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Visualizza articoli per tag: bella addormentata

Marco Bellocchio

Giovedì 26 Luglio 2012 17:44

LA BIENNALE DI VENEZIA

69. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica 

In concorso Bella Addormentata di Marco Bellocchio

 

Bella addormenta

Martedì 18 Settembre 2012 19:26

Uno dei primi arrivi in sala provenienti dalla 69° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia è la nuova opera del regista italiano Marco Bellocchio. Uno dei pochi autori formatisi negli anni sessanta ancora in piena attività e che già con i suoi ultimi lavori come “Vincere” e soprattutto “Sorelle Mai”, ha dimostrato di avere ancora tante cose da dire nella sua carriera ancora in piena evoluzione.“Bella addormentata” è un film corale di eccezionale portata. Stranamente per Bellocchio è un film concentrato in un brevissimo spazio temporale , a differenza dei suoi due ultimi sopra citati. Ovviamente niente di riconducibile a “Short cuts” di Altman, “Magnolia” di P.T.Anderson o “Crash” di Paul Haggis. Marco Bellocchio forse insieme ai fratelli Taviani è quanto di più lontano esista dal cinema americano. Lo è per cultura ma anche per linguaggio cinematografico, le tensioni provocate dai protagonisti non sono finalizzate alla storia ma alla nostra emotività o meglio alla nostra esperienza. Un film del genere non può essere definito riuscito o meno, ben fatto o lacunoso, un film come “Bella addormentata” ti chiama in causa e ti rende partecipe sempre ovviamente che tu lo voglia. Ti spinge a riflettere sull’educazione ricevuta e su quella che vorresti dare ai tuoi figli. Ti tira in ballo per un urlo di troppo, per una carezza non data o per un abbraccio perduto. E’ la psicologia applicata al cinema e su questo Marco Bellocchio è un maestro che mai andrebbe discusso. Dicevo che “Bella addormentata” è un film corale, infatti ci sono più personaggi e più storie che si snodano e che nemmeno tutte si incrociano. Il tutto avviene sullo sfondo di un fatto di cronaca italiana recente. Un evento che risale all’inverno del 2009, ovvero la morte di Eluana Englaro, una ragazza in coma da 17 anni, che ha attirato per un breve periodo l’interesse dei media, della Chiesa e soprattutto della Politica. 

Ecco per sgombrare dal campo ogni equivoco quello di Bellocchio non è un film sull’eutanasia e tanto meno sulla vicenda Englaro. Nel film di Bellocchio le istituzioni sono come sempre, più che mai, le assolute protagoniste del film. La Famiglia, la Chiesa, lo Stato. Se c’è una presenza forte sullo sfondo del film è quella dei media e della politica. Una presenza che purtroppo per noi Bellocchio legge benissimo come quella di una classe politica con la p minuscola, una piccola associazione di burattini e burattinai, di teatranti di profilo bassissimo, di gente rubata alle galere. Ma tanto è; non è forse questa l’Italia degli ultimi anni? Lo dicono i fatti. Le inchieste e i processi.  Tanto che viene da chiedersi se la bella addormentata del titolo non sia proprio la nostra nazione. 

Si perché altrimenti di belle addormentate nel film oltre a Eluana, che ovviamente non si vede mai, ce ne sono molte… La più addormentata di tutte è Maria la figlia del senatore Beffardi che ha perso la madre in circostanze simili a quelle di Eluana. C’è la figlia della Divina Madre (una clamorosa Isabelle Huppert) che con il suo coma vegetativo affonda sempre più la vita del fratello. Come c’è Federico, un ragazzino folle che dice cose sanissime ma che è anche il freno a mano del fratello Roberto. 

E poi c’è Rossa, una tossicodipendente sola come un cane, bella come una favola di Walt Disney, che più volte ha tentato il suicidio e che sarà l’unica a risvegliarsi. Lo farà grazie a un bacio, si proprio come nelle favole. Solo Rossa si risveglia... gli altri si perdono. Rossa non solo si risveglia, ma rende più piacevole il riposo del Principe, dell’Angelo guerriero che l’ha salvata. Non farà nulla di eclatante, niente amore eterno o gioia di vivere ritrovata: toglierà solo quelle brutte, scomode scarpe al suo Principe per farlo dormire comodamente. E per poter finalmente riposare anche lei. E chissà che prima o poi un bravo giovane medico non dia un bacio piccolo, piccolo che possa risvegliare la nostra Italia. 

Marco Castrichella