Il post-apocalittico è un genere parecchio sottovalutato e poco studiato, specialmente in Italia, dove non è affatto facile reperire una bibliografia adeguata che consenta di esplorare il filone a 360°. Con Kaboom! – Cinema post-apocalittico e dintorni, primo volume della collana Bizzarro Magazine (Laboratorio Bizzarro Edizioni, 2011) si è tentato di colmare la lacuna, andando a fondo nel genere per carpirne tutte le sue varianti, dalla serie b alle forme più autoriali. Il post-apocalittico non è semplicemente il genere dei parrucconi anni Ottanta, delle gang di biker sghignazzanti, delle sparatorie in fabbriche abbandonate, degli sport improponibili, dei mutanti radioattivi; è anche il disumanesimo de Il seme dell’uomo di Marco Ferreri, l’interiorità de Il tempo dei lupi di Micheal Haneke, la filosofia del Quintet di Robert Altman. Senza considerare le immani quantità di sfumature nel mezzo. Insomma, un genere valido sia come mero “divertimento” (vista l’ampia libertà d’invenzione), che come potente metafora del mondo e dell’umanità. Per la rassegna Kaboom! - Variazioni sull’Italia post-atomica sono stati selezionati tre “casi unici”, tre titoli tra i meno visti e più particolari della numerosa produzione italiana, generalmente ristretta al campo dei soliti noti, quali Enzo G. Castellari, Sergio Martino e pochi altri, che hanno contribuito a rendere grande il genere nel mondo ma non sono gli unici ad averlo percorso.
Bizzarro Magazine è una nuova collana editoriale di libro/riviste monografiche legate al mondo del cinema, che unisce assieme saggistica, fumetti, racconti, illustrazioni, stimoli e invenzioni. Il primo volume Kaboom! ha come tema il dopo apocalisse e la fine del mondo, con prefazione di Enrico Caria.
Le schede film sono tratte da Bizzarro Magazine Vol.1 - Kaboom! Cinema post-apocalittico e dintorni
La rassegna è a cura di Laboratorio Bizzarro Edizioni (www.laboratoriobizzarro.com) e si svolgerà il 2 marzo.
ore 17.00
Ecce Homo - I sopravissuti (1969)
Regia: Bruno Gaburro; soggetto: B. Gaburro; sceneggiatura: Giacomo Gramegna, B. Gaburro; fotografia: Marcello Masciocchi; scenografia: Nicola Tamburro; musica: Ennio Morricone; montaggio: Renato Cinquini; interpreti: Philippe Leroy, Irene Papas, Gabriele Tinti, Frank Wolff, Marco Stefanelli; origine: Italia; produzione: Pier Luigi Torri; durata: 99’
«A seguito di un disastro nucleare, una famiglia di sopravvissuti - marito, moglie e figlioletto - si stabilisce in riva al mare, al riparo da radiazioni e contaminazione. A turbare la loro quiete fanno capolino altri due superstiti, un intellettuale e un vigoroso militare, che tra la meraviglia di Lei e la disperazione di Lui, inclineranno non poco il già fragile equilibrio del nucleo familiare. Rapportata ai post-apocalittici dell’epoca, ma anche al genere tout court, quella di Gaburro è una visione alquanto eccezionale: elementi tipici quali la lotta per la sopravvivenza e il tentativo disperato di ricostruire dalle ceneri un mondo migliore che possa imparare dai propri errori, vengono scalzati di prepotenza e sostituiti dal dubbio (è veramente cosa buona e giusta?). Chi è cagion del suo mal pianga se stesso: il prosieguo della specie umana è forse un sacrilegio e l’uomo merita l’estinzione. Gaburro, malgrado il ritmo altalenante e l’ombra del “Seme” ferreriano, si inserisce di diritto tra i pionieri del post-nuke in Italia. Da riscoprire» (Alessandra Sciamanna)
ore 19.00
17, ovvero: l’incredibile e triste storia di Rudy Caino (1991)
