Dopo aver subito un tentato omicidio, 7 colpi di pistola nella notte del 17 febbraio 2009 all’uscita di un teatro a San Saba a Roma, Stefano Calvagna viene arrestato e portato in carcere, dove trascorre un lungo periodo di detenzione. Fortemente provato dalla mancanza di libertà e dall’esperienza carceraria, inizia un dialogo con se stesso per riuscire a accettare il tormento di trovarsi detenuto, privo di libertà, lontano dalla propria famiglia; solo in un secondo momento cerca di ricostruire le cause che lo hanno portato a trovarsi in tale situazione: ne scaturisce da una parte la propria storia personale, dall’altra il ritratto di una società corrotta, avida di denaro e potere, che non da nessun valore all’individuo. Per circa due anni la sua vita è completamente divorata dalla detenzione a Regina Coeli, dagli arresti domiciliari, dal tribunale, finché nel 2011 decide di riemergere dall’abisso e riprendere la propria vita artistica. Da questa esperienza nascono un libro, edito da Graus Editore, che è stato presentato con grande successo di pubblico il 20 settembre a Palazzo delle Esposizioni di Roma, e un film, girato in tre settimane in agosto sempre a Roma, di cui dieci minuti di montato sono stati proiettati come anteprima all’ultimo Festival del Cinema di Venezia. Riflessione su se stesso e sulla situazione in cui si è trovato, non una difesa contro chi lo giudica.
Guido Laudani