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Bella addormenta

Martedì 18 Settembre 2012 19:26 Pubblicato in Recensioni

Uno dei primi arrivi in sala provenienti dalla 69° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia è la nuova opera del regista italiano Marco Bellocchio. Uno dei pochi autori formatisi negli anni sessanta ancora in piena attività e che già con i suoi ultimi lavori come “Vincere” e soprattutto “Sorelle Mai”, ha dimostrato di avere ancora tante cose da dire nella sua carriera ancora in piena evoluzione.“Bella addormentata” è un film corale di eccezionale portata. Stranamente per Bellocchio è un film concentrato in un brevissimo spazio temporale , a differenza dei suoi due ultimi sopra citati. Ovviamente niente di riconducibile a “Short cuts” di Altman, “Magnolia” di P.T.Anderson o “Crash” di Paul Haggis. Marco Bellocchio forse insieme ai fratelli Taviani è quanto di più lontano esista dal cinema americano. Lo è per cultura ma anche per linguaggio cinematografico, le tensioni provocate dai protagonisti non sono finalizzate alla storia ma alla nostra emotività o meglio alla nostra esperienza. Un film del genere non può essere definito riuscito o meno, ben fatto o lacunoso, un film come “Bella addormentata” ti chiama in causa e ti rende partecipe sempre ovviamente che tu lo voglia. Ti spinge a riflettere sull’educazione ricevuta e su quella che vorresti dare ai tuoi figli. Ti tira in ballo per un urlo di troppo, per una carezza non data o per un abbraccio perduto. E’ la psicologia applicata al cinema e su questo Marco Bellocchio è un maestro che mai andrebbe discusso. Dicevo che “Bella addormentata” è un film corale, infatti ci sono più personaggi e più storie che si snodano e che nemmeno tutte si incrociano. Il tutto avviene sullo sfondo di un fatto di cronaca italiana recente. Un evento che risale all’inverno del 2009, ovvero la morte di Eluana Englaro, una ragazza in coma da 17 anni, che ha attirato per un breve periodo l’interesse dei media, della Chiesa e soprattutto della Politica. 

Ecco per sgombrare dal campo ogni equivoco quello di Bellocchio non è un film sull’eutanasia e tanto meno sulla vicenda Englaro. Nel film di Bellocchio le istituzioni sono come sempre, più che mai, le assolute protagoniste del film. La Famiglia, la Chiesa, lo Stato. Se c’è una presenza forte sullo sfondo del film è quella dei media e della politica. Una presenza che purtroppo per noi Bellocchio legge benissimo come quella di una classe politica con la p minuscola, una piccola associazione di burattini e burattinai, di teatranti di profilo bassissimo, di gente rubata alle galere. Ma tanto è; non è forse questa l’Italia degli ultimi anni? Lo dicono i fatti. Le inchieste e i processi.  Tanto che viene da chiedersi se la bella addormentata del titolo non sia proprio la nostra nazione. 

Si perché altrimenti di belle addormentate nel film oltre a Eluana, che ovviamente non si vede mai, ce ne sono molte… La più addormentata di tutte è Maria la figlia del senatore Beffardi che ha perso la madre in circostanze simili a quelle di Eluana. C’è la figlia della Divina Madre (una clamorosa Isabelle Huppert) che con il suo coma vegetativo affonda sempre più la vita del fratello. Come c’è Federico, un ragazzino folle che dice cose sanissime ma che è anche il freno a mano del fratello Roberto. 

E poi c’è Rossa, una tossicodipendente sola come un cane, bella come una favola di Walt Disney, che più volte ha tentato il suicidio e che sarà l’unica a risvegliarsi. Lo farà grazie a un bacio, si proprio come nelle favole. Solo Rossa si risveglia... gli altri si perdono. Rossa non solo si risveglia, ma rende più piacevole il riposo del Principe, dell’Angelo guerriero che l’ha salvata. Non farà nulla di eclatante, niente amore eterno o gioia di vivere ritrovata: toglierà solo quelle brutte, scomode scarpe al suo Principe per farlo dormire comodamente. E per poter finalmente riposare anche lei. E chissà che prima o poi un bravo giovane medico non dia un bacio piccolo, piccolo che possa risvegliare la nostra Italia. 

