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la kryptonite nella borsa

Venerdì 02 Dicembre 2011 17:59

 

Nella Napoli del 1973, il piccolo Peppino Sansone (Luigi Catani), nove anni stretti stretti, capelli ricci ricci ed occhiali spessi spessi, vive un'infanzia molto particolare, incerto tra il padre Antonio (Luca Zingaretti), perso dietro un'altra donna, e la madre Rosaria (Valeria Golino), che per rifarsi delle mancanze del marito va a farsi curare dallo psichiatra Matarrese (Fabrizio Gifuni), tra le cui braccia si lascerà cadere. A confondere ulteriormente le idee al ragazzino ci pensano gli zii materni Salvatore (Libero De Rienzo) e Titina (Cristiana Capotondi), due fricchettoni che lo trascinano in scatenati balli di piazza, psichedeliche feste in scantinati e collettivi per l'autocoscienza femminile. Come se non bastasse, un cugino più grande, Gennaro (Vincenzo Nemolato), si crede Superman e, quando finirà investito da un autobus, continuerà a vivere, da supereroe quale diceva di essere, nella fervida fantasia di Peppino, aiutandolo a sopportare la propria scombinata famiglia ed a superare quasi indenne quel periodo non facile della vita chiamato infanzia... 
Lo sceneggiatore degli ultimi film di Ozpetek e della serie televisiva di successo Tutti pazzi per amore debutta sul grande schermo, scegliendo una storia semplice e dal vago sapore autobiografico che già aveva narrato nel romanzo omonimo. Un racconto il cui senso vuole essere quello di guardare al mondo con il sorriso, qualunque evento accada, cercando per tutto una spiegazione non necessariamente lineare, come quella kryptonite nella borsa millantata dal povero Gennaro, un modo stravagante ed originale per spiegare un malessere, qualcosa che non va.
Il tocco di Cotroneo è leggero e molto ruffiano, a partire da quel voice over iniziale che serve solo a presentare i personaggi e a ricordare la matrice letteraria dell'opera. Ma il risultato è comunque molto gradevole, soprattutto grazie all'accurato lavoro dello scenografo Lino Fiorito e del costumista Rossano Marchi, che si sono scatenati in una reale caccia all'oggetto vintage.
Non indifferente è anche il corposo cast, fatto di volti noti e notissimi, di cui citeremo solo il giovanissimo Luigi Catani, scelto tra oltre cinquecento bambini. Last but not least, i brani d'epoca aggiungono quella strizzata d'occhio, facile ma inevitabile: da “Lust for life” di Iggy Pop alla rarissima “Quand'ero piccola” di Mina fino ancora a “Life on Mars” di David Bowie, che nell'ultima scena fa da colonna sonora al volo di Peppino e SuperGennaro sopra il cielo di un'indimenticabile ed inedita Napoli notturna.
 
Paolo Dallimonti