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Visualizza articoli per tag: pirati dei caraibi
“Tutto è meglio con i pirati” nessuna frase può spiegare meglio come una storica ‘ride’ a tema (dicasi anche nel nostro paese “trenino”) fatta di animatroni e scenari teatrali dei parchi Disney sia diventato un fortunato franchise di intrattenimento. Dopo quattordici anni dal primo film della serie “La maledizione della prima luna” (2003), Joachim Ronning dirige il quinto “La vendetta di Salazar” (il titolo originale è più evcativo  “Dead Men Tell no Tales” . Il giovane Henry Turner (Brenton Thwaites) fin da piccolo, giura a suo padre Will (Orlando Bloom) che riuscirà a trovare lo Scettro di Poseidone,  un oggetto divino creduto leggenda, in grado di salvare suo padre dalla terribile maledizione che lo lega per sempre all’oceano. Caryna Smith (Kaya Scodelario) messa alla gogna come strega per la sua passione per l’astronomia è in possesso della mappa che può condurlo là. Salazar, il fantasma di un pirata spagnolo, vuole lo stesso manufatto per tornare umano e cerca vendetta contro un noto bucaniere svitato e fin troppo inebriato dal Rhum. Jack Sparrow (l’inconico personaggio interepretato sempre da Johnny Deep) caduto in disgrazia, con un equipaggio sgangerato composto di pochi amici fedeli ma svogliati, ha scelto una vita di rapine e saccheggi, a terra, senza più cedere alla tentazione di andare per mare. E’ in possesso della mitica bussola “che punta sempre verso ciò che desidera di più al mondo” oggetto che tutti vogliono per raggiungere il tridente. Le storie dei protagonisti si intrecciano e creano una serie di eventi concatenati e come si conviene mirabolanti e assurde avventure. L’esagerazione la fa da padrone e la spasmodica ricerca di nuovi espedienti per rendere la storia diversa dalle precedenti, rendono la pellicola una garantita dose di intrattenimento adatta a qualsiasi età, composta da una matassa di effetti visivi di qualità, cullata dalla colonna sonora di Geoff Zanelli. Dalla CGi mescolata con il trucco tradizionale nascono i “Non vivi” i set reali, sfasciati e fatti esplodere ad hoc, per quanto eccessivi rendono l’atmosfera. Il quarto film della serie Oltre i confini del mare (2011) era una storia riuscita ma slegata dalla trilogia, qui ogni tassello va a completare un quadro già noto, senza l’obbligo di un ripasso generale. Johnny Deep è sempre uguale a se stesso,  ringiovanito dal trucco, l’attore che scelse di fare il pirta per suo figlio (non è un caso che il suo nome sia proprio Jack) riesce nel suo inteneto di far ridere, più di altri, Sparrow, lo incatena come una maledizione al ruolo del pirata scanzonato, mettendo in ombra i suoi personaggi precedenti specialmente quelli di Burtoniana memoria. Eccezionale Geoffry Rush, nel ruolo di Barbossa, l’antagonista per eccellenza della saga, ci regala una perfomance inaspettatamente commovente. Diverte, intrattiene e nel suo genere, si distingue. Un avviso: restate fino alla fine dei titoli di coda, come avete fatto per i precedenti.
 
Francesca Tulli