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Home » Recensioni » Come pecore in mezzo ai lupi
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13 Lug

Come pecore in mezzo ai lupi

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L’opera prima sul grande schermo di Lyda Patitucci (Curon) è un poliziesco dai toni soffocati e dalle immagini grigiastre di una Roma placida.

Stefania (Isabella Ragonese) è una poliziotta infiltrata in una banda di criminali serbi. Appare fredda, implacabile. Sembra che la vita da criminale sia a suo appannaggio, asciutta e ferale, come il suo volto scalfito da una cicatrice e adornato da capelli fintamente neri corvino.

In una delle operazioni che tenta di sventare, da poliziotta infiltrata, ritrova suo fratello minore Bruno (Andrea Arcangeli) che, insieme al suo amico e collega di misfatti Gaetano, cerca di ottenere con un “colpo” che coinvolge un furgone portavalori, i soldi sufficienti per prendersi cura della figlia: la piccola Marta, affidata alla madre mentalmente instabile.

I due fratelli si ritroveranno così a collaborare all’interno della stessa operazione criminosa in due ruoli antitetici.

Stefania, che si fa chiamare Vera -come la madre scomparsa- quando è sotto copertura, vive una vita vuota, riempita solo dal lavoro. “Sono felice solo quando lavoro” dice in una conversazione con Bruno che, invece, sembra abitato da uno spessore emotivo che si discosta dal suo ruolo fuorilegge. E’ dolce, sensibile. Ama profondamente Marta ed è tollerante e comprensivo nei confronti della madre della figlia, nonostante le beghe e i pericoli a cui sottopone la bambina.

Sono lupi? Agnelli? E gli altri personaggi? I ruoli si mischiano in un bailamme dicotomico di soggetti, in cui gli uni sono i simulacri degli altri e viceversa. Le identità di cattivi e buoni sono sfocate e i personaggi prendono vita ribaltando gli obiettivi e le finalità narrative senza depauperare la trama, che regge sempre un ritmo incalzante seppure mai esplosivo.

Il tono della pellicola è infatti quasi sempre implosivo: nelle minacce, nelle scene violente, nei sentimenti… La scelta drammaturgica della regista è quella di professare sullo schermo l’improvviso ribaltamento dei sentimenti, nella vita come nella pellicola.  Un ribaltamento non ostentato ma che rende imprevedibile la vita e prepara i protagonisti a prendere una decisione che però non avviene mai.

E’ decisa e originale la scelta registica e del soggetto le cui tematiche e i toni raramente sono le scelte primigenie nel panorama cinematografico italiano. Rimane ammirevole l’idea e anche godibile la realizzazione: coerente e ben riuscita. Lasciata di ampio respiro la conclusione che sembra rimanere influenzata dalle impronte della serialità americana o in generale di crime.

Non disturba. Fa sperare in un’opera seconda che possa approfondire il personaggio della protagonista femminile e le tematiche relazionali e sentimentali che la guidano.

Valeria Volpini

 

 

  • Regia: Lyda Patitucci
  • Paese: Italia, 2023
  • Genere: Crime
  • Durata: 99'
  • Cast: Isabella Ragonese, Andrea Arcangeli, Clara Ponsot, Tommaso Ragno, Carolina Michelangeli
  • Valutazione: 4

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