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A maggio torna il Road To Ruins

Sabato 03 Maggio 2014 15:09 Pubblicato in News
 
Da venerdì 9 a domenica 11 maggio torna a Roma, presso il Nuovo Cinema Aquila,  il Road to Ruins.
 
 
Nato come evento rock internazionale, Road to Ruins – Suoni e Visioni del Rock dal 2011 ha cambiato pelle, ampliando la sua prospettiva al cinema e alla documentaristica musicale ma mantenendo comunque l’originaria vocazione dedicata alla musica live, e non solo.
 
Dal 2012 in poi il festival ha presentato al Nuovo Cinema Aquila anteprime assolute come This Ain’t California e The Samba Within Me e ha ospitato nomi eccellenti quali il cantautore canadese Spookey Ruben, il grande Freak Antoni, il regista pakistano-canadese Omar Majeed, lo sperimentalista Virgilio Villoresi, il produttore tedesco Michael Schöbel e Stefano Disegni, in occasione del ritorno dello Scrondo. Dopo l’evento del 2013 Berlino-Bologna: East and Side in collaborazione con il Goethe-Institut di Roma, ROAD TO RUINS FILM FESTIVAL 2014 torna nella nostra sala per una tre giorni imperdibile. La programmazione di quest’edizione, curata da Anthony Ettorre, Alessandro Zoppo e Pierpaolo De Iulis, è dedicata all’underground e alle marginalità che emergono prepotenti dal basso. Gioia e rivoluzione che abbracciano cinema di finzione, documentari e mockumentary, video clip e sperimentalismi.
 
Protagonista è la Germania con un ampio focus sulla cinematografia “rock” tedesca, realizzato in collaborazione con il Goethe-Institut. Ospiti speciali Marco Wilms che porta in anteprima il nuovo lavoro Art War (la rivoluzione egiziana attraverso le storie di street artist, crew hip hop e visual designer) e Lars Jessen, regista di Fraktus, ovvero il This Is Spinal Tap del synth pop.
 
In anteprima anche lo scioccante Peaches Does Herself rock, opera della cantante canadese di stanza a Berlino.
 
Vetrina speciale dedicata anche alla Polonia e alle sue traiettorie sonore, in collaborazione con l’Istituto Polacco di Roma.
 
Grande spazio al cinema indipendente italiano con la serata speciale Road to Apulia, dedicata al mockumentary Vive le Rock di Alessandro Valenti e al documentario Situazione di Alessandro Piva. Omaggio al compianto Freak Antoni che sarà ricordato con un eccezionale evento unicum accompagnato dalla presentazione del doc Biografreak di Emanuele Angiuli. Imperdibile l’appuntamento con Che il mio grido giunga a te, filologica ricostruzione del fenomeno delle messe beat firmata da Paolo Fazzini e accompagnata dal concerto dal vivo di Gli Illuminati. A corredo, presentazioni di libri, DJ e set di musica dal vivo, incontri con i registi, attori e aperitivi “cinematografici” nel foyer del cinema.
 
 
Per maggiori informazioni visitare www.roadtoruins.it
 
 

 

Dal 5 maggio Labor Story: il lavoro raccontato dal cinema.

Venerdì 02 Maggio 2014 17:02 Pubblicato in News
 
 
 
Roma - Dal 5 al 9 maggio 2014, alla Sapienza e al cinema Trevi, avrà luogo la prima edizione di “Labor Story, il lavoro e la sua rappresentazione nel cinema”, festival cinematografico promosso dalla Facoltà di Lettere e Filosofia, Centro Teatro Ateneo, Facoltà di Economia in collaborazione con il CSC-Cineteca Nazionale.
 
La rassegna è l’occasione per offrire un dialogo a più strumenti sulla storia della realtà lavorativa del nostro Paese e sull’attualità dei temi emergenti: film e documentari, teatro,  tavole rotonde con economisti, storici del cinema, giornalisti, incontri e testimonianze di registi, attori, scrittori.
 
