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19 Gen
Il film ripercorre la storia di Hollywood e si concentra sul passaggio topico dal muto al sonoro. Il regista Damien Chazelle già vincitore dell’Oscar per il precedente “La La Land” in questo nuovo lavoro coniuga la sua risaputa passione per la musica con una lunga e intensa dichiarazione d’affetto per il cinema nella sua interezza. La sequenza finale è un inchino di ringraziamento sentito al mondo della celluloide che ha il potere ipnotico di attrarre, rapire e portare con sé in mondi paralleli  dai quali si può solo tornare sempre arricchiti e qualche volta anche trasformati, chiunque si avvicini. E’ la magia, è il sogno, è la mission dell’industria cinematografica che si trasforma , evolve, cambia pelle e nel contempo esalta e distrugge carriere e con esse le vite di chi le incarna, senza remore e rimorsi, al solo fine di stupire e sorprendere. Babylon è un film corale, popolato da una moltitudine di personaggi, fra i quali emergono come giganti Jack Conrad interpretato da Brad Pitt  e Nellie laRoy impersonificata da Margot Robbie. Un attore all’apice del successo ma in difficoltà nella gestione del cambiamento che lo show business impone il primo, una donna dalla smodata ambizione che cerca di farsi riconoscere star, lei che ci si sente dalla nascita, la seconda. In mezzo a loro un Diego Calva che colora il tuttofare Manny che sgomita alla ricerca ossessiva di un posto al sole sul set per riuscire a far parte di qualcosa di più grande.
 
Per tutti la parabola è la stessa. L’unico a riuscire a spezzare questa perversa catena e ad allontanarsi in tempo prima della fine certa è proprio Manny. Il cinema però è una calamita che lo riporterà indietro nel tempo e, attraverso i ricordi personali, si dispiegheranno anche, in una lunga sequenza di grande tecnica visiva che ricorda un pò il finale del nostrano capolavoro di Tornatore “Nuovo cinema Paradiso”, frames e spezzoni che hanno fatto la storia e hanno decretato il successo imperituro della settima arte. Il mondo del cinema nelle sue continue trasformazioni, capace di rinnovarsi costantemente per mettere in scena uno spettacolo sempre nuovo è il protagonista assoluto di Babylon.
 
Babylon, proprio come Babele, rea di essersi macchiata del peccato di hybris osando innalzare una costruzione che raggiungesse il cielo e pertanto punita da Dio e retrocessa a luogo perduto in cui regna solo confusione, è la metafora perfetta per la rappresentazione iconica dell’industria filmica sempre in bilico fra la promessa di una messa in scena ammaliante e i retroscena squallidi che le sono intrinsechi. Un film ambizioso che è un piacere guardare perché è maniacalmente confezionato ma che ha il solo difetto di non approfondire le storie umane che racconta. È tutto in funzione della rappresentazione scenica e la dimensione umana e psicologica dei personaggi rimane troppo in superficie.
 
Il film decisamente troppo lungo e a tratti ridondante mostra dietro la facciata pulita e profumata anche il retro bottega dove regnano sporcizia, fango, sudore, sangue, vomito, sesso, droga e ogni sorta di marciume.
 
Le scene dissolute, disturbanti sono un tripudio di dettagli dove nulla è lasciato al caso e sbattono in faccia allo spettatore il lato oscuro e torbido di un mondo all’apparenza fatto solo di luci sfavillanti. Questa città di carta che riproduce storie ha due facce e se la prima è scintillante la seconda è decisamente tetra.
 
La colonna sonora firmata ancora una volta da Oscar Justin Hirzwitz neovincitore del Golden Globe è una dama gentile che sorregge e accompagna con passo sicuro una visione incredibile, un mosaico composto da milioni di tessere incastrate alla perfezione per regalare al pubblico un disegno maestoso che lascia a bocca aperta.
 
Damien Chazelle, scena dopo scena, costruisce uno spettacolo pirotecnico strabiliante e staglia il suo Babylon come una cometa che passa veloce ad illuminare il cielo buio dell’esistenza terrena regalando l’illusione che si possano vivere vite diverse accompagnate da esperienze differenti.
 
Babylon è anche un meraviglioso viaggio a ritroso per capire meglio il presente attraverso un caleidoscopico ritratto di un’epoca, l’età d’oro della filmografia d’oltreoceano dove era tutto nuovo, sperimentale, innovativo, libero e potente.
 
Virna Castiglioni

 

  • Regia: Damien Chazelle
  • Paese: USA, 2022
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 183'
  • Cast: Brad Pitt, Margot Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo
  • Valutazione: 5

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