaginando che almeno lui la possa capire. Miles non l'ha mai dimenticata ma i suoi problemi sono di tutt'altra natura: ha paura di deludere le aspettative dei suoi amorevoli genitori, che non conoscono la sua identità segreta. Secondariamente deve conciliare la sua vita di vigilante di quartiere con il suo futuro piano di studi. Sulla sua strada si mette di mezzo un nuovo super cattivo 'la macchia', sottovalutandolo (come lo spettatore) e senza neanche immaginare cosa si sta scatenando, si scontrerà con ben altro. L' animazione è un limite solo per chi ancora non la considera "cinema" o semplicemente per chi non esce dall'ottica che un prodotto animato (specialmente se americano) sia indirizzato solamente ad un pubblico di bambini. Da questo punto di vista questo film distrugge entrambi i pregiudizi con una estetica tridimensionale sorprendente che evoca le pagine di un fumetto e le fonde con la dinamicità dell'azione, indugiando sui colori che accompagnano la completa scrittura dei personaggi. Per quanto un bambino ne possa cogliere l'aspetto 'cool' il film è indirizzato ad pubblico adulto, in grado anche di apprezzare il lavoro fatto sulle citazioni e la nostalgia. Questo lo fa senza le ingenuità di Spider-Man:No Way Home, con il semplice pregio di avere dei personaggi consistenti e con cui si riesce ad simpatizzare dal principio. Al termine della visione si ha la sensazione di aver letto una intera run a fumetti, come tale però non si chiude e lascia sul finale più domande che risposte. Se c'è un solo e unico difetto è proprio il non aver esplicitato (sarebbe bastato un 'parte 2' nel titolo) dal principio che questa porzione di storia avrà la sua conclusione nel prossimo capitolo (in uscita nel 2024 Beyond the Spider-Verse) ci si augura che le aspettative non vengano deluse perché il 'cliffhanger' è voluto per dare respiro alla creatività senza sacrificare nessun aspetto: non avrebbe avuto senso un finale stiracchiato dopo una così bella premessa. Tuttavia per sciogliere una matassa così ben aggrovigliata, ci vorrà molto di più che a liberarsi di una ragnatela.
Francesca Tulli