Marco Castrichella  

Corti and Cigarettes

Venerdì 14 Settembre 2012 16:04 Pubblicato in News

Si svolgerà sabato 15 e domenica 16 settembre 2012, a Roma, presso l’Auditorium Conciliazione, la V edizione del Festival Internazionale del Cortometraggio Corti and Cigarettes. La manifestazione – a entrata gratuita fino ad esaurimento posti - ideata da Annamaria Liguori, Nicola Liguori e Tommaso Ranchino, punta a ricercare, diffondere e promuovere i migliori cortometraggi in circolazione sulla scena nazionale e internazionale.


 
Il programma prevede una intensa due-giorni di proiezioni e incontri con gli autori, scandita dalle due sezioni in concorso - Corti Internazionali e Corti Sperimentali - affiancate da MedShort, rassegna di corti del Mediterraneo, con interventi di autori emergenti, esponenti della critica cinematografica online, registi, attrici, attori e personaggi dello spettacolo.
 
Per il secondo anno consecutivo sarà presente la sezione MEDSHORT, diretta da Alessandro Zoppo, che sabato 15 settembre alle ore 17:30, apre una finestra sulle cinematografie dei Paesi dell’area mediterranea. Croazia, Spagna, Algeria, Francia, Turchia ed Egitto saranno al centro della vetrina, protagonisti di una tensione ed un mutamento costanti che animano cinematografie capaci di intrecciare pubblico e privato, sfera poetica e dimensione politica, tensioni primitive e nuove forme di rappresentazione. Ad assegnare il premio al miglior cortometraggio, una giuria composta da i registi Laura Bispuri, Federico Greco e il giornalista Goffredo De Pascale.

Due gli INCONTRI D’AUTORE, previsti per sabato 15 settembre: il primo, alle ore 19:00, presentato dall’attrice, musicista e musicologa Cristina Chinaglia, con il regista e sceneggiatore Giancarlo Scarchilli. Quindi, alle ore 20:00, presentato dal conduttore radio e tv Christian Floris, incontro con Giorgio Treves, regista e sceneggiatore, tra gli altri di La coda del diavolo e Rosa e Cornelia, di cui sarà proiettato, a seguire il corto K-Z, nominato ai Premi Oscar nel 1973.

Alle ore 21:00 di sabato 15 settembre, le proiezioni della seconda edizione della sezione CORTI SPERIMENTALI, curata da Valentino Catricalà, vetrina ideale per tutti gli autori di cinema sperimentale, i video-artisti e i pionieri delle tecniche non narrative che proliferano in tutto il mondo riscuotendo successi sempre più universalmente riconosciuti. Il foyer dell’Auditorium Conciliazione, dotato di sette schermi televisivi - che verranno riempiti con opere di artisti video e multimediali, con rassegne e programmi televisivi creativi in loop.

Domenica 16 settembre a partire dalle ore 17:00, proiezioni dei corti della sezione CORTI INTERNAZIONALI,presentati dall’attore Marco Iannone.

Alle ore 19:00 di domenica 16 settembre, Evento Speciale con la proiezione, fuori concorso, alla presenza del cast e del regista, del cortometraggio E la vita continua, diretto da Pino Quartullo, presentato alla recente Mostra del Cinema di Venezia 2012. Concepito come un'opera di marketing sociale, il corto tratta il tema della donazione degli organi e dei trapianti.

Il GRAN GALA’ che chiude il festival, domenica 16 settembre a partire dalle ore 21:30, avrà come ospite d’onore la regista Liliana Cavani e sarà presentato dagli attori Monica Scattini e Andrea Dianetti.  Fuori concorso sarà presentato anche Clarisse, corto-documentario di Liliana Cavani, un’intervista realizzata in una comunità di suore di clausura.


Maggiori informazioni sulla manifestazione visitando www.cortiandcigarettes.com

PIETA'

