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Visualizza articoli per tag: ivano de matteo

La bella gente

Mercoledì 26 Ottobre 2011 03:54

un film di Ivano De Matteo 

con Monica Guerritore, Iaia Forte, Antonio Catania, Giorgio Gobbi, Victoria Larchenko, Myriam Catania, Elio Germano 

Grand Prix e CICAE AWARD 2009

"Lo sguardo non mente" mostra fotografica

Domenica 11 Settembre 2011 14:10

Festival Internazionele del Film di Roma (27-31 ottobre 2011) . 

LO SGUARDO NON MENTE è un'esposizione fotografica che mette in mostra alcuni degli scatti più significati presenti all'interno del catalogo edito "Drago" con la prestigiosa introduzione di Marco Muller. Una mostra insolita che tenta di spiare gli sguardi più intimi e privati di attori e attrici, ma anche registi e sceneggiatori. Tutti immortalati dall'obiettivo onesto e attento di Riccardo Ghilardi.

L'artista utilizza la fotografia per cogliere l’immediatezza della risposta, in tutta la sua spontaneità.

La pubblicazione del catalogo segna un’ulteriore importante tappa di quello che è stato un vero e proprio evolversi del progetto, una crescita dovuta alle numerose adesioni di attori, registi e professionisti del cinema all’iniziativa.

La mostra Lo sguardo non mente è già stata esposta, infatti, all’Auditorium Parco Della Musica di Roma, Mostra Ufficiale IV Edizione del Festival Internazionale del Film di Roma (15 Stampe); alla B>Gallery P.zza S.Cecilia Roma (21 Stampe); alla Casa del Cinema, Villa Borghese Roma, in occasione della V Edizione del Festival Internazionale del Film di Roma 2010 (24 Stampe); al Teatro Petruzzelli, Grand Hotel Oriente Bari in occasione del BIF&ST, Festival Internazionale del cinema di Bari

Come spiega lo stesso Ghiraldi "è un progetto fotografico, un set con fondali di velluto blu e alcuni set esterni simboli degli argomenti toccati nelle domande. Una poltrona in ferro lavorato a mano che rappresenta un insieme di spirali e punti interrogativi, un po’ come la vita! Ho invitato a sedersi su questa poltrona un certo numero di attori e attrici italiani di diverse generazioni e il gioco è cominciato. Una domanda ogni volta diversa... e via con lo scatto che ferma l’espressione prodotta sul volto dell’ospite.

Ho cercato quel “centoventicinquesimo di secondo” dove lo sguardo non mente”. 

Tra i volti in catalogo troveremo : Anita Caprioli, Simona Cavallari, Daniele Cesarani, Marco Cocci, Ugo Conti, Paola Cortellesi, Ninetto Davoli, Ennio Fantastichini, Donatella Finocchiaro, Giuseppe Fiorello, Claudia Gerini, Elio Germano, Marco Giallini, Antonello Grimaldi, Alessandro Haber, Sabrina Impacciatore, Valerio Mastandrea e molti altri.

info: www.dragolab.com

 

Ivano De Matteo

Martedì 21 Agosto 2012 18:13

 

LA BIENNALE DI VENEZIA

69. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica 

sezione Orizzonti "Gli equilibristi" di Ivano de Matteo

 

La prospettiva di una diversa “vita possibile” è la speranza che muove Anna (Margherita Buy), protagonista del film di Ivano De Matteo, ad andarsene da Roma. Stanca di subire gli attacchi violenti del marito, cerca riparo a Torino, assieme al figlio adolescente, dall'amica Carla (Valeria Golino). Il regista romano, durante la conferenza stampa alla presenza dell’intero cast, ci racconta come il giovane Valerio (Andrea Pittorino), che guida gli spettatori nel corso della vicenda, passi da un’apparente situazione di normalità alla scoperta di una realtà alienante dove la violenza diviene parte integrante della sua vita dentro e fuori le mura domestiche. 
 
Una storia che nasce “ dal momento in cui, con la mia compagna (Valentina Ferlan autrice del soggetto e cosceneggiatrice n.d.r.), stavamo cercando un nuovo progetto da trattare. Una nostra conoscente si è confidata un giorno raccontandoci la sua situazione, noi abbiamo scoperto questo mondo e ne abbiamo voluto parlare. Si tratta di un tema diventato sociale, non volevamo comunque raccontare un film di violenza ma, piuttosto, evidenziare la forza delle donne e le grandi storie d’amore che riescono a nascere e superare la violenza.” 
 