Si inizia alle ore 18 di Lunedì 5 maggio presso l’Aula Levi  (ex vetrerie Sciarra) con i saluti  del preside della Facoltà di  Lettere e Filosofia, Roberto Nicolai e con gli interventi introduttivi di Valentina Valentini (Centro Teatro Ateneo), Mauro Gatti (Facoltà di Economia), Emiliano Morreale (Cineteca Nazionale), Sergio Bruno (Cineteca Nazionale). A seguire la proiezione di “L’Asse del pedale”, un documentario commissionato negli anni cinquanta dalla Renault sull’economia dei movimenti, per velocizzare il lavoro degli operai. Il documentario appartiene al Fondo della famiglia Iannotta, depositato nel 2013 presso la Cineteca Nazionale, in cui si stanno scoprendo numerose rarità degli anni cinquanta, tra le quali anche i documentari “Acciaio” e “Nasce una scarpa”, in programma al Trevi.
Il programma prosegue con il monologo teatrale “Diario di fabbrica”, per la regia di Daniele Bernardi, interpretato da Ermelinda Bonifacio, liberamente tratto da “La condizione operaia” di Simone Weil, ispirato dalla sua esperienza come operaia, negli anni trenta, alla Renault;  conclude la giornata l’incontro con Alessandro Portelli, presidente del Circolo Gianni Bosio.
 
Da Martedì 6 maggio a giovedì 8 avranno luogo alcune proiezioni selezionate dall’archivio storico della Cineteca Nazionale incentrate sul tema del lavoro  tra  cui “Le miserie del signor Travet” di Mario Soldati (martedì 6 alle ore 17.00); “Anni facili” di Luigi Zampa (martedì 6 alle ore 19.00); “In questo mondo libero…” di Ken Loach (mercoledì ore 21.00); “La classe operaia va in paradiso” di Elio Petri (mercoledì 7  ore 17.00; “Il posto dell’anima” di Riccardo Milani (mercoledì 7 ore 20.30); “I magliari” di Francesco Rosi (Giovedì 8 maggio ore 17.00; “La ragazza in vetrina” di Luciano Emmer (giovedì 8 ore 19.00); “Il grande capo” di Lars Von Trier (Giovedì 8 ore 21.30).
 
L’ ultima  giornata, venerdì 9 maggio, dopo i saluti del  Preside della Facoltà di Economia, Giuseppe Ciccarone, inizia con le proiezioni dei  film “Cosa desidera? (i desideri della futura classe dirigente)” di Mauro Pescio, “Emergency Exit – Young Italians Abroad” di Brunella Filì,  “Spaghetti Story” di Ciro De Caro e si conclude con la tavola rotonda “Il lavoro e le relazioni: quale rappresentazione” con la partecipazione Antonio Medici (Storico del cinema), Edoardo Monaco (Direttore della UOD Medicina del Lavoro e del Centro sul Mobbing – Azienda Ospedaliera Sant’Andrea).

Segui il tuo passo - un viaggio lento lungo le vie Francigene

Venerdì 02 Maggio 2014 16:05 Pubblicato in News

 
Venerdì 9 maggio 2014 alle 17.30 presso il Palazzo Farnese di Caprarola si terrà la cerimonia di premiazione del concorso di cortometraggi realizzati da giovani videomaker sul tema del viaggio lento.
 
Il progetto, promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio e realizzato da Legambiente Lago di Vico intende contribuire alla conoscenza e alla fruizione delle Vie Francigene laziali, oggetto di una costante riscoperta da parte di una schiera sempre più numerosa di viaggiatori in tutte le stagioni dell'anno.
 
Nel corso della serata, alla presenza dell’Assessore alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio Lidia Ravera e della giuria presieduta da Marco Muller saranno presentati al pubblico e premiati i dieci corti finalisti.
 
