In ritardo rispetto a molti, spinto più per dovere che per altro, in un caldissimo pomeriggio di questa estate infernale, decido pure io di guardare il nuovo Amazing Spider- Man. Devo ammetterlo, arrivo ai titoli di testa con lo stesso entusiasmo di uno che deve far la coda dal macellaio: ok, non è una cosa tremenda, la si fa, c'è di peggio.
Troppe le critiche negative sentite da chi, carico di entusiasmo e aspettative (magari troppe) era corso alla prima nazionale. Troppi i difetti, le incoerenze, rispetto alla trilogia di Raimi, ma questo, ai miei occhi, era nettamente un punto a favore di Webb, che firma con questo il suo secondo lungometraggio dopo la commedia romantica “(500) giorni insieme” del 2009.
Inizia il film. Non ho nemmeno voluto vedere il trailer, quindi, carico dell'effetto sopresa, rimango favorevolmente colpito da quel che vedo. Per molte sequenze la mia mente viene riportata indietro nel tempo, ai pic-nic estivi passati a leggere i fumetti Marvel, gli originali, quelli dove Peter Parker non aveva (grazie al cielo) il faccione un po' tonto di Tobey Maguire e tanto meno sparava ragnatele dai polsi. Insomma, vedo molte più analogie con il vero spirito del fumetto originale, a cominciare dal profilo dei personaggi.
Qua e là, inevitabilmente, si notano alcune pecche ma che ai fini della storia ci possono pure stare. Colori, ambienti, costumi, battute, personaggi secondari e piccoli dettagli rispecchiano alla grande tutto ciò che anni prima Stan Lee, che ci offre un cammeo eccezionale verso la fine del film, aveva creato.
Arrivo ai titoli di coda (con immancabile easter egg) mentre una strana sensazione mi prende di sorpresa: non sono annoiato! Né tanto meno disgustato, incazzato o deluso, tutte emozioni procurate dal primo film di Raimi. C'è del buono in questa pellicola. Non è un capolavoro, non lo rivedrei a breve, ma c'è del buono. Certo, potrebbe durare molto meno. Certo, i ritmi narrativi andrebbero rivisti e certo, le musiche andrebbero assolutamente rifatte! Ma, tutto sommato, il film è buono e batte alla grandissima la trilogia precedente.
La vera domanda, a questo punto, non sembra più essere se si sentiva il bisogno di questo reboot quanto invece se Sony non potesse prendere prima la strada del back to original glissando su i forzati Spiderman 2 e 3.
In conclusione spicca positivamente il gran lavoro del cast, l'accuratissima regia, il lavoro di sceneggiatura e dei reparti tecnici. Dietro la lavagna manderei solo il compositore della colonna sonora a far compagnia ai già citati produttori Sony.
Decisamente indicato per un paio d'ore di buon intrattenimento, come un ottimo vecchio fumetto, ma con molti più effetti speciali!
Alessandro Zorzetto