 
 
In linea con i temi caldi del momento, il lavoro si discosta nettamente dai classici clichè non indugiando su una resa ad effetto di scene crude. Ciò che De Matteo tiene a ribadire è che il suo racconto rappresenta “una sorta di affresco: si tratta di un film drammatico che tratta eventi quotidiani. Non volevamo fare un film di bastonate, botte e sangue. Penso che quel genere di film siano diventati all’ordine del giorno, vi sia quasi assuefazione: abbiamo voluto saltare questa fase e mi sono mosso con un percorso inverso rispetto ai miei precedenti lavori dove, invece, iniziavo con una famiglia in ordine che si sfasciava. Qui il filo conduttore è la ricostruzione.”
 
La coprotagonista Valeria Golino sottolinea “E' una storia priva d’odio, l’odio non si sente, io non arrivo neanche ad odiare il marito violento di Anna, nonostante il mio personaggio continui a dire che è uno stronzo”.
 
De Matteo, che nel film si riserva un piccolo ruolo, ha fatto uno studio per interpretare al meglio, in una breve scena di  introduzione, il padre violento di  Valerio. Le sue parole sono prese da vere lettere messe a verbale di donne che hanno subito maltrattamenti. “Si tratta, senza dubbio, del film più difficile che ho fatto fino a oggi. Non c’è azione, il film vuole cercare di mettere in risalto l’emozione: questo è molto più difficile da fare, ho cercato di dare un aspetto forte dell’immagine. Bisogna lavorare su un determinato equilibrio, ho dovuto fare molta documentazione e per focalizzare al meglio il ruolo del bambino in un contesto del genere ho dovuto incontrare diversi psicologi. Non è facile filmare l’emozione.”  
 
L'unica figura maschile positiva del film sembra essere Mathieu, il gestore francese di un bar sportivo (il calcio è la passione del ragazzino), un “quasi” latitante straniero che a detta dell’interprete, Bruno Todeschini, rappresenta “il vero padre di Valerio”, quello che non ha mai avuto. Viene toccato così il tema dell’integrazione, visto sia dal punto di vista di un francese in Italia, che di un ragazzino romano a Torino. Entrambi devono farsi accettare da una diversa società. 
 
 
 
 
Alla nostra domanda se si trattasse di un film ‘umorale’ il regista ha spiegato che “Ogni mio film è ‘umorale’. L’umore che hai in quel momento ti porta a scrivere determinate cose, un film scritto in un altro periodo avrebbe raccontato un’altra cosa.’” ha specificato “ Quando ho fatto gli Equilibristi ero così pregno di queste situazioni, andavo nelle Caritas a portare da mangiare, mi sentivo anche ad un certo punto abbastanza scosso. Quando fai determinati film, almeno per quello che riguarda me, sono una corda di violino, non perché ho paura di sbagliare delle cose ma perché sono toccato dentro.” 
“Cosa racconto in un film? Le mie debolezze, l’ambito familiare, vado ad esorcizzare le cose, ho sempre messo in dubbio anche me stesso, le paure!” ci riflette e spiega “in questo caso non succederà mai, ma che ne posso sapere? potrei alzarmi la mattina e lasciare la mia compagna per  dormire in macchina con Mastandea, che ne so! magari mio figlio mi dice che con altri deficienti  hanno ammazzato una a caso, sono paure, le mie paure...come potrei raccontare dei miei innamoramenti.” 
 
Il film mette anche in luce e denuncia, le difficoltà che si hanno in Italia per farsi ascoltare da uno ‘sportello amico’ inefficiente quando si tratta di aiutare un minore sotto la responsabilità giuridica di entrambi i genitori. 
 
