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07 Set

Verbo

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Verso la fine del 2011 esce in Spagna “Verbo”, discussa opera prima di Eduardo Chapero-Jackson. Quasi a distanza di un anno non ci sono notizie di una distribuzione italiana, decido quindi di vederlo e recensirlo per voi.

A metà tra il fantastico e il drammatico, questo racconto di formazione parla di un'adolescente, Sara, per qualche motivo (imprecisato) ai margini della propria vita. Pur essendo di bella presenza, intelligente e curiosa, Sara è priva di amici e priva di veri interessi. Vaga per il proprio quartiere rincorrendo dei segnali che sembrano fatti apposta per lei. Nemmeno la corte di un ragazzo, anch'esso timido e impacciato, sembra smuoverla più di tanto. Vive nel suo mondo, non alza mai la voce e resta passiva agli eventi. Fino a quando compie un gesto all'apparenza folle.

Primo lungometraggio da regista per lo spagnolo Chapero-Jackson e, a mio avviso, anche prima delusione. Già trovatosi a lavorare alla produzione di importanti pellicole come “The Others”, “Lucia y el sexo”, che ha lanciato la carriera di Paz Vega, “Mare Dentro”, pluripremiato lavoro di Amenabar con Javier Bardem, e “Crimen Perfecto”, questa volta decide di continuare un lavoro avviato in precedenza con tre cortometraggi uniti dal tema di situazioni borderline.

Seppur avendo a disposizione un budget cospicuo (due milioni e mezzo di euro), il film presenta molte lacune, partendo dalla sceneggiatura per arrivare alla recitazione. E se per questo punto si potrebbe anche chiudere un occhio, vista la giovane età del cast, per quanto riguarda narrazione e scelte registiche non ci sono scusanti. Verrebbe da dire: Verbo, ok, ed il soggetto!? I personaggi sono tagliati con l'accetta, non hanno spessore e vivono di stereotipi e caratterizzazioni viste in altri film. Così come le situazioni proposte, cliché del genere, e i costumi ripresi, se non copiati, da famosi videogames. Se anche si volesse premiare un certo tipo di messaggio (Bisogna vivere la vita!) il modo in cui viene fatto risulta stucchevole e smielato. O si punta ad un target di bambini di dieci anni, oppure si crede di avere a con un pubblico poco intelligente, tanto risultano banali alcuni spezzoni di pellicola o buoniste alcune scelte di fondo. Unire l'inno alla vita, il messaggio contro il suicidio, l'invito alla lettura (passi interi del Don Chisciotte usati come dialogo principale) e all'espressione delle proprie emozioni, l'ideologia ecologista e il valore della famiglia, il tutto in meno di un'ora e mezza, senza riuscire a cadere nella retorica, in effetti era un grosso azzardo. A questo, forse per attirare il pubblico di teen-ager, è stato aggiunto un carattere da videogioco, assonanze col mondo degli skaters e dei graffittari, richiami a “Matrix” e addirittura ad “Animatrix”, con alcune sequenze girate in animazione. La colonna sonora non poteva che essere a base di rap, forse l'unica cosa che si potrebbe salvare di tutta questa accozzaglia di luoghi comuni sui giovani d'oggi. Anzi no, la vera cosa da salvare in questa pellicola è la fotografia, sempre luminosa e con gran gusto.

In questo caso il regista sembra non trovare alcuna giustificazione soprattutto se si paragona questo suo lavoro a “Scott Pilgrim vs. The World”, film prodotto sempre nello stesso anno e diretto da Edgar Wright, una pellicola giovane, divertente, scanzonata, uno strano mix tra cinema, fumetto e videogame.

Il confronto sarà impietoso...

 

Alessandro Zorzetto

 

  • Regia: Eduardo Chapero-Jackson
  • Paese: Spagna, 2010
  • Genere: Fantastico/Drammatico
  • Durata: 90'
  • Cast: Alba Garcia, Miguel Angel Silvestre, Najwa Nimri
  • Valutazione: 1
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