Cattivissimo me 4 arriva in sala a distanza di 7 anni dal precedente e risulta poco incisivo e molto poco trasversale a livello di target al quale si rivolge. Si consolida un film pensato e realizzato quasi esclusivamente a misura di bambino tarpando le ali ad ogni idea narrativa più adatta e capace di coinvolgere una platea più ampia. I personaggi principali sono circondati dai soliti Minions che diventano, a questo punto della narrazione, un pò invadenti e pervasivi proprio perchè si percepisce forzata la loro presenza costante. In questo nuovo sequel entrano in scena per la prima volta anche dei Superminions o Megaminions che fanno un pò il verso a personaggi dei fumetti più noti tra i quali non è difficile riconoscere "Superman" "La cosa" dei fantastici 4 e "Ciclope" degli X-Men. Compaiono sempre come figure parallele ma incidono moltissimo nell'andamento della storia. Gru che ha sempre la voce di Max Giusti (ed è un bene) è diventato nuovamente padre dopo esserlo voluto essere per le tre orfanelle (Margo, Edith e Agnes) di cui si è preso cura insieme a Lucy. Questo ultimo erede darà del filo da torcere e non sarà semplice instaurare un rapporto filiale disteso fin dall'inizio. A latere della situazione familiare Gru è alle prese anche con un problema professionale che arriva dal passato. Il villain Maxime Le mal (doppiato da uno strepitoso Stefano Accorsi che regala al personaggio una voce originale ed efficace) lo costringerà a fare ricorso al programma protezione della lega anti cattivi per proteggere la famiglia e a trasferirsi, abitando sotto copertura e acquisendo nuova identità, per non farsi trovare. Il film è un concentrato di situazioni che indubbiamente strappano risate, un susseguirsi di gag che però hanno corto respiro seppur sono funzionanti se rapportati allo stupore che possono suscitare nei più piccoli spettatori. La trama scarna e dallo sviluppo alquanto superficiale insieme all'assenza di tematiche di spessore non fanno brillare questo nuovo capitolo dell'animazione. Si lascia forse un pò troppo comodamente che il racconto si adagi su un binario lineare senza provare a farlo deviare in modo da renderlo più interessante soprattutto per l'occhio adulto. La mission di Illumination è ancora una volta incentrata totalmente sull'intrattenimento dei più piccoli che sono sicuramente rapiti da scenette facili da seguire ma che sono sovraccariche di ripetitività. il film è, tutto sommato, una esplosione di situazioni divertenti dove la risata viene procurata senza troppi sforzi. Un prodotto senza infamia e senza lode che avrebbe bisogno di una sferzata di freschezza o rischia di diventare copia di se stesso senza aggiungere niente di sorprendente.
Virna Castiglioni