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7 sconosciuti a El Royale

Giovedì 25 Ottobre 2018 14:38
El Royale sorge esattamente a cavallo tra lo stato della California e quello del Nevada. Un tempo lussuoso albergo noto per le prestigiose presenze al suo interno (attori del calibro di Marilyn Monroe e personalità di spicco come il presidente Bob Kennedy), ora vive degli antichi albori, ospitando in modo sporadico qualche banale viandante in breve permanenza prima di oltrepassare il confine. Durante una turbolenta notte, giungono presso il famoso albergo quattro ambigui individui, ognuno dei quali si dimostra fin da subito piuttosto distaccato e circospetto. Tra loro vi è un prete dall’apparenza inusuale (interpretato da Jeff Bridges), una donna afroamericana contornata da un’aria alquanto avvilita (Cynthia Eviro), e un  loquace rappresentante di elettrodomestici (John Hamn). Ai tre si aggiungerà ben presto un’altra promiscua presenza, ossia quella di una donna (Dakota Johnson) che non tarda a dimostrarsi da subito un tipo scontroso e ribelle, e che immediatamente si isola dal gruppo. La notte al El Royale rappresenta per questi quattro personaggi un momento cruciale, svelando per gradi quali siano le loro reali intenzioni, e cosa si celi davvero dietro quelle impenetrabili facciate. Un labirintico gioco di svelamento accompagna lo spettatore dalla prima metà del film fino al suo termine. La sensazione che si ha di fronte ad un tale flusso di eventi è simile a quella che si prova durante lo sviluppo di una foto all’interno di una camera oscura, dove in primo luogo ogni cosa risulta nebulosa e ignota, per poi assumere un contorno più chiaro e definitivo alla fine del processo. Il film diretto da Drew Goddard, ha il lodevole pregio di intrattenere lo spettatore senza cadere preda di un match che fa della complessità il proprio motivo portante, ma edifica un momento di cinema puro, imperniato su una caratterizzazione quasi impeccabile dei personaggi che scorrono sullo schermo. Ognuno di essi ha infatti alle sue spalle una pagina critica del proprio passato, che in qualche modo ha contribuito a condurlo nella situazione attuale, un contesto che a poco a poco cresce di intensità fino a raggiungere verso la fine un climax narrativo e visivo.  A rendere ancora più policroma questa coinvolgente storia, è un’ambientazione curata nei massimi dettagli, popolata dalla più calda atmosfera anni 70 (siamo infatti nel 1970 per la precisione), dove la magnetica musica di un jukebox scandisce gli avvenimenti più accesi. Degni di nota sono inoltre i frequenti virtuosismi di ripresa ad opera del regista, il quale cerca di immergere lo spettatore nei grigio e silenzioso corridoio dietro gli specchi di ciascuna camera dell’albergo. La macchina da presa si muove in modo felino, fluido, mostrando progressivamente  cosa accade nelle quattro stanze. 7 sconosciuti al El Royale, in concorso alla Tredicesima Festa del Cinema di Roma, è un lavoro che scorre benissimo, animato da un vertiginoso dinamismo, che non manca di tenere ben sveglio lo spettatore. Un film che si regge essenzialmente su personaggi attraenti e a volte grotteschi, il cui sviluppo vanta di una sfaccettatura complessa e imprevedibile. Il cast scelto è di tutto spicco, vantando nomi come Jeff Bridges, Cynthia Eviro e un sorprendente (e camaleontico) Chris Hemsworth, in un ruolo che evoca la figura di Charles Manson. Un lavoro coinvolgente, che punge nell’intento di ispirarsi, anche se in modo indiretto, ad alcuni dei tanti segreti e colpi di scena appartenenti alla controversa e “ingenua” storia americana. 
 
Giada Farrace