 
De Matteo conclude con una grande e triste verità che riguarda la distribuzione delle copie al cinema “Io non mi sono mai lamentato nella vita di quello che non ho, sono sempre stato contento di quello che ho: se mi danno 2 mi merito 2, se mi danno zero mi merito zero. Non credo sia una questione di copie ma una questione d'amore, se tu la difendi una cosa. Puoi anche uscire con 10 copie e vai col coltello in mezzo ai denti. I miei film non sono da 300 copie io ho bisogno di qualcuno che ci creda. Io ringrazio Teodora (distribuzione italiana n.d.r.) perchè c'ha creduto, perchè c'è un mercato che richiede un tipo di film che incassano e io probabilmente non faccio quel tipo di film, nonostante le gratificazioni di Venezia. Probabilmente preferisco vivere in 41mq ma ho rifiutato anche tanta roba che mi poteva far guadagnare, potrei seguire un mercato ma perchè mi devo snaturare? Ho 51 anni, ma cosa me ne frega?! Allora se c'è qualcuno che apprezza il mio cinema, che oltretutto non è un cinema criptico, ben venga. ”
E De Matteo incalza “La libertà di espressione nel cinema non c’è, l’unica libertà che hai è la libertà di pensiero, e ti vanno ad intaccare lì psicologicamente, non incassi, e di conseguenza pensi sia un brutto lavoro e vai in paranoia! E io non ci voglio entrare in quel mondo là, io sto cercando di portare avanti un mio discorso personale. Se c’è qualcuno che con dieci mila lire mi dice che fa uscire dieci copie ben venga, basta che sia fatto con amore.” Vero e assolutamente anticonvenzionale, il regista si dimostra una persona vera e di spirito. Per questo ci auguriamo che continui a fare film autentici come lo è lui. 
 
Francesca Tulli

La bella gente

Martedì 10 Gennaio 2012 20:12

Un progetto che si muove su equilibri faticosi. Un film da mettere tra le buone note d’autore quello di Ivano de Matteo, secondo lungometraggio del regista che purtroppo non ha trovato distribuzione nelle sale italiane; diverso il suo destino in Francia, dove distribuito da Bellissima e premiato in diversi festival fra i quali Annecy, ha riscosso grande successo di pubblico e critica.

La bella gente è la storia di Alfredo (Antonio Catania), architetto, di sua moglie Susanna (Monica Guerritore), psicologa, della loro famiglia borghese, radicata in un benessere sociale attento ai bisogni dei meno fortunati.

Alfredo e Susanna vivono a Roma ma trascorrono solitamente le vacanze nella villa di campagna. Un giorno Susanna, andando in paese, nota una giovanissima prostituta (Victoria Larkenco) che viene maltrattata e picchiata da un uomo sulla strada. Quell'incontro inevitabilmente scuoterà le vite di tutti i protagonisti, che si intrecceranno, scavalcheranno, si imporranno le une sulle altre nel tentativo di affermare uno status quo, attraverso l'affettazione di valori, ritagliati a colpi di accetta, su un cinico modello classista.

 

Dalla sceneggiatura di Valentina Ferlan, emergono tematiche forti, con uno stile ironico e scarno, a tratti minimalista, teso a raccontare più per immagini che per sentito dire. Rivelazione di una cultura moralista, che vuole lavarsi la coscienza con plateali gesti di solidarietà, sbandierati per essere recepiti e accolti con enfasi, sfondo di finta purezza.

Una macchina da presa che si muove con discrezione, quella di De Matteo, che spia nell’intimo i personaggi e si mette a totale servizio degli attori.

Non ci sono vittime o carnefici, c'è solo presenza aberrante di mondi incompatibili, non comunicanti, dove i silenzi forse sono più eloquenti di qualsiasi altro gesto o parola. C'è rabbia che emerge per il niente che può rimanere solo tale, per una speranza nata morta, di vite destinate a perdersi non sollevandosi mai.

Colpisce il cinismo eclatante sviscerato dall'ottimo lavoro dell'intero cast, con una direzione che compatta il tutto senza sbavature, attraverso un gioco di specchi che manifesta tutta la superficialità dell'agire umano. I protagonisti si ammirano in un primo momento, infastidiscono in un secondo, perché, come nella vita a volte, è tutto così vacuo e amaro.

Come spiega la stessa Guerritore parlando del suo personaggio “ il problema nasce quando una persona con la sua sola presenza comincia a disgregare i tuoi rapporti familiari, le tue cose, le tue proprietà sia affettive che materiali. Quindi il “graffiante” è proprio questo: che cosa succede quando la persona a cui tu dai comincia a prendere? Allora c’è un fermo, a quel punto dici NO.”

