Ormai la tecnica del found footage è nota a tutti ed è sfruttata, non sempre al meglio, per ridurre al minimo le spese di produzione di molti film horror. Per i pochi che ancora non siano a conoscenza di che si tratta, in poche parole il film sarà una specie di collage di video raccolti da più fonti, che possono essere amatoriali, telecamere di sicurezza, riprese fatte con telefonini o webcam, insomma, materiale eterogeneo e quasi sempre di media/bassa qualità.
Tutto ciò coinvolge molto di più lo spettatore, portandolo a pensare “questo potrei girarlo pure io!” e allo stesso tempo dimezza i costi di realizzazione, evitando attrezzature troppo care e (quasi sempre) eliminando attori di alto profilo o un numero troppo elevato di componenti nelle troupe.
Se a tutto questo aggiungiamo gli altissimi risultati ai botteghini riportati da questa tipologia di film, pare che nessuno ci vada a perdere. Se non fosse che ogni tanto si esagera, e con la scusa di guadagnare soldi facili, vengono portati sul grande schermo dei prodotti assolutamente inguardabili.
Esempi positivi di questo genere di film possono essere Hannibal Holocaust (1980, capostipite), The Blair Witch Project, Rec, Cloverfield, Paranolmal Activity (sa notare che i produttori sono gli stessi di The Bay). Esempi negativi sono essere i sequel o le improbabili versioni low low budget.
Per fortuna, non è il caso di The Bay, finto (?) documentario, non ancora distribuito in Italia, sui terribili fatti avvenuti in una tranquilla cittadina americana durante i festeggiamenti del 4 luglio.
Non voglio entrare troppo nella trama della pellicola, che è molto più vicina ad un documentario piuttosto che al filone horror eppure quello che vediamo spaventa, spaventa eccome. E non a causa della violenza (non ce n'è traccia) o di creature ultraterrene (idem...), ma per la possibilità concreta che tutto quel che vediamo sia vero, sia avvenuto in passato o, ancora peggio, possa accadere in futuro. Il punto di forza di “The Bay” è proprio l'aver sfruttato al meglio fattori che sono del tutto reali e preoccupanti, anche se, ovviamente, in questo caso vengono portati agli estremi.
Le reazioni dei cittadini sono le stesse che potremmo avere noi. Quel che accade non ha nulla di straordinario e, anzi, non si avverte assolutamente la possibilità che quel che ci viene proposto sia finto o improbabile.
Il ritmo del montaggio è ottimo e accompagna al meglio il susseguirsi degli eventi. Fotografia, audio e costumi lavorano al meglio e (presumo) senza troppi sforzi proprio grazie alla succitata tecnica del found footage. Se proprio si vuol trovare un difetto, ma è minimo, gli effetti speciali non sono sempre al top, in compenso il reparto trucco fa un lavoro ottimo, con pustole e mutilazioni di prima qualità.
Un film di sicuro per gli amanti del genere, ma anche per chi crede nei complotti mondiali e chi si domanda cosa ci sta nascondendo il governo. Assolutamente da evitare per chi soffre di misofobia o di talassofobia! (vedi anche http://www.madvero.it/articoli/paurefobieedintorni.asp)
Alessandro Zorzetto