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Visualizza articoli per tag: animazione

Miglior Cortometraggio - David di Donatello 2012

YOUNGABOUT FESTIVAL

Venerdì 02 Dicembre 2011 11:48

scadenza del bando: 2/02/2012

Youngabout è un festival indipendente organizzato dall’associazione “Gli anni in tasca, il cinema e i ragazzi”, in collaborazione con il Coordinamento Adolescenti del Quartiere San Vitale di Bologna e l’associazione D.E-R. Fino al 2 febbraio sarà possibile partecipare alle selezioni per accedere al festival con film di ogni genere realizzati a partire dal 2011; le opere saranno valutate sia da una giuria internazionale composta da ragazzi e ragazze sia da una giuria di docenti ed esperti del settore cinematografico e televisivo. Scolastica, Esordienti e Professionale sono le tre sezioni a cui si può accedere mentre sono ben cinque i temi tra cui scegliere: Vite precarie, Net Generation, La scelta, Filmare la danza; l'ultimo tema, Cultura-cibo per l'anima, prevede la realizzazione di uno spot. La sesta edizione dello Youngabout International Film Festival si svolgerà a Bologna dal 19 al 24 Marzo 2012.


QUOTA DI PARTECIPAZIONE:  gratis


link da cui scaricare la documentazione per l'iscrizione:

www.youngabout.com

 

ROMA CREATIVE CONTEST

Venerdì 20 Luglio 2012 14:37

Scadenza bando: 30/07/2012

L'Associazione Culturale Images Hunters, in collaborazione con il Teatro Vittoria di Roma, presenta la seconda edizione del concorso di cortometraggi ROMA CREATIVE CONTEST – Short Film Festival.
Le sezioni in concorso per questa edizone sono tre:
- Cacciatori d’immagini, riservata ai cortometraggi italiani di finzione realizzati dopo l’1/01/2009. Durata massima: 20 min;
- Mockumentaries, aperta ai “documentari di finzione” italiani realizzati dopo l’1/01/2012. Durata massima: 10 minuti;
- Corti di Animazione, nuova sezione internazionale dedicata ai corti d’animazione in 2D, 3D e stop motion. Durata massima: 10 minuti.

