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Visualizza articoli per tag: episodio VII
Non tutti sanno che la frase più detta nella saga di Star Wars non è “Che la Forza sia con te” ma “Ho un brutto presentimento.” Quando nel 2012, George Lucas siglò l’accordo con la Disney che segnò il destino della saga e si decise per proseguire con gli Episodi 7, 8 e 9 molti fan la usarono per esprimere il proprio scetticismo. Con la regia di J.J. Abrams e la produzione della presidentessa della Lucasfilm Kathleen Kennedy ha visto la luce il primo film di questo progetto “Il Risveglio Della Forza”. Tanto tempo fa, in una Galassia lontana lontana, Luke Skywalker l’ultimo dei cavalieri Jedi guardiani di pace e di giustizia, è sparito, la Resistenza sotto la guida del Generale Leia Organa invia il suo miglior pilota Poe Dameron (Oscar Isaac) e il suo droide BB8 alla sua disperata ricerca. All’ombra della Nuova Repubblica (nominata ma inesistente) è nato circa quarant’anni dopo la caduta dell’Impero Galattico, una forte opposizione militare, il Primo Ordine, tra le alte gerarchie Kylo Ren (Adam Driver) emulo di Darth Vader, si mette sulle tracce della mappa che conduce a Luke. Tra i biechi soldati dell’impero, FN-2187 (vi dice nulla questo numero? ) altrimenti detto “Finn” (John Boyega) si rifiuta al suo primo incarico di sparare e uccidere degli innocenti per conto del Primo Ordine e diserta. Sul desertico pianeta di Jakku, vive Rey (Daisy Ridley) una giovanissima ragazza che si guadagna la giornata barattando rottami e pezzi di ferraglia con esigue porzioni di cibo. I tre “nel momento sbagliato e nel posto sbagliato” si ritrovano a combattere “l’unica lotta esistente” quella contro la nuova manifestazione del Lato Oscuro della Forza. Ripescando le atmosfere meravigliose degli scenari immaginati da Ralph McQuarrie nel 1977 e avvalendosi del supporto del vecchio cast originale e della colonna sonora di John Williams, Abrams prende lo schema di “Una Nuova Speranza” e lo rivomita a suo gusto. Avvalendosi dei potenti mezzi a sua disposizione rimodella perfettamente (in scala 1:1) le astronavi più amate dal pubblico creando una simpatia quasi obbligatoria da parte degli appassionati che non possono restare indifferenti davanti al Millennium Falcon che spicca il volo dopo 32 anni. Si coltiva gli animi feriti di chi aveva storto il naso, quando Lucas si avvalse (quasi) solo di CGI per creare le creature nei prequels e ripesca gli scarti di lavorazione di John Mollo per plasmare le nuove razze aliene di passaggio servendosi della forza e del realismo dei “pupazzi” (fastidiosa solo la Motion Capture usata su alcuni personaggi chiave, tra cui quello interpretato da Andy Serkis, il Leader Supremo Snoke). La Disney decide di “decanonizzare” tutto il materiale cartaceo ufficiale scritto in 35 anni da svariati scrittori e sceneggiatori, composto da fumetti e romanzi che completavano “l’Universo Espanso” di Star Wars (che mai dall’83 in poi aveva subito incongruenze) per creare una nuova linea temporale in cui muoversi, ma furbamente depreda le idee migliori dei suddetti autori per rimescolarle a piacimento senza fargli avere nessuno profitto. Un vero “plagio”. Ma conquista il mondo. Fa un incasso senza precedenti per la sola prevendita e ingolfa le sue tasche con le speranze e i sogni di chi questa saga la vive con entusiasmo da sempre. Il “Risveglio” è un film per adolescenti infiocchettato da una cappa nostalgica e da citazioni perfette dette al momento appropriato per generare entusiasmo (puro) dove il vero problema non è la “scarsezza di progressi” che fanno i protagonisti per dimostrare davvero il loro posto e il loro valore (potenzialmente gli attori hanno tutti talento da vendere) ma è l’antagonista. Kylo Ren è il personaggio meno carismatico della storia della Fantascienza cinematografica moderna, un bamboccio assetato di vendetta, che pesta i piedi perché vuole troppo e le sue azioni si ripercuotono rovinosamente sull’intera vicenda. Non mancano le battute facili, che vengono tanto criticate (a buona ragione) nei film della Marvel, alcune obiettivamente divertenti altre esagerate e inopportune. Spesso si dice che il problema di Guerre Stellari “Siano i fan” (io ne faccio orgogliosamente parte) alcuni lo hanno definito un “fan movie” ad alto budget, altri hanno semplicemente detto che non si può “non” considerare una parte della saga, ma bisogna avere il coraggio di uscire dai social e di riconoscere che si può avere la facoltà di dire e di pensare dopo tanti anni che “non è Star Wars” non è la Space Opera che fino ad oggi abbiamo conosciuto (con i suoi alti e bassi) e questa opinione deve essere rispettata senza il pericolo di essere sventrati da una spada laser a croce. I digiuni di Star Wars (o gli affamati meno esigenti) lo possono senza dubbio trovare godibile, è accessibile anche a chi non sa nulla dei precedenti (ma sprona ad un ripasso veloce). E’ innegabile che quello che sta portando è un vero “Risveglio” dell’argomento che si era acquietato dal 2005 anno in cui uscì al cinema La Vendetta Dei Sith e questo è un bene. L’impressionate bisogno di tutti di condividere “la Forza” è un buonissimo auspicio per il futuro, questa saga ha il potere di unire, commuovere e generare amicizie. Augurandoci che questo non porti solo alla moda e alla strumentalizzazione dell’argomento in questione, che la Forza sia con noi. Sempre.
 
