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La morte è un problema dei vivi

Giovedì 04 Luglio 2024 15:03
Humour nero, cinismo all’ennesima potenza, irriverenza allo stato puro, concentrato di azioni ed episodi che sono politicamente scorretti, non temendo nessuna censura.
 I protagonisti di questa commedia nera giocano con la vita come se maneggiassero carta vetrata che toglie lo strato di facciata più rassicurante e innocuo. Fanno venire a galla i lati più crudi dell’esistenza terrena che non è mai facile per nessuno. Una coppia che si forma e che non potrebbe essere peggio assortita. Se da un lato Risto è un ludopatico alle soglie del divorzio con la moglie fedifraga ed esasperata dalla condotta irresponsabile del marito che sperpera ogni guadagno in gratta e vinci e slot machine da giocatore compulsivo che cede ogni volta all’impulso irrefrenabile di assecondare in ogni modo e ad ogni costo questo suo insano lato caratteriale dall’altra parte Arto è un uomo sfortunato che scopre di avere una malformazione o più precisamente di essere nato con solo 15% del cervello che è la percentuale minima per poter sopravvivere e reagisce come può al disfacimento di ogni sua certezza tanto faticosamente conquistata.
 Come sempre, quando tutto sembra perduto, è proprio quello il momento in cui si può avere una felice intuizione per riuscire a svoltare ribaltando proprio una situazione compromessa e che non contempla spiragli di ripresa.
 Un film che ha in serbo molti colpi di scena allestisti come uno spettacolo pirotecnico con un finale spiazzante in linea con il continuo zigzagare di piani narrativi differenti. Un patchwork di emozionanti partite sfidando la morte per cercare di trarre anche da questa esperienza negativa solo vantaggi.
 Da morti non ci sono più problemi, ci si sgrava di qualsiasi fardello, non si ha bisogno di nessun bene materiale, non si ha diritto di possesso su cose e diritto di replica con le persone e si può venire spogliati anche di ricordi se chi rimane e ci sopravvive non ha il minimo rispetto e tantomeno è dotato di animo sensibile.
 Un film che non fa ridere sebbene cerchi una chiave ironica per affrontare il tema del trapasso. Si esce dalla visione con una dose eccessiva di disincanto. Ci sembra di poter sopportare la propria dipartita o il lutto che ci raggiunge inevitabilmente con la giusta dose di ironia e rassegnazione. Ci viene fornita una chiave di lettura che ci consente di riflettere sulla morte come se fosse l’ennesimo viaggio che, a differenza degli altri, non ha bisogno di essere pianificato, non servendo nessun bene materiale per essere affrontato. Se prima di nascere non esistevamo anche dopo la morte torniamo ad essere inesistenti e allora ben venga la possibilità di contribuire con la nostra scomparsa ad arricchire qualcun altro. Un film che lascia attoniti per quanto crudo si palesa. Non fa sconti e non richiede abbuoni. Spiattella in faccia allo spettatore una triste e dura verità. L’oblio ci inghiotte e non rimane che approfittare delle occasioni che la vita o la morte ci presenta qualunque esse siano senza troppi scrupoli. "Mors tua vita mea" dicevano i latini e in questo film dalla trama originale questo motto è scardinato nelle sue pieghe più ciniche.
 Spiazzante, caustico e decisamente per tutti coloro che amano le storie dal carattere forte.
 
Virna Castiglioni