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IT

Giovedì 12 Ottobre 2017 20:52
La paura è la risposta più immediata ad una situazione di pericolo e dolore. Essa è infatti in grado di generare una proiezione di minaccia esistenziale, che trascina l’individuo in differenti gradi di intensità. A seconda della sua intensità, la paura può dare vita a traumi indelebili, eccessi di stress che equivalgono a rotture con il normale bioritmo di ogni essere umano. Tutti hanno paura di qualcosa, alcuni temono entità extraumane e intangibili, altri serial killer o eventi disastrosi.  Tuttavia nessuno può sfuggire alle proprie paure, poiché il comune senso di paura è un concetto universale, il più democratico, che accomuna grandi e piccini. Era il 1986 quando fu pubblicato It,  tra i  romanzi più influenti e terrificanti della letteratura horror, scritto da Stephen King maestro del brivido e del conturbante. Il romanzo ebbe da subito grande successo, terrorizzando un’intera generazione di lettori e continuando ancora oggi a spaventare una vasta fetta di pubblico.  La figura di Pennywise raccapricciante veicolo di terrore, diviene oggetto di simbolismi nel cinema e nella letteratura, reinventando completamente la stereotipata immagine del clown nell’immaginario collettivo. It divora ferocemente bambini, egli vive pertanto grazie alle loro paure, le quali lo rendono invincibile. 
Nel 1990 Tommy Lee Wallace dirige la prima forma di adattamento su schermo del romanzo di King, It diventa così una miniserie televisiva con protagonista il carismatico Tim Curry nei panni dell’agghiacciante pagliaccio. Un esperimento evidentemente riuscito a metà,  indebolito dalla lunghezza temporale e da un ritmo dilatato, ma che possiede, ora come allora, un aspetto inquietante, capace di disturbare, alimentato da un’intensa interpretazione di Curry. A circa ventisette anni di distanza è Andy Muschietti, regista di   La Madre,  a portare per la prima volta su grande schermo il celebre best seller di King. La scelta è rischiosa data la vastità della storia, e la complessità di un personaggio così particolare e inquietante come quello di Pennywise, pertanto quello che uscirà nelle sale il prossimo 19 ottobre sarà soltanto la prima parte della vicenda. 
Questo primo capitolo racconta di sette giovani emarginati di Derry( Maine), che si autodefiniscono Perdenti,  ognuno di loro vittima di bullismo. I ragazzi vedranno ben presto materializzarsi le proprie paure sotto forma di un antico predatore di innocenti, di nome Pennywise. Un’entità che emerge dalle fognature della città ogni 27 anni per cibarsi delle paure delle sue prede. Soltanto uniti I Perdenti potranno combattere una forza così malvagia e insaziabile quale quella di It, per poi sconfiggerla. Muschietti dirige un film godibile, ben fatto e completo sotto svariati punti di vista, quali storia, profilo dei ragazzi e sense of humour. Si tratta infatti di un lavoro accattivante, che ha la capacità di combinare brevi momenti di tensione a sequenze più divertenti e leggere, molto vicine a drammi d’avventura come Stand By me . Un esperimento che si lascia guardare senza alcuna difficoltà, risultando piacevole e stimolante, ma che cela delle debolezze evidenti.   Purtroppo a risultare   poco convincente è proprio Pennywise, perno della storia e da sempre simbolo di terrore. Nel film, il clown non assolve pienamente alla funzione disturbante alla quale è originariamente destinato.  Manca molto l’atmosfera cupa e impressionante propria del Pennywise di Curry, protagonista di un film ingenuo e acerbo, ma forse più conturbante.  
E’ giusto e comprensibile che un horror alterni momenti di terrore a sequenze più leggere, purchè queste ultime non travalichino un confine ben preciso, al di là del quale l’horror cede il passo al divertissement. 
 
