scadenza del bando: 15/12/2011
Sono aperte le iscrizioni per l’undicesima edizione del RIFF – Rome Independent Film Festival – Award 2012.Sono invitati a partecipare filmakers e produzioni indipendenti di tuttoil mondo in una delle 8 sezioni tra cui: lungometraggi, cortometraggi,documentari, animazione e sceneggiature. La sezione “new frontiers” darà particolare rilievo alle opere italiane selezionandole e proiettandole in prima serata.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE:
Cortometraggi e documentari (dai 30 secondi ai 75 minuti): Euro 10
Film (oltre i 75 minuti): Euro 35
Sceneggiature: Euro 35
La sottoscrizione per tutti gli studenti è di 10 Euro
premi:
Euro 2.500 al primo classificato donati dalla Regione Lazio più un premio Distribuzioneofferto dal Nuovo Cinema Aquila, sede della manifestazione che consiste nella possibilità per il lungometraggio vincitore di rientrare nella programmazione del cinema. Verranno inoltre assegnati i RIFF Awards per un valore complessivo di oltre 50.000 Euro.
link da cui scaricare la documentazione per l'iscrizione:
http://www.riff.it/bando-di-concorso/
Il RIFF, Rome Independent Film Festival, manifestazione giunta alla sua undicesima edizione che si terrà dal 12 al 20 aprile 2012 a Roma presso il Nuovo Cinema Aquila, promuove Movie Pitcher, concorso per autori indipendenti che propongono sceneggiature e progetti da realizzare in forma di trailer. I partecipanti possono presentare i filmati promozionali in rete entro il 15 gennaio 2012.
La vita sarà anche dura, ma il nostro mondo, ad un'occhiata veloce, con la sua accattivante società del consumo, sembra il paese dei balocchi: luci, benessere, divertimenti, lusso. Come farci un'idea obiettiva di questo posto quando si è ancora giovani e facilmente impressionabili? Questa contraddizione di fondo crea quel mental disorder che appare sullo schermo prima ancora che il film abbia inizio.
Trattasi di un Juno figlio delle ragazze madri dell'est europa e quindi della delusione comunista e della postconfusione capitalista.
Specialmente la generazione più giovane si è formata in un'ottica europea, sentendosi europea al di là delle appartenenze nazionali, e questo non per merito dei governi ma grazie all'effetto ryanair e erasmus. Ragazzi religiosamente ispirati da approcci alla vita edonistici e materialistici, in un mondo dove tutto sembra a portata di mano, il conto si pagherà a rate e con gli interessi per tutta la vita.
La regista sembra essersi immersa a lungo in apnea, come buona parte della nostra generazione del resto, in questo ambiente e conoscere bene ciò di cui parla. Questo è inevitabilmente un vantaggio che si riflette nella rappresentazione. C'è un vuoto incolmabile in queste esistenze, non si riesce a provare ammirazione mai, per nessuno dei personaggi, ma almeno i più giovani (questa parola non ha un significato anagrafico, ma comprende tutti coloro per cui non è arrivata la disillusione) si possono permettere di anestetizzarlo con una vita vissuta alla ricerca del piacere, attimo per attimo, bramando qualunque cosa faccia pulsare il sangue nelle vene, ricordandogli di essere vivi. Vuoti esistenziali che traboccano di vita. Tutto orbita intorno allo "stile", prerogativa irrinunciabile per i giovani, il nichilismo è tra noi e Antek, il figlio neonato di Natalia, la giovane mamma protagonista, può convertirsi in una sorta di accessorio di tendenza.
Tutto si compie paradossalmente nella più completa buona fede, anche i passaggi più agghiaccianti, come chiudere il piccolo in una borsa e questa, a sua volta, in un deposito della stazione, sono eseguiti senza la minima cattiveria da parte di Natalia.
La messa in scena e l'allestimento davanti macchina prendono il sopravvento. Le scene sono curate in maniera minuziosa, risultando veramente suggestive. Ricordano una Kira Muratova patinata ai tempi di David Lachapelle. Alcune di loro s'impressionano nella mente per la profonda componente estetica. Lei che porta il passeggino per la città in pattini, emblema della ribellione adolescenziale è favolosa, il gruppo di amici per la consegna dei regali nel bar, Natalia che prova un vestito chiacchierando con l'amica, straripano tutte di personalità e si potrebbe andare avanti rievocando buona parte del film. I colori sono accesissimi e parlano giovane, pop e lollipop. Perfino il gesso di Kuba è di un azzurro incantato che picchia con la realtà vissuta dai protagonisti. Una condizione sottolineata e accentuata anche da inquadrature lunghe, quasi piani sequenza, che spesso a fine scena subiscono tagli bruschi, sporchi e a nero, molto funzionali. Gli attori, quasi tutti esordienti sul grande schermo, sembrano interpretare se stessi senza bisogno di sforzarsi.
Per quanto riguarda la sceneggiatura rimangono un po' inspiegabili alcune scelte forti e ad effetto dei personaggi, ma, almeno nella prima metà, non fanno altro che evidenziare il vuoto protagonista e la sensazione che i personaggi danno di essere del tutto in balia degli eventi della vita. Si può parlare di intuizioni riuscite. Mentre nella seconda parte la parabola scade un po', viene esasperata, forse per quella avversione nei confronti del lieto fine, del tutto comprensibile del resto, radicata nel cinema indipendente che però qui porta ad un rocambolesco sad-end con la protagonista che sembra non aver imparato nulla dall'esperienza di vita raccontata e non essere cambiata.
