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Visualizza articoli per tag: madame luna

Madame Luna

Lunedì 22 Luglio 2024 13:40
Il film indaga la vita di una giovane donna. Aguzzina e carceriera prima di giungere in Italia da clandestina. Si chiama Almaz e nella sua vita africana era conosciuta con l’appellativo di "Madame Luna". Trafficante di vite umane.  Almaz non è orgogliosa del suo passato ma nemmeno lo ripudia perché ha capito che in un mondo di sommersi e salvati bisogna essere capaci di sopravvivere facendosi rispettare. E’ lecito sfruttare le occasioni che si presentano cercando di trarre quel poco di buono sufficiente per non soccombere. La vita singola di questa giovane donna si confonde con quella di tante altre stipate in un centro di prima accoglienza. Un luogo che dovrebbe proteggere e aiutare ma assomiglia invece ad un carcere che però non ha nulla di edificante e di educativo. Un luogo infernale che ha il solo scopo di contenere un’umanità allo sbando che diventa cattiva e pericolosa per se stessa e per gli altri se lasciata per troppo tempo all’inattività senza prospettive né possibilità di coltivare il proprio sogno che li ha spinti ad abbandonare tutto.
 
Madame Luna alias Almaz ha una carta vincente da spendere a suo favore ed è la capacità di conoscere molte lingue che le consentono di capire le intenzioni degli italiani ma anche di mimetizzarsi, all’occorrenza, tra la folla di disperati senza correre inutili rischi. Lo smarrimento incontra presto la malvagità di chi non conosce remore e non si sa frenare nello sfruttare la condizione di inferiorità di chi è disposto a scappare dalla terra d’origine verso un ignoto che fa paura e non è sinonimo di sicurezza e affrancamento dalla condizione di prigionia. Una banda criminale gestisce all’insaputa dello Stato gli aiuti destinati agli immigrati e ne intercetta bisogni e debolezze per assoldare braccia che servono unicamente per i loro piani di ricchezza e potere. Nel fare questo si servono della mediazione di Almaz che cede al ricatto di una falsa possibilità di benessere. In questa giovane donna si concentrano gli sforzi per poter gestire meglio una situazione sempre sul punto di esplodere. Almaz non si sente in difetto perché gli altri ospiti del centro di accoglienza sarebbero sfruttati comunque. Il suo è solo un modo per rimanere a galla in un mare dove nuotano squali feroci. Una giovanissima ragazza di nome Eli la riconosce, minaccia di denunciarla alle autorità competenti ma poi viene attratta anche lei come una falena dalla possibilità di cambiare vita concedendo la sua innocenza in cambio di denaro che possa comprare una vita migliore. Eli ha dovuto lasciare in Libia un fratello che si trova sotto minaccia e per il quale le si chiede un riscatto in denaro. Denaro che è disposta ad ottenere a qualsiasi condizione. Sarà proprio la prospettiva di una perdita dell’innocenza per questa giovanissima che tanto le ricorda il suo passato a risvegliare in Almaz un istinto di protezione e a cercare di invertire la rotta. Non sarà lei ad essere ancora una volta spettatrice e complice di chi soggioga gli altri per il proprio tornaconto personale. Il film analizza un punto di vista diverso nel vasto argomento dell’immigrazione clandestina e dei risvolti criminali nei quali affonda ma non esprime giudizi, limitandosi a raccontare la storia di una donna come tante, che si nutre di speranza, si accontenta di quel che trova ma, ad un certo punto, si ribella anche sapendo che potrebbe uscirne sconfitta. Il film si avvale di un cast attoriale di grande levatura che imprime alla storia una profonda umanità e trasmette allo spettatore un celeidoscopio emozionante.
 
La fotografia sa trasferire con efficacia sia i rari momenti di pace e di inusitata bellezza anche nel dolore più feroce sia i momenti cupi, tetri e infernali con tutta la drammaticità che gli sono propri.
 
Un film che ha uno sguardo di pietas anche per coloro che si sono macchiati di crimini efferati perché in alcune circostanze il confine tra giusto e sbagliato, buono e cattivo, bene e male è così labile e incerto che non si è in grado di tracciare confini netti e ogni giudizio morale è inficiato dalle circostanze che rendono fallace ogni presa di posizione troppo netta.
 
Virna Castiglioni