Prima Guerra Mondiale, ai due caporali Schofield (Goerge MacKay) e Blake (Dean-Charles Chapman) viene affidato l'incarico di raggiungere un reggimento stanziato al largo della città di Ecoust. Devono consegnare un messaggio contenente l'ordine di fermare l'imminente attacco alle linee tedesche, che stanno preparando una trappola alle truppe inglesi. Un compito che potrebbe salvare la vita di 1600 soldati, compreso il fratello di uno dei due ragazzi.
Liberamente ispirato dai racconti del nonno, che attraversava veramente i campi di battaglia per consegnare missive da un reparto all'altro, per questo film Sam Mendes (American Beauty, Skyfall) decide di avvalersi di un punto di vista particolare.
Sceglie di accompagnare la missione con una serie di piani sequenza opportunamente uniti, simulando uno scatto unico per tutta la durata della pellicola. Un modo per essere ancora piú vicino ai protagonisti nel loro incedere attraverso l'orrore.
Si è testimoni di tutto, dal timore che dietro il prossimo angolo possa esserci un nemico, alla speranza che gli aerei alleati vincano il duello aereo che imperversa nei cieli, fino alle battute tra commilitoni, che provano in tutti i modi ad alleggerire la sensazione che quelle potrebbero essere le loro ultime parole.
Questa tecnica, recentemente già vista in Birdman, è stata opportunamente elaborata in mesi e mesi di prove con precise mappe per i movimenti degli attori e dispiegamenti lungo il set, e in questo particolare teatro degli eventi conferisce una tensione alla scena assolutamente unica.
La colonna sonora rimane in secondo piano, a tratti cadenzata dall'incedere dei due soldati nella terra di nessuno, un accompagnamento che non distoglie lo spettatore dal focus della narrazione, ma che è anche capace di salire con toni sontuosi in determinate scene ad alta spettacolarizzazione.
Il film procede molto veloce verso il suo obiettivo, con la stessa urgenza che hanno i due protagonisti di consegnare il messaggio, e c'è poco tempo per soffermarsi sulla tragicità degli eventi che si susseguono. La morte si palesa ovunque e bisogna proseguire ad ogni costo, ricacciando dentro le emozioni.
E' forse questo uno dei pochi limiti di questa pellicola, la sceneggiatura è funzionale alla dinamicità della vicenda, e lascia poco spazio per le sensazioni che scaturiscono dalla drammaticità di certi avvenimenti. Le linee di dialogo sono scarne e taglienti, e servono piú che altro a spezzare il ritmo concitato della vicenda.
I personaggi vengono quindi tratteggiati molto poco, si susseguono eterei come fantasmi, consci che potrebbero uscire dalla scena con la stessa rapidità con cui sono entrati. Ciònondimeno assistiamo a una serie di cameo di gran valore, attori del calibro di Colin Firth, Mark Strong e Benedict Cumberbatch, si rendono protagonisti di momenti iconici all'interno degli eventi della missione, ma ovviamente la prova attoriale piú importante è quella dei due caporali, in particolare dal giovane George MacKay.
La sua è un'interpretazione molto fisica, sporca e di fatica, perfettamente in tono con una produzione del genere ma anche precisa ed accurata, vista la natura della particolare tecnica con cui il film è stato girato.
Impossibile non citare anche la straordinaria fotografia di Roger Deakins, già vincitore due anni fa dell'Oscar con Blade Runner 2049, qua autore di un lavoro eccezionale, che si manifesta, oltre che nella ricostruzione di campi di battaglia in campo aperto e tra le trincee, soprattutto nella messa in scena di una meravigliosa sequenza in notturna all'interno della città bombardata di Ecoust, una delle migliori della pellicola.
1917 è in definitiva un'opera che lascia senza fiato, è un'incursione rapida e tesa nell'inferno di uno degli eventi piú drammatici della storia, avvalorato da una tecnica di altissimo livello. Sebbene passi forse troppo veloce da un dramma al successivo, le sue scene rimangono impresse nella mente come fuoco vivo. Uno dei film di guerra piú riusciti degli ultimi decenni.
Omar Mourad Agha