Fuoritraccia

Newsletter

Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Home » Full Screen » Info
A+ R A-
Info

Info

E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Il mini-film, diretto da Pierfrancesco Campanella e con protagonista una
superlativa Maria Grazia Cucinotta, vince e convince in tutte le manifestazioni
nelle quali viene presentato
Sacrificio disumano, che affronta in modo crudo e avulso da
qualunque concessione al “buonismo” il drammatico argomento della sparizione dei minori,
ogni volta che viene proiettato riesce a entrare nel cuore dello spettatore, penetrandone gli
anfratti più reconditi. Con questo lavoro Pierfrancesco Campanella si conferma artista
“politicamente scorretto”, fregandosene dei facili consensi che tanti suoi colleghi cercano di
catturare tramite l’alibi delle tematiche sociali affrontate in modo melenso e sdolcinato.
L’ultimo riconoscimento in ordine di tempo, per ora, è una speciale targa attribuitagli
nell’ambito della rassegna OFFI 2021, Ostia Film Festival Italiano, organizzata da
Massimiliano Mambor, con la direzione artistica di Francesca Piggianelli in
collaborazione di Agnese Branca di Romarteventi.
 
 
 
Nella accogliente sede del Teatro del Lido di Ostia l’opera di Campanella è stata accolta da un diluvio di applausi, sia pur dopoun iniziale, comprensibile sconcerto per via del finale duro, dove il male prevale sul bene, un vero e proprio pugno sullo stomaco per la platea.
Ma, prima di questo riconoscimento, il lavoro di Campanella ha vinto ben cinque attestati a Los Angeles in occasione del recente
Hollywood Blood Horror Festival: miglior flm drammatico, migliore attrice protagonista
(Cucinotta), miglior regista, miglior colonna sonora (Alfred Bestia) e, infine, miglior cast
artistico d’insieme (Franco Oppini, Federica Candelise, Chiara Campanella, Francesca
Nunzi, Nicholas Gallo e Maria Rita Hottò). Altrettanto trionfale è stata la partecipazione
al Rome International Movie Awards: qui i premi sono stati attribuiti all’opera in sé quale
best thriller, ancora all’interprete femminile principale e al regista, quindi agli attori
secondari Oppini e Nunzi e, infine, al montatore Francesco Tellico. Meritatissimi i
riconoscimenti alla Cucinotta: a detta di tutti la sua performance in Sacrificio disumano è
tra le più toccanti e convincenti della sua lunga carriera. Oltretutto, dimostrando grande
professionalità, la popolare attrice siciliana ha accettato per la prima volta di recitare
completamente struccata e vestita in modo dimesso, come richiedeva il personaggio da lei
interpretato, una mamma disperata cui hanno rapito il figlioletto. La produzione di
Sacrificio disumano è di Angelo Bassi per Mediterranea Productions, mentre l’autore del
soggetto e della sceneggiatura (quest’ultima scritta in tandem con lo stesso regista) è
Lorenzo De Luca. A completare il cast tecnico l’art director Laura Camia, il makeup
maker Pietro Tenoglio, l’hairdress Francesco Scaramella, il direttore della fotografia
Sacha Rossi. Da segnalare, inoltre, il valido contributo del noto ingegnere forense Paolo
Reale in qualità di consulente informatico al progetto. Gli impegni dietro la macchina da
presa per Campanella, però, non sono terminati, in quanto ha appena finito un film a episodi
destinato al mercato cinematografico e intitolato Brividi d’autore.
Presso la splendida location dell’Hotel Fiuggi Terme, nella rinomata località termale, si è svolta il 12 Settembre 2021 la cerimonia di premiazione della prima edizione del Ciak Film Festival, dedicato a cortometraggi, lungometraggi, i videoclip musicali, documentari e web series.
 
 
“È stato per noi un piccolo sogno realizzato, soprattutto in un momento particolare come quello attuale; ringraziamo per le tante presenze di qualità in questa prima edizione” dichiarano Stefano Madonna e Alfonso Chiarenza, direttori artistici della kermesse che ha visto premiati non pochi grandi nomi legati al mondo delle immagini in movimento.
 
Infatti, se non sono mancati premi speciali a Nina Pons, Massimiliano Bruno – attualmente impegnato nelle fasi conclusive del suo C’era una volta il crimine – e Lorenzo Lavia, il montalbaniano Peppino Mazzotta si è visto riconoscere miglior attore per il cortometraggio Dove si va da qui.
 
E, sempre nella sezione cortometraggi, i premiati sono stati Giorgio Marchesi miglior attore non protagonista per La spada di gomma, Giorgio Borghetti miglior produttore per Captain T, la scoperta di Gabriele Muccino Elisa Visari miglior attrice protagonista per Quasi ora, La confessione di Benedicta Boccoli aggiudicatosi migliore scenografia e migliore sceneggiatura e, infine, Tre visi di Stefano Pesce, conquistatosi i riconoscimenti al miglior short e alla migliore regia.
 
Miglior attore nella sezione web series Adriano Pantaleo per Radical scic; mentre uno dei premi maggiormente curiosi è, senza dubbio, quello per il miglior attore non protagonista ad un inedito Pupo da set nel lungometraggio All’alba perderò di Andrea Muzzi. Per l’occasione, il popolare cantautore ha infatti dichiarato che è la prima volta che riceve un premio in vesti di attore. 
 
