Fuoritraccia

Newsletter

Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Home » Recensioni » Visualizza articoli per tag: duccio chiarini
A+ R A-
Visualizza articoli per tag: duccio chiarini

Short Skin

Giovedì 23 Aprile 2015 08:55
Il diciassettenne Edo (Matteo Creatini) soffre fin da piccolo di una malformazione al prepuzio, la cui pelle è troppo stretta e non permette al glande di uscire (la sua “short skin”, appunto)  Mentre intorno a lui tutti 
sembrano parlare solo e ossessivamente di sesso, Edo è timido e impacciato a causa delle sue inadeguatezze fisiche. I suoi genitori premono perché si dichiari a Bianca (Francesca Agostini), la sua vicina di casa tornata da Milano per le vacanze, che però sembra averlo relegato da anni nell’inesorabile abisso 
della friendzone. 
 
Una storia semplice raccontata con garbo ed eleganza, senza mai cadere nella deriva scollacciata del college movie à la American Pie; il polpo usato dal protagonista per le sue singolari pratiche masturbatorie (sotto suggerimento dell’amico Arturo) ricorda sì la torta di mele del cult di Paul e Chris Weitz, ma anche l’anguria “trombata” per scommessa da Paolo Cioni in Fino a qui tutto bene. 
Si sorride non solo per l’inadeguatezza del protagonista, ma anche per le nevrosi dei suoi comprimari, che vedono nel sesso l’unico obiettivo e mezzo per autoaffermarsi: che siano le pulsioni tardo-adolescenziali del compagnone Arturo, le scappatelle del padre fedifrago o le smanie voyeuristiche della sorellina Olivia, che vuole a tutti i costi far accoppiare il cane di casa. Ma la problematica sessuale è solo il tipico pretesto per rappresentare il passaggio all’età adulta e una riflessione su quello che trasforma un maschio in un uomo, 
sovvertendo qualsivoglia stereotipo machista. 
Duccio Chiarini, al suo primo lungometraggio di finzione dopo il documentario Hit the road nonna, sfodera la delicatezza comune a molti cineasti toscani della generazione post-Virzì, da Francesco Lagi con Missione di pace a Roan Johnson con il già citato Fino a qui tutto bene, in una commedia dallo stile più europeo (passatemi la definizione) ma profondamente radicata nell’immaginario toscano (pisano in particolare) sia nel linguaggio che nelle influenze. 
“Avevo appena letto il fumetto di Gipi LMVDN – racconta il regista, che cura la sceneggiatura insieme a Ottavia Madeddu e Miroslav Mandic – e quella storia di fragilità maschile raccontata in maniera così delicata mi aveva riportato alla mente una serie di disavventure sessuali vissute da adolescente che mi sembrava potessero diventare un film”.
Realizzato nell’ambito della Biennale College, Short Skin è stato presentato prima alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica poi al Festival del Cinema di Berlino. Distribuito dalla Good Films, il film esce nelle sale italiane il 23 aprile, mentre è prevista l’uscita anche in Francia, Regno Unito, Australia 
e Hong Kong. 
 
Angelo Santini