Francesca Tulli

Star Wars Episodio IX: L'Ascesa di Skywalker

Mercoledì 18 Dicembre 2019 10:24
“I morti parlano!” perché i personaggi principali “vivi” non sono stati scritti abbastanza bene per poterlo fare. Così J.J. Abrams sigla il suo patto “faustiano” con l’Imperatore Palpatine, lo riporta in vita per ripristinare uno strano equilibrio, non “nella Galassia” ma nella trilogia da lui iniziata con “Episodio VII: Il Risveglio della Forza” (2015) cercando di trovare un senso alla direzione da lui stesso intrapresa, portata avanti con distacco da Rian Johnson con “Episodio VIII: Gli ultimi Jedi”. Il defunto imperatore della Galassia (Ian McDiarmid) tornato in vita, grazie a “scienze oscure, clonazione, segreti noti solo ai Sith” rovescia lo scenario politico della “Galassia lontana lontana...”. Il suo ordine finale ha  inizio, ha una flotta di Star Destroyer Xyston, nascosta nell’ombra sul pianeta Exegol dove i suoi sudditi i lealisti Sith lo venerano e si prepara ad attaccare, la notizia arriva alle orecchie della Resistenza. Finn (John Boyega) l’ex assaltatore, Poe Dameron (Oscar Isaac) giovane pilota intraprendente ora generale e la giovane Rey (Daisy Ridley), che si addestra per essere degna della spada laser di Luke Skywalker, si mettono alla ricerca dei puntatori Sith, che portano alla tana del nemico per poterlo affrontare definitivamente. Kylo Ren (Adam Driver) legato alla ragazza da una forza superiore, ora Leader Supremo del Primo Ordine, fin dall’inizio governato nell’ombra dal Oscuro Signore dei Sith, compie un cammino parallelo, verso la resa dei conti, con lei e con la sua famiglia. John Williams suona la colonna sonora come da tradizione, sottolineando i momenti più apprezzabili di calma. Siamo difronte ad un capitolo strano, ricco di elementi che offuscano i difetti più evidenti, Abrams (con la benedizione della presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy) si è permesso di riscrivere le leggi naturali di Star Wars, introducendo a forza possibilità mai sfruttate nei precedenti, il più grave: l’elemento di resurrezione. Quattro generazioni di appassionati “vivono” questa avventura conoscendone i minimi dettagli, abituati ad una  timeline (perlopiù) coerente (prima che il canone delle storie venisse azzerato e riscritto in funzione questa trilogia, cosiddetta sequel) dove le dinamiche possibili sono state originate dalle idee iniziali del “lodato creatore” George Lucas. Ora si trovano un “nuovo” Star Wars, gestito maldestramente da un occhio volutamente esterno, in favore del gusto del “nuovo” pubblico, che tuttavia, trova sempre difficoltà ad accogliere queste storie e apprezza quando ritrova “il vecchio” nostalgico universo presentato sotto altre forme (la serie TV The Mandalorian in onda su Disney+ è una prova) dimostrando che per fare Guerre Stellari, non bisogna osare ma restare fedeli all’originale. Quello che è stato seppellito, tra vecchi fantasmi e nuove speranze, porta la saga verso un futuro imprevedibile.
 
Francesca Tulli