Gli Incredibili 2

Martedì 18 Settembre 2018 12:42
I supereroi vengono dichiarati fuori legge, l'opinione pubblica è contro di loro. I politici non concepiscono che possano esistere persone dotate di poteri speciali che senza pensare ad un tornaconto personale vogliono mettersi al servizio della vera giustizia. Non stiamo parlando di ‘Captain America: Civil War’ (2016) o degli Avengers, bensì del nuovo film Disney Pixar dedicato a 'Gli Incredibili', seguito della prima fortunata avventura partorita dallo stesso regista e sceneggiatore Brad Bird nel 2004. Per assurdo in questo scenario i quattro componenti della famiglia sembrano essere assolutamente in grado di gestire i cattivoni che vogliono mettere sottosopra la città, ma non sono altrettanto pronti davanti alle sfide quotidiane: arrivare a fine mese, abbandonare il motel dove vivono per una vera casa e crescere l'ultimo arrivato, il piccolo Jack Jack. Quando si prospetta davanti a loro l'opportunità della vita: lavorare per una ditta di telecomunicazioni che possa mettere in luce le loro qualità attraverso le telecamere, per dimostrare la loro innocenza, e riabilitare la figura dei supereroi. Nell'ombra però trama 'Ipnotizzaschermi', un cattivo che come suggerisce il nome, si serve, della tecnologia, per condizionare le menti delle persone. Mamma Helen, Elastigirl supereroina e donna in carriera, papà Bob, Mr.Incredibile senza lavoro a casa con il bebè tra pannolini e raggi laser (uno spasso!) alle prese con la figlia adolescente al suo primo appuntamento, e i compiti di matematica del suo fratellino Flash, un perfetto ritratto, metaforico e pratico, di quanto sia difficile, e appagante, il mestiere più difficile del mondo quello del genitore. Il film d'animazione digitale mantiene le aspettative. Dopo 14 anni, i motori grafici odierni, hanno permesso, alla Pixar di mantenere, lo stile grafico del primo film, utilizzando la qualità odierna. Le animazioni risultano così fluide e dettagliatissime. Quello che manca alla pellicola, è un bilanciamento i tra i tempi dei due filoni narrativi: le vicende di sfondo, esilaranti, risultano, più divertenti ed efficaci della storia portante che a tratti può risultare noiosa, tuttavia resta coerente e ben spiegata quindi adatta ai bambini. Nella versione italiana, la nota schermitrice, Bebe Vio, doppia un personaggio secondario,Voyd, un'eroina simpaticissima fan della ben più famosa Elastigirl, durante la conferenza stampa tenutasi a Roma, abbiamo avuto il piacere di sapere, le sue impressioni sul personaggio, ha detto di ritrovarsi molto, nel suo modo di fare, da fan entusiasta, abbiamo anche chiesto a lei e al resto del cast di voci italiane, quale sia il loro rapporto con la tecnologia, Tiberio Timperi (che interpreta Chad Brentley lo showman nel film), ha parlato del suo rapporto conflittuale con le “auto che ‘parlano' da sole”, al contrario Bebe ha sottolineato “Adoro la tecnologia perché lavoro anche come grafica e ogni volta che mi inventano un piede nuovo posso fare cose nuove, con una mano nuova posso farne delle altre. Quindi sono super-pro tecnologia e sono super-pro allo sviluppo di essa.” Ha aggiunto “Noi abbiamo un'associazione Onlus e utilizziamo i social per motivare le persone a fare sport. Per far vedere lo sport paralimpico, perché senza i social molte persone non saprebbero neanche della sua esistenza e non potrebbero praticarlo. Sotto questo punto di vista i social sono super-positivi." Amanda Lear che doppia l'eccentrica Edna Mode stilista dei superdotati, ha concluso: “grazie alla tecnologia Pixar ha fatto un cartone animato pazzesco” e non possiamo che darle ragione. 
 
Francesca Tulli

Molly Monster (il film)

Martedì 23 Febbraio 2021 13:41
 
Molly Monster è  una mostriciattola carina. E’ difficile capire se possa somigliare di più ad un dinosauro o ad un draghetto. La piccola “ficcanaso” vive a Mostrolandia, circondata di oggetti quotidiani, colore pastello. Con lei c’è l’adorabile diavoletto Edison il suo pestifero e geloso migliore amico (ovviamente, come suggerisce il nome è simile ad una lampadina ma caricato a molla come i vecchi giocattoli di latta). La sua famiglia, composta da mamma Etna, papà Popo e i due bizzarri zii, Alfredo e Santiago si sta per allargare. Molly osserva con curiosità l’uovo verde fluo da cui spunterà il muso di un fratellino o di una sorellina e nell’estenuante attesa lavora un cappello di maglia bianco e rosso come regalo per lui. Quando i genitori partono per un lungo viaggio “oltre le mostrocolline molto lontano” per raggiungere la città delle uova dove nascerà il nuovo arrivato, Molly, troppo piccola per andare con loro, si imbarca da sola in un viaggio ancora più “rischioso” ma decisamente elettrizzante con Edison per raggiungerli e portare il cappellino in tempo per la schiusa. Il film d’animazione tradizionale del 2015 è diretto dai tre registi Ted Sieger, Matthias Bruhn e Michael Ekbladh è una produzione Svizzera tedesca e svedese. Il lungometraggio passato per oltre 40 rassegne, vincitore del premio Calice d’oro a Shangai (nel 2016) è stato definito al 66° Festival internazionale del cinema di Berlino “particolarmente prezioso” e “estremamente adatto ai bambini per il suo andamento narrativo lento e l’animazione chiara, colorata e disegnata con amore” si distingue nel firmamento dei film di animazione su un panorama fatto di supereroi americani e animazione giapponese e propone un gusto  “vintage” europeo (simile a quello dei i Moomins) senza trascurare i temi attuali. Al centro della storia il dialogo tra genitori e figli che diventa un pretesto per raccontare una storia di amicizia e di inclusione, le differenze tra una creatura e l’altra vengono appianate dalla bellezza delle loro singolarità mettendo in luce il carattere dei personaggi a prescindere dal loro aspetto rendendo praticamente impossibile una mera classificazione negli stereotipi a cui siamo abituati. La versione italiana vanta un ottimo doppiaggio. Una fiaba deliziosa, pensata per i bimbi di 3 anni, semplice nella più positiva delle accezioni. 
 
