Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. E' un luogo comune ma ben si addice alla storia che viene raccontata.
In questo caso la fortuna del marito è quasi totalmente da attribuire ad una moglie che ha saputo imporsi e salvare il salvabile quando tutto sembrava, se non perduto, sicuramente irrimediabilmente compromesso.
La storia è nota. Siamo in Francia all’avvento della vittoria politica di Jacques Chirac e seguiamo la sua parabola ascendente fino alla malattia che gli imporrà anche se con estrema fatica di fare un passo indietro e appoggiare addirittura un suo nemico giurato, quel Sarkozy che lo aveva tradito in precedenza.
La commedia francese che vede protagonista assoluta una Catherine Deneuve in grande forma ha tempi comici perfetti e risulta godibile dall’inizio alla fine.
Sono divertenti i siparietti con il marito, con le figlie, con l’aiutante che dovrebbe risollevare la sua immagine pubblica che un impietoso sondaggio la restituisce percepita dalla popolazione interpellata a proposito come una figura altera, antica e rigida. Invece Bernadette si dimostrerà astuta e non soltanto determinante per la carriera appannata del consorte ma opportuna anche per se stessa. Il film regala al pubblico due ore di spassoso intrattenimento, mai volgare e sempre sul filo del romanzo che ricama e infiocchetta una base di realtà.
La moglie del presidente trae spunto dalla vita di Bernadette ma è decisamente una bella commedia scritta con intelligenza da Léa Domenach (che è anche regista) e Clémence Dargent.
Interpretata in modo sublime da una Catherine Deneuve perfetta nella parte e attorniata da un cast di attori convincente e ben diretto.
Un racconto che ha molti agganci al reale ma sa apportare tante piccole migliorie rendendo il tutto una piacevole testimonianza del potere che hanno le donne e di cosa possono fare quando la loro voglia di rivincita si fa urgente.
Virna Castiglioni