Ciò, francamente, data la storia a cui si è assistito con piacere, sembra un po' inaccettabile.
Kami Fares
Dal 4 al 10 aprile al Nuovo cinema Aquila di Roma arriva la 12esima edizione del Rome Independent Film Festival
“Il futuro”, coprodotto e distribuito dalla Movimento Film, anteprima italiana dopo il Sundance e il Rotterdam, sarà il film d’apertura. A firmare il lungometraggio, la regista cilena Alicia Scherson, vincitrice nel 2005, con ‘Play’, del Premio per la migliore regia al Tribeca Film Festival. La pellicola, prima coproduzione Italia/Cile/Svizzera/Germania, con un cast internazionale tra cui spiccano Rutger Hauer, Nicolas Vaporidis, Manuela Martelli e il giovane Luigi Ciardo, è la prima delle numerose anteprime europee e mondiali in programmazione nel corso della manifestazione.
Ben 10 i lungometraggi stranieri in concorso: “O palhaço” (The Clown) diretto dal brasiliano Selton Mello, candidato all’Oscar come film straniero; “Ombline”, del francese Stéphane Cazes, con Mélanie Thierry, vincitrice nel 2010 di un César come Miglior Rivelazione Femminile; “Silent City” secondo lungometraggio della regista olandese Threes Anna, premiato nel 2012 al San Sebastian International Film Festival; la coproduzione Ungheria /Canada The “Maiden Danced To Death” di Endre Hules, vincitore del European MediaPlus Award; “DonT Stop” diretto dal ceco Richard Rericha, la produttrice del film Ondrej Zima sarà presente al RIFF nell’ambito del Forum sulle produzioni indipendenti; “Baby Blues” diretto dalla polacca Kasia Roslaniec, premiato alla Berlinale 2013; dall’India “Drapchi” per la regia di Arvind Lyer; “Fenix 11.23” diretto da Joel Joan e Sergi Lara; l’opera prima dell’iraniana Tina Gharavi, “I’m Nasrine”, candidato ai BAFTA 2013, che parteciperà all’incontro RIFF su “Film Industry, Women Equal Opportunities and Diversity” e infine “Two Hundred Thousand Dirty” l’opera prima del regista americano Timothy L. Anderson.
Ampio spazio anche alla sezione lungometraggi italiani, con 7 opere prime in concorso. Questi i titoli selezionati: “Carta Bianca” di Andres Arce Maldonado, “Aquadro” di Stefano Lodovichi, e “Le formiche della città morta” di Simone Bartolini, “L’ultima foglia” di Leonardo Frosina. “Spaghetti story” di Ciro De Caro e infine gli innovativi “Lost in Laos” di Alessandro Zunino e “Transeurope Hotel” di Luigi Cinque con Pippo Delbono.
Con i documentari internazionali e italiani il RIFF propone un’attenta fotografia dell’attualità. Tra le opere in concorso il cipriota “Buffer Zone” diretto da Pawel Pstragowski, la storia del movimento di occupazione dell’aria cuscinetto dove i giovani cercano di contrastare le forme di capitalismo nell’isola, un tema che alla luce degli ultimi avvenimenti assume particolari significati; “Forbidden Voices” di Barbara Miller dà espressione alla storia di tre donne blogger censurate e contrastate nei loro paesi di origine; “The suffering grasses” diretto dall’americana Iara Lee sulla guerra siriana; “La Valle dello Iato” di Caterina Monzani e Sergio Vega, storia di Pino Maniaci e del suo impegno giornalistico contro la mafia; “Slot” di Dario Albertini sul gioco d’azzardo.
Varia la selezione dei cortometraggi internazionali e nazionali alcuni dei quali vantano anche la presenza di volti noti del cinema e della tv, tra i quali, solo per citarne alcuni: Valerio Mastandrea, Giorgio Colangeli, Paolo Sassanelli, Francesco Montanari, Alessio Vassallo, Stefano Abbati, Lucrezia Piaggio, Irene Maiorino, Francesco Benigno.
A completare la programmazione del RIFF vanno menzionate le sezioni Student short competition, Animation short competition, Experimental ed infine le sezioni delle sceneggiature e dei soggetti.
Tra i componenti della giuria troviamo Pascale Faure (Responsabile cortometraggi Canal+, Francia) e Philippe Kreuzer (Bavaria Media GmbH) che si affiancano ad alcuni nomi importanti del mondo del cinema, della musica e del giornalismo come Wilma Labate, Agostino Ferrente, Piotta, Franco Montini.
Fra gli eventi paralleli del Festival, sabato 6 aprile, è previsto un doppio appuntamento: il V Forum “I nuovi profili della produzione cinematografica europea indipendente”, con i produttori aderenti al progetto Producers on the move. Mercoledì 10 aprile è invece previsto un incontro sulle Web Series, alla presenza di alcuni dei registi che si sono posti all’attenzione del grande pubblico grazie ad interessanti produzioni indipendenti sul web.
Al termine del Festival saranno assegnati i RIFF Awards per un valore di oltre 50.000 Euro.
Il programma completo e le modalità di ingresso sono consultabili all'indirizzo