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Avengers: Endgame

Giovedì 25 Aprile 2019 15:15
 
Ci furono i Vendicatori, gli eroi più forti della terra che “un giorno come nessun altro… si unirono contro una minaccia comune. Per combattere quelle battaglie che nessun supereroe, da solo, avrebbe mai potuto affrontare”. Poi venne Thanos. Avengers: Endgame segna la fine di un’era, diretto seguito di Avengers: Infinity War (2018) firmato anch’esso dai fratelli Anthony e Joe Russo, mette fine ad un arco narrativo che copre più di dieci anni di film prodotti dalla “Casa delle Idee” Marvel. Thanos (Josh Brolin) ottenute tutte le sei Gemme dell’Infinito (oggetti dalle proprietà magiche capaci di sovvertire l’ordine cosmico) ha letteralmente schioccato le dita e polverizzato metà della popolazione dell’universo. La sua patetica crociata, era un folle piano per evitare che in futuro la sovrappopolazione portasse i pianeti alla rovina, sorte toccata alla sua patria Titans. In piedi sono rimasti ben pochi, tra loro la prima formazione (riferendoci solo ai film) degli Avengers : Captain America (Chris Evans) il super soldato dal cuore tenero, sopravvissuto dentro un blocco di ghiaccio alla seconda guerra mondiale, ora deluso dalla sua patria, Tony Stark (Robert Downey Jr.) il “genio, playboy, filantropo” dentro l’armatura di Iron-Man, corroso dai rimorsi e dai sensi di colpa, Bruce Banner (Mark Ruffalo) e il suo incontrollabile “Mr. Hyde”, l’incredibile Hulk, Thor (Chris Hemsworth) il dio del tuono norreno, la Vedova Nera (Scarlett Johansson) ex letale assassina del KGB e Occhio di Falco (Jeremy Runner) l’arciere, l’unico a non comparire nel film precedente. Proprio apprendendo la sua storia, si apre questo nuovo capitolo. Ci troviamo davanti ad uno scenario apocalittico. La tristezza è il prezzo da pagare per essere sopravvissuti al genocidio, non c’è consolazione nella vendetta contro il responsabile, “andare avanti” come vorrebbe il Capitano, sembra impossibile perfino per lui, fino a quando Ant-Man (Paul Rudd) bussa alla porta dei nostri eroi e mette a disposizione la sua esperienza personale a beneficio di tutti: aver viaggiato nel tempo dentro il “regno quantico” rende possibile l’idea di poter tornare indietro e fermare Thanos, una missione potenzialmente suicida, generatrice di una serie di irreparabili paradossi temporali, dalle regole sconosciute; con i suoi 182 minuti di durata, Endgame è una montagna russa di emozioni, una prima parte piacevolmente lenta, introduce una seconda epica e citazionista. Tuttavia non è privo di difetti il più grave: uno dei personaggi principali è stato ridicolizzato, per stemperare il tono greve del resto della pellicola, decostruendo un percorso di maturazione durato sei film. Ogni riflessione sembra superflua ma Stan Lee, che insieme a Jack Kirby fu responsabile della creazione del gruppo di eroi, per la prima volta “uniti” nel 1963, amava dire che : “l’aldilà, nell’universo Marvel, ha le porte girevoli” eppure l’empatia con questi personaggi, per gli appassionati è così forte, che ogni qualvolta bisogna dire addio, anche per un breve periodo, ad un eroe che ha portato a compimento il suo viaggio, la perdita sembra “reale” per questo non smetteremo mai seguire queste "grandi storie".  Endgame non rappresenta solo una fine, apre (forse distrattamente) moltissime porte, milioni di possibilità , realtà senza regole, dove tutto sembra possibile…perché lo è.
 
Francesca Tulli