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06 Lug

Spider-man: Homecoming

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Il giovane regista statunitense Jon Watts, alle prese con il suo primo film Marvel (prodotto dalla Sony e distribuito da Warner) si cimenta nella terza versione di Spidy al cinema. Dopo lo scontro fratricida tra gli “Eroi di New York” visto in Captain America: Civil War (2016), Peter Parker (Tom Holland) quattordicenne torna a casa (come suggerisce il titolo) dalla cara zia May nel Queens. Dopo essersi sentito indispensabile per Tony Stark (anche conosciuto come Iron Man, intramontabile Robert Downey Junior) grazie ai suoi poteri di Spider-man le sue giornate in vista di essere richiamato per una missione speciale, sembrano non finire mai. Stanco di correre dietro ai ladri di biciclette, aspetta con impazienza che si presenti per lui l’occasione giusta per farsi notare dagli Avengers. La sua monotona vita al college è divisa tra le prove per il Decathlon Accademico con l’inseparabile amico Ned (Jacob Batalon) e le figuracce collezionate nel patetico tentativo di attirare l’attenzione di Liz (Laura Harrier) la bella della scuola. Nessuno è al corrente della sua identità segreta. Nel frattempo, in possesso illegale di tecnologia aliena, trafugata dai resti dell’attacco dei Chituari (Avengers, 2012), Adrian Toomes (Michael Keaton), un ‘povero’ spazzino in cerca del riscatto sociale sostenuto da un gruppo di criminali, crea armi micidiali da vendere sul mercato nero e nelle profondità del suo covo si costruisce un’armatura alata. Destinati a scontrarsi, i due sono legati da un insospettabile epilogo. Fiumi di parole, hanno accompagnato le evoluzioni cartacee e non del’ Uomo Ragno, dalla sua creazione nel 1962, Stan Lee, padre degli eroi, l’unico che potrebbe mettere bocca riguardo gli adattamenti cinematografici delle sue creature, trova tutt’oggi che alla serie tv del 1970, mancassero i giusti effetti speciali per rendere al meglio il personaggio, lacuna che con gli anni, secondo le possibilità, ad ogni rifacimento, è stata colmata. In Homecoming, la ILM ha trattato Peter Parker come ogni altro personaggio, ‘inedito’ o ‘riadattato’ cercando il ‘nuovo’ negli effetti visivi, mantenendo le sue storiche capacità. Tutto l’impianto urla alle nuove generazioni  “dimenticatevi dei recenti ‘Amazing’ e della trilogia di Sam Raimi” ora Peter Parker ha un suo posto nel’MCU, è un personaggio “nuovo” ma non così “diverso” da come lo conoscete. L’enfant prodige fa breccia con i soli due elementi che non dovevano assolutamente mancare alla pellicola :’ironia’ e i super problemi. Il compositore Michael Giacchino riutilizza le note del tema principale, senza peccare di presunzione. Di supporto, il signor. Robert ‘Stark’ Downy Junior non mette in ombra il protagonista, permettendogli un ampio respiro durante l’azione. Iron Man smette di oscurare ogni altro personaggio dietro al suo ego. Geniali le comparse di Chris Evans nei panni del ‘Capitano Ameircano’. Solo un ritmo altalenate, tra cliché e forzature (specialmente riguardo ad un certo ‘famoso’ personaggio femminile) generano dubbi per la riuscita dei seguiti del franchise. Nel film il tutto è controbilanciato anche dalla performance di Keaton, che sembra prendersi gioco del suo ruolo in Birdman (2014). ‘Grandi responsabilità’ , per l’attuale strapotere dell’universo cinematografico della ‘Casa delle Idee’ i fili delle ragnatele non si spezzano in questo film, sperando che restino così salde anche in futuro.
 
Francesca Tulli

 

  • Regia: Jon Watts
  • Paese: USA, 2017
  • Genere: Fantastico
  • Durata: 133'
  • Cast: Tom Holland, Marisa Tomei, Zendaya Coleman, Robert Downey Jr., Michael Keaton
  • Valutazione: 3

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