Giada Farrace
 

It-Capitolo due

Giovedì 05 Settembre 2019 14:08
A due anni di distanza dal primo fortunatissimo capitolo, Andy Muschietti torna a dirigere la seconda ed ultima parte di It. In questo film, si affronta la sezione più delicata della storia, ossia il riaffiorare del raccapricciante passato dei protagonisti e la sfida finale con il tremendo pagliaccio. La cittadina di Derry richiama a sé i suoi prescelti, i Losers, ma sono trascorsi molti anni dal giorno in cui i cinque strinsero un patto di alleanza, giurando aiuto reciproco qualora It fosse tornato a seminare terrore. Da quel giorno, a seguito di circostanze poco favorevoli, molti di loro hanno scelto di allontanarsi da Derry, provocando un lento congelamento del reciproco rapporto affettivo. Ventisette anni dopo, Mike, l’unico rimasto a Derry, decide di riunire il gruppo dopo una strana ed inquietante apparizione. Egli deve assolutamente comunicare ai suoi amici qualcosa di urgente. Così dopo aver contattato ognuno di essi, stabilisce la data dell’incontro. Tuttavia durante questa euforica e attesa rimpatriata, gli entusiasmi per essersi finalmente ritrovati lasciano ben presto spazio al dipanarsi di quella presenza terrificante, quell’incubo minaccioso che ha da sempre perseguitato le loro vite: It. Il pagliaccio è tornato, e animato da un’insaziabile ferocia, continua a seminare terrore. Il suo scopo è fin troppo chiaro: disintegrare Il Club Dei Perdenti. In un tormentoso labirinto di inseguimenti e trappole efferate, Pennywise tenterà in ogni modo di attirare a sè i Losers, i quali stavolta dovranno giocarsi l’ultima carta per eliminare definitivamente questo malvagio pericolo. Un progetto ambizioso quello di Muschietti, che ha come scopo quello di restare fedele al libro, seminado nel corso della storia qualche variazione sul tema. È fuor di dubbio che il materiale a dispozione è davvero ingombrante, denso di dettagli e digressioni che potrebbero spaventare anche il regista più impavido. Ma Muschietti non si è di certo lasciato intimidire, lanciandosi a capofitto in un lavoro sicuramente per certi versi stuzzicante, ma che presenta degli evidenti limiti. Ciò che si apprezza è giusto lo sforzo atto a tenere unito un film molto lungo, sconcatenato e totalmente privo di un climax angosciante. Quest’ultimo aspetto, è infatti un importante punto debole che inizia a far sentire il suo peso dopo la prima metà del film, quando si attende ansiosamente l’irreparabile, ossia quel momento in cui tutto dovrebbe diventare più spaventoso e lugubre. Ma ciò non accade. E se durante i primi sessanta minuti di film, il saparietto comico poteva essere legittimato dalla parentesi della rimpatriata per alleggerire il plot prima dello svelamento del terrore, nella seconda metà del film questo comic relief inzia a stonare, ma di parecchio. La mancanza di tensione è invalidante, dimostrandosi la principale causa di un approccio un pò troppo evasivo sulle apparizioni di Pennywise e sull’aura stessa del pagliaccio. Altro grande assente è l’elemento conturbante, probabilmente trascurato per dare spazio allo spettacolo, a lunghe (e sfibranti) sequenze con impeccabili effetti speciali, tipici dei grandi blockbuster. Ma non stiamo guardando un film dei fratelli Russo. Detto ciò, il film non è totalmente un fiasco, soprattutto, come già citato, nella prima parte, la quale fa un po' da salvagente, regalando alcune scene disturbanti, una tra tutte quella con protagoniste Beverly e l'anziana donna dietro alla quale si cela Pennywise. D'altronde, se il quadro complessivo risulta apparentemente stimolante è anche grazie ad un cast davvero ricco di nomi apprezzatissimi nel panorama cinematografico attuale quali James McAvoy, Jessica Chastain, Jay Rayan e molti altri, che tentano di illuminare le molteplici zone d'ombra nel corso del film. In conclusione, It- Chapter Two è paragonabile ad un allettante involucro di contenuti, al cui interno però si rimane insoddisfatti, come alla perenne ricerca di un affresco sul male, di un confronto diretto con il terrore. Una ricerca che purtroppo si dimostra vana.  Al cinema dal 5 Settembre. 
 
Giada Farrace