Ospite d’onore dell’evento sarà il maestro del documentario naturalistico Folco Quilici che presenterà in anteprima il suo nuovo cortometraggio. I corti vincitori saranno inoltre proiettati nell’ambito della nona edizione della rassegna cinematografica "Lo Sguardo selvaggio" che si terrà dal 10 maggio al 1 giugno 2014 presso il Teatro delle Scuderie Farnese di Caprarola e successivamente inseriti nella programmazione del Tuscia Film Fest di Viterbo.
 
Giunge così a conclusione un progetto nato nell’ottobre scorso che ha visto all’opera un numero considerevole di giovani videomaker di tutta Italia che si sono confrontati nella massima libertà creativa e stilistica con un tema impegnativo, spesso riservato ad ambienti specialistici e di nicchia. L’argomento proposto ha offerto l’occasione per indagare le motivazioni che spingono le donne e gli uomini del Terzo Millennio a seguire i passi dei viandanti che per molti secoli hanno percorso le vie che conducevano a Roma. Un’esperienza unica che, in un’epoca segnata dalla velocità e dalla comunicazione istantanea, permette di sperimentare un tempo sospeso, in cui la consapevolezza di sé trova una dimensione più profonda ed il ritmo lento favorisce uno sguardo più intenso e penetrante.
 
Maggiori informazioni consultando www.seguiltuopasso.it

Temporary Road

Venerdì 02 Maggio 2014 15:38 Pubblicato in Recensioni

Cantautore, compositore, regista, pittore. Franco Battiato nei suoi quasi cinquant’anni di carriera si è dimostrato in grado di mettere continuamente in discussione se stesso in una ricerca sperimentale che ha segnato la storia della musica italiana e non solo. Nel 1972 fu il primo musicista italiano a utilizzare il VCS3, un sintetizzatore analogico, di cui, all’epoca, vennero venduti solo due modelli. Uno a Battiato, l’altro ai Pink Floyd. 

Secondo una teoria sulla reicarnazione, abbracciata dallo stesso Battiato, un uomo può vivere diverse vite. In Temporary Road si tenta di raccontarne una: quella dell’artista tout court che tutti conosciamo.
 
Quello che ne esce fuori è un ibrido abbastanza anonimo fra documentario e film concerto. A essere anonima non è certamente la voce di Battiato, ma la mano degli autori, il giornalista Giuseppe Pollicelli e il regista Marco Tanni. Le parole del cantante, il suo misticismo e la personalità prorompente sovrastano e annientano qualsiasi tentativo di istanza autoriale. L’invisibilità di Pollicelli e Tani, i quali si mettono da parte lasciando spazio esclusivamente alla figura di Battiato, si rifa, in parte, alla tradizione documetaristica di Wiseman, ma, in questo caso, genera un’opera trascurata e trascurabile, in cui le parole del cantante si confondono indistinguibili in un getto unico e continuo di verbosità irrefrenabile. I racconti della vita di Battiato sono privi di un vero file rouge o di un momento memorabile che cela una qualche epifania rivelatrice. Nonostante la presenza di tre montatori (Pollicelli, Tani e Alessandro Latrofa) manca una certa abilità di montaggio mirata a strutturare le argomentazioni del protagonista. Questa mancanza, oltre a svalutare le argomentazioni stesse, fa precipitare lo spettatore in un vortice inesorabile di noia, dal quale riesce a salvarsi solo grazie alla musica memorabile del maestro Battiato. 
Temporary Road. (Una) vita di Franco Battiato, presentato prima fuori concorso nella sezione “Festa Mobile” del Torino Film Festival, poi durante la XIII edizione del RIFF (Rome Independent Film Festival), è un film acerbo, che non riesce a codificare in immagini l’enorme potenziale espressivo del suo protagonista. Così facendo tende ad assomigliare più a una semplice (e un po’ confusa) biografia televisiva. Niente da dire contro le biografie televisive, ma il cinema è un’altra cosa. 
 
Angelo Santini