Venerdì 14 Settembre 2012 14:37 Pubblicato in Recensioni

Pietà è un film duro, mai aggettivo più adatto per descrivere qualcosa. Poche parole, dialoghi minimali in perfetto stile orientale, dove l'interiorità, in questo caso inscindibile da una fredda azione, emerge nella densità di ritmi dilatati. Ciò che appare è un'ideale bolla ove un universo di orrore è rinchiuso, ma allo stesso tempo non è difficile pensare che tutto ciò sia facilmente attuale, realizzabile, non diverso, per nulla distante. I soldi a volte aiutano la vita, semplificandola, ma quando ogni cosa ruota attorno ad essi, sogni e speranze diventano sterili, facile esca di ricatto, tramite per la più cupa disperazione. Kim Ki-Duk mette in scena una tragedia, avendone tutti gli elementi necessari, con il suo postmoderno antieroe, così isolato, deviato, carnefice e vittima al tempo stesso della solitudine di un mondo crudele. Ne esce un film che segna e fa male, lancinante come una coltellata. Coi suoi personaggi terribilmente vissuti, negativi, non troppo lontani allo stile del fumetto di Frank Miller, ideologicamente vicini a Sin City. La sensazione che si avverte mentre le immagini ci scorrono sotto gli occhi è essenzialmente di freddo gelido, che ci attraversa la schiena assieme a tutta la desolazione e i paradossi che porta con sé un personaggio come Kang-Do, perfetto nella resa del suo protagonista. Uno strozzino che storpia la gente purché l'assicurazione risarcisca il debito contratto, figura travagliata e malinconica, disprezzabile, senza un appiglio,  boia solo sulla faccia della terra, anestetizzato dai tormenti che procura, emissario di morte interamente pervaso dai propri demoni. Ma anche il più torbido dei peccatori ha una via di salvezza, una luce che lo guida e lo cambia, in questo caso è data da una figura materna, colpevole di averlo abbandonato da piccolo. Così nelle donne c'è il bene, la famosa pìetas citata nel titolo, quell'accoglienza ad ogni costo e sopra ogni cosa che talvolta diviene nemesi, purché si attui un percorso di redenzione estremo. Se c'è qualcosa che spicca è la troppa violenza, volutamente calcata nella reiterazione del dolore fisico ma soprattutto interiore. Si crea così una spirale di aberrazione che non fa altro che innescare una reazione inversa, divenendo a tratti uno spettacolo tragicomico per quanto eccessivo. Il continuo indugiare con l'occhio della macchina da presa su contenuti crudi oltre il limite,  rende tutto molto vicino al gore, accomunando questo lavoro ad un film di genere, seppur sui generis perché filtrato da tante derive concettuali. Un risultato che ha in sé tutti i cliché per farne parlare. Non può Pietà non scioccare, non stupire, non rimanere impresso da non essere stato appositamente studiato a tavolino: effetto assicurato dato il guadagnato Leone d'Oro. 

 

 
Chiara Nucera
 

 

A CORTO DI DONNE

Venerdì 14 Settembre 2012 13:59 Pubblicato in Concorsi

Scadenza bando: 31/01/2013

Sono aperte le iscrizioni alla sesta edizione di “A Corto di Donne”, rassegna di cortometraggi al femminile, in programma a Pozzuoli (NA) dal 18 al 21 aprile 2013.
Il festival, organizzato in collaborazione dal Comune di Pozzuoli, dall’associazione culturale “Quicampiflegrei” e dal Coordinamento Donne Area Flegrea, promuove la creatività al femminile, offrendo uno spazio di confronto alle filmmaker di tutto il mondo che, attraverso un linguaggio cinematografico di sperimentazione e innovazione, esprimono un punto di vista originale sulla società e i fenomeni del nostro tempo.
La partecipazione alla rassegna è riservata ai cortometraggi a regia esclusivamente femminile, realizzati a partire dal 1° gennaio 2010. Il tema è libero. I generi ammessi sono: Fiction, Documentari, Animazione, Videoarte. La durata dei singoli lavori non dovrà superare i 30 minuti. Le giurie, formate da professionisti dell’industria audiovisiva ed esponenti del mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo, assegneranno il premio al miglior cortometraggio per ciascuna delle quattro sezioni competitive in cui è articolato il festival.
Sarà inoltre attribuito dalla direzione del festival un premio speciale al miglior cortometraggio italiano, individuato tra tutti quelli selezionati per la fase finale della rassegna. Le opere dovranno essere spedite, unitamente alla scheda di iscrizione, al seguente recapito: “A Corto di Donne” – c/o Azienda Autonoma Cura, Soggiorno e Turismo – Piazza Matteotti, 1 – 80078 Pozzuoli (NA) – Italy.
L’iscrizione è gratuita ed è aperta a opere di qualsiasi nazionalità, purché sottotitolate in italiano o in inglese, oppure prive di dialogo.

 

Info: http://www.acortodidonne.it