Regia: Enrico Caria; soggetto e sceneggiatura: E. Caria; fotografia: Armando Nannuzzi; scenografia: E. Caria; costumi: Deborah Giuseppone; musica: Daniele Sepe; montaggio: Ernesto Triunveri; interpreti: Giovanni Mauriello, Paola Jovinella, Peppe Barra, E. Caria, Baikal Kent, Gino Parlato; origine: Italia; produzione: Filmati Italiani, Rai; durata: 93’
«Ecco un post-apocalittico “alieno” su tutta la linea: fumettoso, grottesco e a tratti surreale, a partire dall’insolito plot, che mescola gangster, camorra e fantascienza. Una guerra batteriologica ha devastato l’Europa, si salva soltanto Napoli (l’inquinamento le ha fatto da “scudo”!), ora divisa in due zone distinte – Posillipo e Giunnàpoli – governate da altrettanti capi: un Presidente costantemente sotto attentato che pur di non morire sfodera sosia come fossero bruscolini, e un malavitoso strampalato che tra le tante magagne ha rapito proprio l’ultimo “doppione” del Presidente. A Rudy Caino il compito di risolvere la situazione. Tra rovine, sicari nani e mutanti improbabili, è Giunnàpoli la vera “culla” del film, nonché inusuale scenario post-nuke. L’esordio di Caria è quanto di più fresco e genuino ci si possa aspettare dal cinema italiano: un film che ricorda sempre da dove viene ma non perde mai di vista dove sta andando, e che riesce a risultare “innovativo” anche al fianco di uno sfavillante sci-fi americano. Poteva sancire l’inizio di un nuova ondata post-atomica made in Italy, ricca di intuizione e originalità. Ma cosi non è stato: nonostante gli ottimi semi, nessuno ha colto» (Alessandra Sciamanna)
ore 20.45
Incontro con Enrico Caria, Jacopo Coccia, Roberto Carlo Deri, Gianfranco De Turris, Caterina Gangemi, Emanuele Rauco, Alessandra Sciamanna, Daniele Silipo. Moderatore: Domenico Monetti. Nel corso dell’incontro sarà presentato il volume curato da Daniele Silipo e Alessandra Sciamanna Bizzarro Magazine Vol.1 - Kaboom! (Laboratorio Bizzarro Edizioni, 2011).
a seguire
Fuga dal Paradiso (1989)
Regia: Ettore Pasculli; soggetto: E. Pasculli, Gianfranco Clerici; sceneggiatura: E. Pasculli, Lucio Mandarà; fotografia: Alfio Contini; scenografia: Giorgio Luppi, Marco Luppi; costumi: Claudio Manzi; musica: François Légrand; montaggio: Ruggero Mastroianni; interpreti: Paolo Bonacelli, Horst Buchholz, Aurore Clément, Jacques Perrin, Fabrice Josso, Van Johnson; origine: Italia/Francia/Germania; produzione: Azzurra Film, Rai, Cinemax, Iduna Film; durata: 109’
«Archiviati Castellari, Martino e compari, l’ultimo in Italia a tentare le vie del post-atomico d’impronta “madmaxiana” (pur con considerevoli variazioni) è Ettore Pasculli e il suo Fuga dal Paradiso che, per l’occasione, riesce addirittura a guadagnarsi la fiducia (e la coproduzione) della RAI. La prima parte del film si svolge interamente in cunicoli sotterranei, dove i sopravvissuti a un’apocalisse nucleare hanno creato una nuova società. Due giovani vogliono amarsi liberamente e siccome la legge non consente loro neanche di sfiorarsi, scappano da casa e si ritrovano nel radioattivo e pericoloso mondo esterno. Si tratta, tutto sommato, di una “chiusura” in grande stile poiché, al di là di molte ingenuità di fondo, non manca proprio nulla, dai mutanti agli sport fantasiosi, inseriti in un contesto di scenografie, costumi ed effetti speciali che, per quanto poveri, non hanno affatto quell’aria improvvisata di tanto cinema fantastico italiano. Il post-atomico tricolore alza il tiro, cerca un pubblico più ampio, si svena nel realizzare una messa in scena che non suoni troppo ridicola ma, purtroppo e con grande rammarico, si ferma qui. Proprio sul più bello, verrebbe da dire» (Daniele Silipo)
Ingresso gratuito