Premi alla carriera per gli attori Paola Tiziana Cruciani e Claudio Botosso; ma vi è stato spazio anche per la serie tv targata Netflix Dark, che ha visto riconosciuta con una menzione speciale l’ospite internazionale  Gina Alice Stiebitz, star tedesca nota per aver interpretato il personaggio di Franziska Doppler.
 

Al via la prima edizione di Ciak Festival

Mercoledì 08 Settembre 2021 21:12 Pubblicato in News
Arriva nella splendida location di Fiuggi la prima edizione del Ciak Film Festival.
 
Con la direzione artistica di Stefano Madonna e Alfonso Chiarenza, il Ciak Film Festival è dedicato ai cortometraggi, i lungometraggi, i videoclip musicali, i documentari e le web series.
 
Tanti i grandi nomi che hanno confermato la loro presenza alla cerimonia di premiazione, che si terrà Domenica 12 Settembre 2021, alle ore 18.30, presso l’Hotel Fiuggi Terme nella rinomata località termale. 
 
 
Tra premi speciali e opere finaliste, infatti, sono attesi al festival Enzo Ghinazzi in arte Pupo, il regista Massimiliano Bruno, lo storico direttore della fotografia Nino Celeste,gli attori Giovanni Esposito, Peppino Mazzotta, Antonella Ponziani, Enzo Salvi, Stefano Pesce, Giorgio Borghetti, Adelmo Togliani, Adriano Pantaleo, Pino Calabrese, Paola Tiziana Cruciani, Augusto Zucchi, Nina Pons, Lorenzo Lavia, Elisa Visari, Andrea Muzzi, Fabrizia Sacchi, Giorgio Marchesi, Edoardo Purgatori e Benedicta Boccoli.
 
Ospite speciale, infine, Gina Alice Stiebitz, star tedesca nota per aver interpretato il personaggio di Franziska Doppler in Dark, la popolare serie tv targata Netflix.
 

Falling. Storia di un padre

Giovedì 26 Agosto 2021 23:35 Pubblicato in Recensioni
Al primo film da regista Viggo Mortensen porta sullo schermo una storia familiare che vede come principali protagonisti un figlio omosessuale e un padre affetto da demenza. La scrittura è, a tratti, ingenua ma la chiave registica riesce a creare il giusto pathos senza cadere nel sentimentalismo autoindotto. La storia  ha una narrazione che va di pari passo con la crescente affezione dello spettatore verso i protagonisti, giungendo inaspettatamente a uno stato di grazia sul finale, quando i due personaggi principali si ritrovano nella casa di campagna familiare.
I dialoghi sono asciutti ma incisivi e, seppure con qualche ingenuità, il neoregista trova un suo stile, fatto di flashback e di richiami visivi in cui l’iconografia rende visiva l’emozione che il personaggio estrapola dalle inquietudini psicologiche che derivano, inevitabilmente, da una infanzia complicata. Se il rapporto tra padre e figlio è complesso, lo stesso si può dire delle relazioni, turbolente e acrimoniose, che l’anziano protagonista ha e ha avuto con i nipoti, la figlia e le mogli.
Un uomo all’antica e rigido. Maschilista e all’apparenza privo di un istinto paterno condito di protettività e affezione, sentimenti che sembrano fare capolino solo quando interagisce con una nipote: Monica, una bambina di otto anni adottata dal figlio John (Viggo Mortensen) e dal compagno Eric, unico elemento in senso progressista del mondo emotivo dell’anziano protagonista del film.
Mortensen indaga il sentimento mendace di un’America rupestre, che non si ribella al conformismo dei vecchi patrioti austeri e incorruttibilmente ancorati al proprio consertvatorismo, impersonificandola nella figura di Willis (Lance Henriksen): l’anziano padre che vive sull’eco di un passato lontano e che è per lui il crogiuolo dello stereotipo che ama rappresentare ma che, allo stesso tempo, lo porta a farsi odiare da chi gli è stato e gli è più vicino. 
C’è un guizzo registico che porta il montaggio ad uno scambio repentino di scene, che danno al film una certa innovativa vivacità, seppure le scelte di linguaggio iconografico possano, a tratti, risultare un po’ sterili. 
E’ comunque l’amore il fil rouge che determina la narrazione stessa e la puntella nelle sue disparate variabili. E’, è vero, la storia di un padre, ma è anche la storia della caduta sentimentale di un uomo che si trova a far fronte ai cambiamenti di una società in cui abitano vivacemente, invorticati anche e più di lui, i figli e i nipoti. 
E’ la storia di come un uomo possa rimanere intrappolato dalla sua indole e di come lotti per non rendere dissolubile il legame con le proprie radici, più emotive che geografiche. 
Il film ha un linguaggio elegante e non accade mai un vero e proprio plot twist, o meglio, c’è, ma è sopito. Non ci sono colpi di scena. Nessun cambio particolare di posizione da parte del protagonista. Nessun accanimento morboso verso l’intimità familiare dei personaggi, nemmeno nei momenti delle liti più ferali. Solo nei momenti finali, l’excursus termina con una nota di redenzione necessaria alle premesse narrative, che fa del film una elegante opera prima dalle ricche buone intenzioni e dalla forma, oltre che dalla sostanza, personali.
 
Valeria Volpini