Francesca Tulli

Raya e l'ultimo drago

Giovedì 04 Marzo 2021 11:14
Prima della comparsa delle forze malefiche, cinque draghi, con straordinari poteri cosmici, crearono una pacifica e armoniosa terra chiamata Kumandra. Poi vennero i Druun degli esseri malvagi, una piaga, senza forma con il potere di tramutare in pietra ogni avversario. I draghi si sacrificarono per difendere l’umanità, per sconfiggerli, lasciando a loro guardia un ultimo drago, dipendente da una pietra magica, che spezzata e ricomposta può ridonargli l’antico splendore perduto (il potere dei suoi fratelli e sorelle) e restituire la vita alle vittime dell’incantesimo. Cinquecento anni dopo, la combattiva principessa Raya a cavallo della sua singolare bestia da soma Tuk Tuk, si mette alla ricerca di Sisu il leggendario ultimo drago per restituire la pace al suo popolo e salvare suo padre dalla piaga dei Druun mai davvero scomparsi. A lei si unisce una compagnia strampalata formatasi per puro caso. Sulle tracce della creatura c’è anche la principessa Naamari, una sua vecchia amica di infanzia, forzata dalle circostanze a voltargli le spalle, decisa a trovare il drago e i pezzi della sfera magica prima di lei. Comincia un viaggio parallelo, per ricostruire un regno e un amicizia perduta. I registi di Raya el’ultimo drago, Don Hall e Carlo Lòpez Estrada, in tempi difficili hanno deciso di terminare questo film con tutte le difficoltà del caso dovuti alla pandemia, mirando alla semplicità e rivolgendosi principalmente ad un pubblico di bambini, davvero piccoli, una direzione interessante lontana anni luce dalle tematiche “forti” e commoventi quali la vita e la morte, presente negli ultimi Walt Disney Animation Studios (a Don Hall Big Hero 6, del 2014 valse l’oscar) e dei colleghi Pixar (tra gli altri Onward e Soul ne sono un esempio). Raya è un film sulla diversità. I cinque regni che visita la principessa sono palesemente ispirati a diverse reali locations principalmente del sud est asiatico, Vietnam e Thailandia, ma troviamo anche influenze cinesi, inuit, maori, giapponesi, africane e fantascientifiche. Un gusto orientale in salsa occidentale, l’ironia americana e latina si fonde con il tratto demenziale dei film fantasy cinesi, specialmente laddove Sisu (la cui estetica si basa su i serpenti Naga) rivela una scempiaggine che è propria di ogni continente. Il drago, femmina, si trasforma in una donna pazzarella erede del Mushu di Mulan (1998). Cosa non ha funzionato all’interno del film è evidente, la storia procede lenta a tratti si fatica ad aspettare il passaggio da uno step all’altro durante l’evoluzione della storia. Le premesse erano più che interessanti e in qualche modo, restano a fare da sfondo. Come sottolineato dai registi durante la conferenza stampa, al centro della vicenda c’è un tema poco trattato negli altri film di genere l’amicizia al femminile, proponendo dei modelli completamente differenti da quelli proposti dalle sorelle di Frozen, che sfidano il pregiudizio, così troviamo due principesse imperfette che gli fanno da specchio perché rappresentano due caratteri opposti, anche qui una “scema” ma buona, una intelligente e all’apparenza fredda cattiva e distante, ma con tutto un altro mood. Esplosioni colorate, costumi diversi, portano una ventata di positività, laddove ne abbiamo bisogno. 
 
Francesca Tulli