 

E tutto fila, e scorre senza scosse com'è nella fluidità dei gesti imposti dalla vita, quando anche le ingiustizie più grandi ci vengono somministrate senza battere ciglio. Noi ce lo aspettiamo come possa finire, ma lo stesso proseguiamo sperando in un happy ending immancabilmente disatteso. Triste ma fin troppo reale.

 

Renilde Mattioni e Chiara Nucera

Il 18 ottobre, in occasione del Festival del Cinema di Roma, presso lo spazio Roma Lazio Film Commission dalle ore 18 in poi, verrà presentata ROMA VIDEOCLIP – IL CINEMA INCONTRA LA MUSICA, la manifestazione artistica diretta da Francesca Piggianelli giunta alla 14esima edizione. Anticipazioni, presentazioni e proiezioni di videoclip, trailer, colonne sonore di artisti, registi e produzioni che si sono cimentati tra Cinema e Musica. All'incontro saranno presenti numerosi artisti, registi, compositori, band, produttori.
 
 
Per lo SPECIAL AWARD interverrà PIERO PELU' con presentazione e proiezione in anteprima nazionale di “TU NON C’ERI “di COSIMO D’AMATO, scritto da Erri De Luca con Pelù,  attore e compositore della  colonna sonora, presenti anche Brenno Placido, Bianca Guaccero ed il direttore della fotografia Blasco Giurato, modera Steve della Casa.
 
SPECIAL AWARD AL VIDEOCLIP “DI ME E DI TE” degli ZERO ASSOLUTO, regia di Gaetano Morbioli. 
 
SPECIAL AWARD SOCIALE “PERCHÉ” di ALEX BRITTI regia IVANO DE MATTEO 
con la partecipazione di Carolina Crescentini, Michela Quattrociocche, Anna Ferzetti, Caterina Shula, Francesco Montanari, Massimiliano Bruno, Rolando Ravello, Gian Marco Tognazzi, Vincent Riotta, (video contro la violenza sulle donne), a seguire breve presentazione del progetto “NO VIOLENCE” DI Michele Simolo, con la presenza di testimonianze, relatori, artisti che hanno aderito al progetto.
 
Anteprima clip “Il cinema incontra la musica” mini serie “LA SPES”, di SUSY LAUDE 
con Dino Abbrescia e Giampietro Preziosa.
 
Anteprima nazionale clip (il cinema incontra la musica e lo sport) del documentario in fase di realizzazione “TIZZO storia di un grande campione” di ALESSIO DI COSIMO, la storia di EMILIANO MARSILI, campione del mondo dei pesi leggeri, uno dei migliori pugili degli ultimi vent’anni, 35 incontri da professionista con 34 vittorie ed un pareggio. Italiano, nato a Civitavecchia, il documentario racconta la sua storia commovente da lavoratore del porto a campione del mondo, con le testimonianze di chi gli è stato accanto in questo duro cammino. Presenti il regista ed il campione.
 
 La cerimonia di premiazione si terrà a Roma, alla Casa del Cinema, il prossimo 13 dicembre. 
Abbiamo intervistato Pietro Murchio, direttore artistico del Premio Cinema Giovane & Festival delle Opere Prime, manifestazione giunta ormai alla 13esima edizione, che si sta svolgendo all’Auditorium di San Leone Magno (via Bolzano, 38) fino a venerdì 24 marzo. 
La rassegna presenta una selezione di dieci tra i migliori film italiani usciti in sala nel 2016. Sui 45 esordi cinematografici registrati lo scorso anno sono tre i film in concorso che si contendono il Premio: Il più grande sogno di Michele Vannucci, La ragazza del mondo di Marco Danieli, The Pills – sempre meglio che lavorare di Luca Vecchi. Completano il programma sei opere prime selezionate e un film scelto per qualità : Due euro l’ora di Andrea D’Ambrosio, L’universale di Federico Micali, I Cormorani di Fabio Bobbio, Fräulein – una fiaba d’inverno di Caterina Carone, WAX: We Are The X di Lorenzo Corvino, La pelle dell’orso di Marco Segato e La vita possibile di Ivano De Matteo. Il ruolo del pubblico, a inviti gratuiti anche per spettatori ospiti (ritiro coupon con semplice registrazione in Auditorio), sarà fondamentale perché sarà chiamato a votare i film in concorso. Seguiranno numerosi incontri con cast, registi e professionisti del settore.
 
