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MIDNIGHT IN PARIS

Domenica 11 Dicembre 2011 10:54 Pubblicato in Recensioni

“Compito dell’artista è trovare un antidoto alla futilità dell’esistenza”. Ernest Hemingway svela la missione ultima alla base di ogni forma d’arte ad un giovane scrittore in crisi, antisociale, insoddisfatto, alla ricerca del suo tempo ideale. È lui il nuovo personaggio uscito dalla penna/cinepresa di Woody Allen, dall’universo del genio della settima arte. È Midnight in Paris il nuovo gioiello della sua “Opera”, del suo grottesco, ironico e nutrito di non-sense antidoto alla futilità dell’esistenza, di questa Commedia Umana, tratteggiata lungo quarant’anni di carriera. Un Rosa Purpurea Del Cairo spuntata lungo la Senna, in una Parigi contenitore ideale di una stereotipata generazione di radical chic: Inez (Rachel McAdams) fidanzata di Gil che non accetta fino in fondo il suo compagno, che cerca di plasmarlo secondo i suoi desideri, di omologarlo erenderlo a immagine e somiglianza della sua famiglia upper class; Paul, pseudo intellettuale, millantatore che svende un sapere spicciolo che riesce ad incantare solo un auditorio miserabile, di cui la sua bionda e plastica fidanzata èperfetto prototipo. Sopra tutti loro c’è Gil, un Owen Wilson che a tratti ricorda proprio Woody Allen, nel modo di camminare, nei gesti, persino nella pettinatura. Sceneggiatore di successo che, stanco della vita e del mondo di Hollywood, si prende una vacanza per trovare l'ispirazione necessaria a completare il suo primo romanzo, compito in cui viene scoraggiato costantemente da Inez e dagli altri amici, che sminuiscono le sue aspirazioni letterarie e ritengono preferibile la brillante carriera di scrittore per il cinema. È la rivincita di tutti  gli “anti-eventimondani". Lui è un novello Cecilia, la protagonista de La Rosa Purpurea Del Cairo, una Mia Farrow che si rifugia e vive un mondo ideale nel cinema, con il personaggio del suo film preferitoche esce materialmente dalla pellicola, che prende vita nel mondo reale e ricambia la sua passione. Così come Cecilia si rifugia in un mondo ideale, quello del cinema, Gil lo fa nel suo, la Parigi degli anni ’20, quella dove “la pioggia non era ancora acida”. Rimasto solo una notte a passeggiare in solitudine nella notte parigina, allo scoccare della mezzanotte si ritrova trasportato nella sua età dell’oro, una clima storico e culturale che egli ama fino all'idolatria. Qui ha modo di incontrare i suoi miti in carne ed ossa, quelli che fino a quel momento aveva frequentato tra le pagine dei libri e nei musei, celebri scrittori della narrativa americana del tempo e artisti surrealisti. E si ritrova a riceve consigli di scrittura e di vita da Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald e la compagna Zelda, Gertrude Stein (spettacolare interpretazione di Kathy Bates), Salvador Dalí,(Adrien Brody), Pablo Picasso, Henri Matisse, T. S. Eliot, Luis Buñuel, il torero Juan Belmonte, Man Ray, Cole Porter. Dialoghi brillantissimi e geniali, che solo Allen, nutrito di Letteratura e Arte, può e riesce a costruire. Battute che messe in bocca a personaggi della storia, icone senza tempo e veri e propri mostri sacri, li rendono “woodyalleniani”. Pensiamo al Napoleone Bonaparte di Amore e Guerra, comico e isterico, inerme di fronte alle armi di seduzione di Diane Keaton. Gil s’innamora di Adriana (una Marion Cotillard ) già compagna di Braque e Modigliani, assidua “frequentatrice” di artisti, “una con cui le groupies fanno un salto di qualità”, anche lei vive nel mito di un passato d’oro, quello della Belle Époque.

Woody Allen ci mostra così, con una commedia,  il vagheggiamento di un glorioso passato, aspirazione ricorrente nell'animo umano, in tutte le epoche storiche e la grottesca ricerca dell’”ideale tempo perduto”. E ci dice “il presente non ci piace mai, è insoddisfacente, perché la vita è insoddisfacente”.

 

Lidia Petaccia

MIRACOLO A LE HAVRE

Domenica 11 Dicembre 2011 10:44 Pubblicato in Recensioni

A distanza di poche sere ho assistito ai nuovi film di due riferimenti certi della commedia contemporanea, entrambi così romantici ma anche così distanti fra loro per cultura, linguaggio cinematografico e stile. Sto parlando di Woody Allen con il suo “Midnight in Paris” e del finlandese Aki Kaurismaki con “Miracolo a Le Havre”.

In questa loro ultima prova i due sono ancora più accostabili in quanto la messa in scena è quella di due fiabe, ebbene tutto il “dolce-romantico-intellettuale” profuso da Woody (al quale voglio un bene totale e smisurato, sia chiaro) e che ha riempito le mie “pupille-gustative” domenica scorsa è stato spazzato via ieri sera dal miracolo di Aki.

