I figli cambiano la vita, e lo fanno in modo brusco e improvviso. Un travolgente uragano che determina rinunce, riduzione di spazi personali e soprattutto meno libertà. L'istinto a creare il proprio nido familiare non è innato come si pensa generalmente, e sono molti a trovarsi in netto contrasto con il mondo dell'infanzia. In numerosi paesi esistono pertanto gruppi a sostegno di tutti coloro che scelgono di non avere bambini e non nutrono una particolare simpatia nei confronti di essi ( kids haters). Una condizione che conosce bene Vicky, donna bella e indipendente, ma con una particolare predisposizione ad odiare i bambini. Quando Vicky ritrova Gabriel, antica fiamma di cui è stata sempre innamorata, la sua vita subirà un drastico cambiamento. Sì, perché Gabriel, divorziato da tempo, vive con l'adorata figlia Sofia di appena 9 anni, e non appena verrà a conoscenza della profonda antipatia di Vicky per i bambini egli arriverà a nascondere l'esistenza di Sofia combinandone di belle. Ariel Winograd dirige il suo quarto film, scegliendo due attori molto conosciuti e apprezzati nel panorama del cinema spagnolo. Maribel Verdù, attrice con un vasto repertorio di candidature Goya e che interpreta molto bene il ruolo della stravagante Vicky, è affiancata dall'affascinante Diego Peretti che ci restituisce il ritratto di un padre svampito e in piena crisi. Sebbene entrambi siano attori di grande qualità e simpatia, la loro presenza non riesce comunque a rinvigorire una storia di per sé piatta. Poiché è proprio una debolezza di copione a risultare il difetto più rilevante del film. Se avete in mente di affidarvi ad una commedia politicamente scorretta e cinica, abbandonate sin da subito questa illusoria aspettativa. Se permetti non parlami di bambini pecca di scarsità contenutistica pur avendo a disposizione un argomento tanto vasto quanto stuzzicante come quello dei Kid Haters. Le battute non coinvolgono come dovrebbero, e la maggior parte delle situazioni ricreate sfiora quasi il surreale. La scelta di truccare pesantemente la piccola Sofia non aggiunge alcun tono divertente al suo personaggio, piuttosto la rende fastidiosa e disturbante. Il film realizzato da Ariel Winograd, manca di sostanza e di acume, dimostrandosi una commedia in cui si ride poco e si riflette ancor meno.
Giada Farrace