 
Guardando il programma di quest’anno e delle edizioni precedenti il Premio Cinema Giovane mostra particolare attenzione alle opere “invisibili” e spesso con scarsa distribuzione, da cosa nasce la vostra filosofia?
 
“E’ proprio la prima manifestazione italiana dedicata alle opere “invisibili” quando nel 2003  decidiamo di organizzare il primo festival poi svoltosi nel 2004. Ora siamo ormai alla 13esima edizione, essendo partiti proprio dall’idea di celebrare il cinema giovane italiano con un premio ai registi esordienti e agli interpreti giovani e giovanissimi. La manifestazione ha raccolto un buon successo raggiungendo le 80mila presenze. In verità abbiamo premiato anche dei personaggi che poi sono diventati molto famosi come Fausto Brizzi, Saverio Costanzo, Micaela Ramazzotti, Beppe Fiorello, Jasmine Trinca, solo per citarne alcuni. Abbiamo raggiunto un buon livello di visibilità facendo tutto in autosufficienza, confidando che il progetto nasce da un cineclub che è il più consistente d’Italia, il più antico, e la gente accetta anche di vedere volentieri film differenti, con presenze sempre numerose. Quest’anno abbiamo 16 proiezioni di cui 9 sono dedicate a tre opere prime in concorso che vengono ripetute alla mattina per gli studenti e pomeriggio e sera per gli adulti. Alla fine venerdì sera premieremo quell’opera prima che ha ricevuto i voti migliori dal pubblico. 
I registi ma anche gli attori hanno risposto molto bene con la loro partecipazione. Alla prima giornata, quando abbiamo proiettato Il più grande sogno, abbiamo anche avuto il piacere di ospitare per le interviste il protagonista Mirko Frezza e lo sceneggiatore. Il secondo giorno abbiamo avuto Marco Danieli regista de La ragazza del mondo e le giornate successive ci aspetteranno nuovi ospiti. Gli esordienti vengono molto volentieri perché trovano un pubblico che li apprezza nonostante dalla grande distribuzione siano spesso, purtroppo, ignorati.”
 
Sono opere meno mainstream e per questo il vostro è anche un compito molto coraggioso e i giovani fanno una parte davvero fondamentale..
 
“Sì decisamente e i giovani sono parte integrante.
Le proiezioni del mattino, dedicate alle scuole, sono nate inizialmente come una fascia collaterale qualche edizione dopo, nel 2007, anche per merito di un consigliere, una professoressa molto attiva che è riuscita a coinvolgere scuole di Roma e provincia. È tutta un’opera di volontariato fatta da gente appassionata di cinema, da professionisti, come lo sono io, e da altri consiglieri che lo fanno esclusivamente per passione. Senza di questo non esisteremmo e l’aiuto delle istituzioni è veramente molto molto marginale nonostante l’impegno che abbiamo e l’essere divenuti un presidio culturale che dà spazio ai giovani. 
Agli studenti che partecipano la mattina diamo la possibilità di esserne parte attiva, possono scrivere una recensione sui film che hanno visto e nella serata di premiazione premiamo il giovane studente che ha scritto la migliore critica, che poi pubblicheremo sul nostro sito e sulla nostra rivista. 
 
Sempre riguardo le attività complementari abbiamo organizzato un forum con dibattito, mercoledì sera alle 19, vi parteciperanno esperti del settore che dibatteranno sulla tematica del rinnovamento del cinema italiano, soprattutto di quello giovane, che riserva molte speranze.
Venerdì 24 alle 21, invece toccherà alla serata di premiazione. La sede è sempre quella dell’Auditorium di San Leone Magno, in via Bolzano sulla piazza di Santa Costanza, vicino alla fermata B1 della metropolitana e chi vuole venire è ospite.”
 
Il programma nel dettaglio si potrà trovare consultando il sito http://www.cinecircoloromano.it/
 
Chiara Nucera