Alla seconda sala del Quattro Fontane (prima direi per qualità e comodità rispetto alla sala 1) dopo pochi minuti siamo già in atmosfera Aki con tutti i punti fermi del suo Cinema: stanze spoglie di onestissime case di povera gente con l’essenziale arredamento un tavolo due sedie una cucina economica niente di più se non una immancabile radio a transistor, un divanetto e un fiore a centro tavola. I colori pastello dell’appartamento li ritroviamo tutti all’interno dei bar che come sempre sono il luogo di ritrovo per eccellenza dei personaggi di A.K. di questi distinti e impeccabili clochard davanti a un bicchiere di Ricard o di birra. Se l’estrazione culturale non fosse così lontana dalla nostra, verrebbe da pensare agli avventori delle osterie di fuori porta di Gucciniana memoria dove davanti a un bicchiere di vino si parlava d’amore e di filosofia spicciola. I personaggi del mondo kaurismakiano sono filosofi nati, anti-intellettuali e nella loro povertà mantengono una dignità e una classe che nei circoli esclusivi se le sognano. E’ proprio questo un altro elemento immutabile nei film di A.K. l’orgoglio sia comportamentale che dialettico dei suoi protagonisti che sono perdenti ed emarginati solo al cospetto di questa società borghese, ottusa e classista. Come a suo tempo lo è stato Charlie Chaplin con il suo “Charlot”, A.K. e i suoi eroi sono i veri, autentici antagonisti alla selvaggia globalizzazione: Marcel che non casualmente di cognome fa Marx è un ex- bohémien ora lustrascarpe ambulante nella città portuale di Le Havre. E il suo mondo è fatto di un amore totale e sobrio verso la moglie, la devotissima Arletty (anche qui nome-hommage all’attrice di Les enfants du Paradis) è fatto di un quartiere di casette e negozietti quasi irreale nel mondo nevrotico di oggi, di automobili vintage in stile anni sessanta di bolscevica memoria.

Il cameo del rocker di origini italiane “Little Bob” è da antologia come tutte le parentesi-concerto nei film di A.K. Questo Roberto Piazza che a metà degli anni settanta si traferì in Francia con la sua rock-band e finì in tour di spalla a gruppi gloriosi come The Inmates, The Clash, The Lord of the new church, The Sex Pistols, Motorhead, The Stranglers. Qui appare in un Reunion-concert con la nobile finalità di rimediare i soldi necessari alla fuga londinese del clandestino Idrissa.

E poi in questo nuovo film c’è la figura bellissima del commissario Monet (!!) uno straordinario e tristissimo Jean-Pierre Darrousin che “riscatta” la sua figura di poliziotto in un pre-finale che ci riporta a Casablanca con la rinnovata amicizia fra il Rick/Humphrey Bogart e il capitano Renault/Claude Rains.

Proprio il finale dal doppio-miracolo allontana questo ultimo lavoro di Kaurismaki dai precedenti e qui molti hanno storto il naso, ma che fosse una favola lo si sapeva dal titolo ragazzi miei... lui non ha velleità di riempire le sale come qualcun altro avvalendosi degli attori migliori e di battute a ritmo vertiginoso. Aki non ci “marcia”. Mai. Solo che anche per questi “angeli” prima o poi la sorte deve girare. L’abnegazione e la solidarietà disinteressata che Marcel Marx mette sul tavolo per aiutare il giovanissimo Idrissa è un atto di fede immenso che il destino seppure cieco non può fare a meno di vedere. C’è una infinita poesia nel fatto che Marcel non sa della vera situazione di Arletty e quindi dedica tutto se stesso alla “sistemazione” del povero clandestino. E allora ben venga il finale con il misero ciliegio in fiore.

Il doppio miracolo è lì a premiare chi si sporca le mani, chi crede solo al bene perché non conosce il male come ci hanno insegnato film come “The kid” di Chaplin o “Life is wonderful” di Capra.

Evviva i miracoli, soprattutto se sono doppi.

 

Marco Castrichella

OLIVE, uno SMARTPHONE MOVIE in sala...

Venerdì 09 Dicembre 2011 21:25 Pubblicato in News

Diretto da Hooman Khalili e girato con un telefono cellulare, un Nokia N8, potenziato con una lente da 35 millimetri per aumentare la profondità di campo. Il primo film per il cinema interamente girato con uno smartphone racconta la storia di una bambina che riesce a trasformare la vita di tre persone senza pronunciare neppure una parola: un'anziana, interpretata da una star come Gena Rowlands, sposa del regista John Cassavetes, uno straniero e un uomo con problemi di obesità. Sarà presentato il 16 dicembre a Los Angeles e proiettato al Laemmle Fallbrook 7 cinema di West Hills, in tempo addirittura per la corsa ai premi Oscar. Khalili non è l'unico a credere nelle potenzialità dello smartphone movie. Anche Park Chan-wook aveva annunciato all'inizio di quest'anno di aver cominciato le riprese di un cortometraggio di 30 minuti con il suo iPhone. Il film, dal titolo 'Paranmanjang', è un fantasy horror incentrato su un rapporto difficile tra padre e figlia.

L.P

Pitch Trailer 2012

Lunedì 05 Dicembre 2011 18:08 Pubblicato in Concorsi

scadenza del bando: 30/06/2012

il concorso, giunto alla quarta edizione, ideato e organizzato dall’associazione Seven e a partecipazione gratuita, offre agli autori indipendenti l’opportunità di promuovere, attraverso un trailer, l’idea di un film da realizzare e di presentarla ai responsabili delle principali case di produzione e distribuzione cinematografica presenti alla X edizione del Trailers FilmFest , diretto da Stefania Bianchi, che si terrà a Catania dal 26 al 29 settembre 2012. Possono partecipare al concorso i trailer della durata minima di 1’ e della durata massima di 2’50”, tratti da sceneggiature di film ancora da realizzare.

QUOTA DI PARTECIPAZIONE: gratis                                    

link da cui scaricare la documentazione per l'iscrizione:

http://www.rbcasting.com/eventi/2011/12/05/al-via-pitch-trailer-2012-idee-per-un-film